Colonne anarchiche

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Durante le prime fasi della rivoluzione spagnola, la reazione popolare al golpe dei nazionalisti di Franco si organizzò sulla base di milizie anarchiche e antifasciste che andarono a costituire un fronte anti-nazionalista e rivoluzionario ben diverso dal normale esercito, Nelle milizie erano bandite le divise e l'appartenenza all'una o all'altra formazione era indicata dal colore dei fazzoletti.

Organizzazione

Durruti in "divisa" da combattimento

Le colonne degli anarchici erano organizzate secondo i principi assembleari e le decisioni venivano prese attraverso la democrazia diretta, evitando così le gerarchie di comando. Anche le milizie del POUM, partito comunista anti-stalinista, venivano organizzate in maniera similare.

Solitamente il modello organizzativo fu il seguente: l'unità più piccola era il "gruppo" formato da una decina di miliziani, che aveva per rappresentante un delegato democraticamente eletto; dieci gruppi formavano una "Centuria", con un delegato di centuria eletto come rappresentante della stessa; un numero di centurie non prefissato, ma dipendente dalle esigenze belliche delle diverse zone, costituiva un "Batallón" (Battaglione); l'insieme dei Battaglioni andava a costituire una "Colonna". La Colonna era gestita da un comitato di guerra, potenzialmente rimovibile, eletto dai miliziani, che potevano contare anche su un certo numero di aggregati ex ufficiali dell'esercito, esperti di artiglieria e nell'uso degli esplosivi.

Abel Paz, racconta in Durruti en la Revolución española, com'era organizzata la «Colonna Durruti»:

«Comité de Guerra (Comitato di Guerra). Durruti, Ricardo Rionda, Miguel Yoldi, Antonio Carreño e Luis Ruano. Unità maggiore, l'Agrupación, composta da 5 Centurie di un centinaio di uomini, ripartiti in quattro gruppi di venticinque. Ogni unità di queste aveva a capo un delegato nominato dalla base e revocabile in ogni momento. La responsabilità rappresentativa non conferiva privilegio né gerarchia di comando.
Consejo Técnico-militar (Consiglio Tecnico-militare). Era costituito dai militari (ufficiali) presenti nella Colonna. Il suo rappresentante era il comandante Pérez Farras e la missione di questo consiglio era fornire suggerimenti al Comité de Guerra. Non disponeva di privilegio alcuno né gerarchia di comando.
Grupos Autónomos (Gruppi autonomi). Il Grupo Internacional (francesi, tedeschi, italiani, marocchini, inglesi e americani.), arrivò a contare sino a 400 uomini. Il suo delegato generale, collegato col Comité de Guerra, era il capitano di artiglieria francese chiamato Berthomieu, che morirà in settembre durante un'azione di guerra.
Grupos Guerrilleros (Gruppi guerriglieri). Missione linea nemica. Lo formavano: 'Los Hijos de la Noche', 'La Banda Negra', 'Los Dinamiteros', 'Los Metalúrgicos' e altri.»

Riguardo al problema della disciplina, Buenaventura Durruti disse:

«Avere disciplina per me non significa nient'altro che badare alla propria responsabilità ed a quella degli altri. Sono contro ogni disciplina da caserma; conduce soltanto alla brutalizzazione, all'odio, a funzionari privi di coscienza. Ma tanto meno voglio qui parlare di una libertà malintesa, come la pretendono i vigliacchi, per rendersi facile la vita. Nella nostra organizzazione, la CNT, prevale una retta comprensione della disciplina; e ad essa dobbiamo il fatto che gli anarchici rispettano le decisioni dei compagni ai quali hanno conferito la propria fiducia. In tempo di guerra occorre obbedire ai delegati eletti, altrimenti qualsiasi operazione è condannata al fallimento. Se gli uomini non sono d'accordo con loro, nelle riunioni devono deporre i propri rappresentanti a sostituirli.» [1]

Va notato che molti dei leader anarchici durante la guerra erano stati impegnati in attività antimilitariste, alcuni dei quali (ad esempio Durruti) avevano dovuto lasciare il paese a causa del rifiuto di svolgere il servizio militare. Quest'antimilitarismo permeava i discorsi di molti miliziani anarchici, ma non era poi visto come in contraddizione con il loro spirito rivoluzionario, giacché loro obiettivo non era quello di costituire un esercito permanente ma di difendere la rivoluzione e sconfiggere i fascisti di Franco.

