Cos'è l'anarchia (di Gilbert Ledon)

Proemio del libro La Evangelio de la Horo (di Paul Berthelot) firmato da Gilbert Ledon.

Paul Berthelot

Cos'è l'anarchia

Etimologicamente AN-ARCHIA significa “senza governo”... o per i veri anarchici: autogoverno. Perché gli uomini non sanno governare sé stessi, e assolutamente hanno bisogno di essere governati da dei, sovrani, governi ecc... in stati con leggi, il significato originario è presto passato all'idea opposta. Adesso gli uomini poco intellettuali usano la parola anarchia per esprimere disordine, per indicare una situazione caotica nella società. Veramente chi porta il caos nella nostra società realmente è il governo, insieme alle altre istituzioni create dagli uomini, lo stato, il Leviatano caro a Thomas Hobbes, il cui simbolo illustra la copertina di questo libro. Poi la definizione, come i meccanismi nella reale applicazione, del mostro-stato è puramente un'aberrazione sociale atroce: “Forma politica di una società organizzata in un territorio limitato di cui un governo ha sopra la popolazione locale: una legge impartita, un potere giustiziario e amministrativo”, e ancora: “L'insieme delle imposizioni e delle forze punitive e degli organi sociali, che assicurano alla classe superiore economicamente, un governo sopra gli altri”... e per più del 90% degli uomini, quella mostruosità evita il disordine, l'anarchia! Incredibile, ma vero.

Noi lo sappiamo, l'uomo non ha qualità particolarmente “buone”. Possiede almeno 7 gravissimi difetti: è avido, ingordo, gaudente, inoperoso, bugiardo, orgoglioso, avaro ecc... allora, diranno tutti, deve esistere un freno dei difetti per evitare il disordine! Ma le leggi e gli altri provvedimenti della società effettivamente ammortizzano quei difetti? Evidentemente no. Nello stato appare soltanto la corruzione, lo sfruttamento, la disuguaglianza, il favoritismo, le sinecure e tutte le forme di oppressione all'individuo, secondo la definizione dello stato. L'istituzione, lo stato, diventa assoluta schiavitù, dove il povero uomo diventa uno strumento personificato. Nel pensiero anarchico l'uomo è consapevole di questo, per questo motivo l'anarchico condanna lo stato e quelle simili istituzioni schiaviste.

Per il suo stesso egoismo anche gli altri uomini percepiscono l'oppressione dello stato... e loro reagiscono sollecitando “i propri diritti”... perché soltanto lo stato e i suoi sistemi annientano i diritti. Evidentemente, coloro che chiedono i propri diritti umani, mai hanno pensato al compimento dei loro doveri umani – per i difetti citati. Nella realtà, l'uomo si è lasciato coinvolgere in un altro grave mito: la collettività. In quel mito l'uomo pensa che l'instaurazione collettiva, che peraltro non esiste affatto, possa risolvere i problemi dell'individuo. E, nel mito, i sistemi inducevano all'individuo la falsa ideologia secondo la quale la comunità è più importante dell'individuo. Qui gli uomini dimenticano completamente che la comunità si compone degli individui. Nell'anarchia gli uomini coscienti reagiscono al mito, che è la collettività.

Negli ultimi decenni sotto il governo statale l'umanità ha vissuto in due importanti sistemi separati, che non hanno affatto portato in nessun modo un'armonia desiderata dall'uomo. Vertono sul capitalismo e sul comunismo. Il capitalismo certamente tende a conservare l'instaurazione individuale, ma dimentica la speculazione, che il denaro è un semplice strumento di scambio e lo converte, il capitale, in merce contrattabile, così che l'orribile sfruttamento s'insedia subentrando lo stato feudale di servitù. Nell'anarchia, ogni uomo deve possedere il proprio capitale di lavoro. Nel comunismo, che peraltro è nient'altro che capitalismo di stato, tutto appartiene alla collettività, allo stato... Il fallimento, comunque, dimostrato in questi ultimi anni, era inevitabile, perché le nozioni sulla responsabilità, sul dovere, dell'individuo non esistevano. Anche quello, gli anarchici conoscevano e avvisavano i marxisti su quel fatto davanti al sistema comunista che stava installandosi. Naturalmente quello accadde dopo Berthelot, e per quello l'alternativa anarchica più attuale è l'unica che avanza per raggiungere la voluta armonia relativa nella nostra società.

Insomma, l'anarchia non è un sistema, non è politica, non è dottrina di parte. Nella anarchia non ci sono tesi rigide, non ci sono dogmi. L'anarchia è pienamente semplice per la spece umana intelligente, l'applicazione razionale della legge naturale, come le altre specie viventi vivono instintivamente nella natura. Si, senza dubbio l'anarchia è la dimora sotto la legge della giungla, del “più forte”, come la chiamava Darwin. Questo accade, perché la legge umana non può mai funzionare di fronte alla legge della natura, la prova è che quotidianamente tutti gli stati del mondo lasciano decine, centinaia di leggi! Vane. Tuttavia, relativamente all'uomo, esiste il privilegio che ha la razionalità che certamente riesce ad attenuare l'acida legge della natura e le conseguenze dei citati difetti umani. L'uomo, realizzando i propri doveri umani, può essere solidale... che niente ha in comune con elemosina, con carità e altri ipocriti sistemi della legge umana. L'anarchia è l'obiettivo per il proseguimento dell'autonomia, dell'autosufficienza, della piena indipendenza per tutti gli individui nell'attività quotidiana per vivere. Forse quei discorsi sembrano moralmente crudeli, purtroppo la storia umana dimostra che non c'è altra soluzione. C'è tutto quello che Bertholot mostra a noi molto semplicemente tra utopia e fantasia in “La Evangelio de la Horo”.'

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