Colonne anarco-sindacaliste

Colonne e unità armate anarco-sindacaliste (CNT) nella guerra civile spagnola: [2]

'NOMÈ 'MARCIA FINO AL FRONTÈ 'INQUADRAMENTO POSTERIORÈ
Columna Durruti “Grupo Internacional” Da Barcellona al fronte di Aragona, 23 luglio 1936 118 BM (Brigata Mista) <Columna Carod
119 BM <1º Reg. División Durruti
120 BM <2º Reg. División Durruti
121 MB <2º Reg. División Durruti
Columna Ortiz Da Barcellona al fronte di Aragona, 24 luglio 1936
Grupo Internacional “Eric Mühsam” della Columna Ascaso Da Barcellona al fronte di Aragona, 25 luglio 1936 125 BM <Reg. “Durruti” della División Ascaso
126 BM <Reg. “19 de Julio” della División Ascaso
Columna Los Aguiluchos Da Barcellona al fronte di Huesca, tra il 20 e 25 agosto 1936 125 BM
Centuria Tchapaiev nel Corpo spedizionario a Mallorca 16 agosto 1936 Columna Roja y Negra
Columna Tierra y Libertad
Columna Roja y Negra Da Barcellona al fronte di Huesca, all'inizio del settembre 1936 127 BM
Columna Tierra y Libertad Da Barcellona al fronte di Madrid, a metà ottobre del 1936
Centuria Giustizia e Libertà Creata il 17 agosto 1936, in marcia al fronte di Aragon Columna Ascaso
Batallón Garibaldi
Batallón de la Muerte o Centuria Malatesta Da Barcellona al fronte di Aragon, marzo 1937 142 BM
Batallón Garibaldi
Anarchici tedeschi
Batallón Britannico
Compañía Pancho Colonna Carlo Marx

Fronti di combattimento

In questo capitolo si tenterà di ricostruire le attività delle colonne anarchiche (FAI e FIJL) e anarco-sindacaliste (CNT) nei vari fronti aperti durante la rivoluzione spagnola. Non si tratta di un compito facile perché molto spesso queste milizie ebbero vita breve confluendo interamente o in parte in altre e determinando continui rimescolamenti di uomini e armamenti. Quel che è certo è che le organizzazioni libertarie durante la cruenta contesa riuscirono a mobilizzare una grandissima quantità di uomini e donne nei primi momenti successivi alla sollevazione fascista di Franco ed anche in seguito quando il reclutamento divenne obbligatorio su imposizione del governo repubblicano.

Fronte dell'Est

  • Fronte di Aragon:

L'offensiva sul fronte d'Aragona da parte dei repubblicani iniziò il 24 agosto 1937 e durò circa un mese, ma senza risultati risolutivi per la guerra. L'obiettivo politico del governo centrale socialista, presieduto da Negrín e con Prieto ministro della difesa, era quello di arrestare l'avanzata dei golpisti e riprendere il controllo del fronte repubblicano aragonese incorporando le divisioni anarchiche (che avevano contribuito a dare vita ad un'entità autonoma rivoluzionaria: il Consejo Regional de Defensa de Aragón) e comuniste (POUM) nel neonato Esercito dell'Est con a capo il generale Pozas Perea. Le colonne anarchiche che presero parte all'offensiva furono:

  1. Colonna Durruti: le milizie formatesi a Barcellona ebbero l'incarico di marciare verso Saragozza, la capitale dell'Aragona, con l'intento di liberarla dai fascisti e permettere così di collegare la Catalogna con la seconda regione industriale del paese, i paesi Baschi. Il tentativo però non riuscì per diversi motivi. La Durruti fu la prima colonna autorganizzata e poi a mettersi in marcia da Barcellona.
  2. Colonna Ortiz: il 24 luglio 1936 partì da Barcellona, in direzione Caspe, una colonna anarchica formata da 800 uomini e guidata da Antonio Ortiz Ramírez che assunse la denominazione di "Segunda Columna", "Columna Sur-Ebro", "Columna Ortiz" o "Columna Roja y Negra" (fino a quando si creò una colonna con il medesimo nome). Seconda milizia catalana autorganizzatasi, gradualmente crebbe di numero perché assorbì gruppi formatisi spontaneamente e disorganizzati.
  3. Colonna Ascaso: questa fu la terza milizia autorganizzata a Barcellona durante la resistenza del luglio 1936 al golpe di Franco. Salì al fronte di Aragón il 25 luglio con 2.000 miliziani. Alla Colonna Ascaso si incorporarono i gruppi internazionali "Giustizia e Libertá" e il "Batallón de la Muerte o Centuria Malatesta". Stava localizzata nel settore di Huesca ed era diretta da Cristóbal Alvaldetrecu, Gregorio Jover e Domingo Ascaso.
  4. Colonna Los Aguiluchos: questa fu l'ultima delle grandi colonne anarco-sindacaliste catalane. Organizzata nel quartiere Bakunin di Barcellona, fu inviata a Huesca il 28 agosto 1936. I suoi comandanti furono Garcia Oliver e Miguel García Vivancos.
Simone Weil in divisa da miliziana della Colonna Durruti
  • Fronte di Teruel:

La battaglia di Teruel (dicembre 1937-febbraio 1938) fu un episodio decisivo per le sorti del conflitto in quanto le forze repubblicane, dopo una prima vittoria in cui conquistarono la città di Teruel (fine dicembre 1937), subirono ingenti perdite di uomini e mezzi a causa della imponente reazione dei franchisti (febbraio 1938). I nazionalisti, dopo la vittoria suq eusto fronte, poterono avanzare da lì con un gran numero di uomini verso la Catalogna. Le colonne anarchiche impegnate nella battaglia furono le seguenti:

  1. Columna de Hierro: formata da miliziani provenienti da Valencia, Sagunto, Alcoy, Segorbe ed altri paesi e città dei dintorni di Valencia, questa colonna si distinse per la sua radicalità. Parteciparono alle battaglie nel Fronte di Teruel con i suoi 3.000 combattenti, anche se nelle loro liste risultavano circa 20.000 volontari, che nella maggior arte dei casi però rimanevano nelle retrovie a causa di un'insufficiente armamento. José Pellicer Gandía, detto il «Durruti valenciano», fu uno dei fondatori della Colonna e una delle figure di maggior spicco della stessa.
  2. Columna Torres-Benedito: organizzata a Valencia, fu posta sotto il comando di Pepe Benedito e spedita a Corbalan. In questa colonna vi confluì anche la piccola Columna Iberia.
  3. Columna del Rosal: giunta da Madrid ed integrata da 8 centurie della colonna Tierra y Libertad, del battaglione Mora, Juvenil Libertario, Orobón Fernández e Ferrer. Era comandata dal tenente colonnello Del Rosal e dall'anarchico Cipriano Mera come delegato delle milizie. Una parte, nel novembre del 1936, formata da 1000 uomini, ritornò a Madrid, dove fu conosciuta col nome di Colonna Palacios-Mera, impegnata nella difesa della capitale dall'aggressione fascista.
  4. Columna Peire: piccola colonna attiva tra Teruel e Cuenca.

Fronte del Nord

  • Battaglioni della CNT nelle Asturie:

Nelle Asturie operarono 11 battaglioni della CNT, conosciute col nome di CNT num.1, num.2 e così via sino al 9. Si conoscono i nomi dei delegati di questi nove battaglioni: Miguélez, Onofre G. Tirador, Víctor Álvarez, Celestino Fernandez, Higinio Carrocera, Faustino Rodríguez, Mario Cuesta, Marcelino Álvarez (JJ.LL.) e José García (Josepín). Gli altri due battaglioni mancanti erano il Galicia, sotto il comando di Ramón Iglesias e formata da anarchici galiziani, e il Cubedo, in mano al Partito Sindicalista [3], ma composto da varie compagnie cenetiste.

  • Paesi Baschi:

Il contributo anarchico alla lotta in difesa dei Paesi Baschi fu dato da sette battaglioni di fanteria e uno di ingegneria militare. In tutit i modi, le unità di prima linea si ridussero a 6, giacchè uno dei battaglioni di fanteria, il nº 65 "Internacional", si convertì in battaglione di "Riserva" infermieristico e di sostituzione delle unità di lotta.

Essi assunsero i seguenti nomi: "Bakunin", "Malatesta", "Isaac Puente" e "Sacco Vanzetti". Alla fine dell'anno comparvero il n° 5 e n° 6, "Durruti" e "Celta" e il primo di Ingegneri "Manuel Andrés". All'inizio di gennaio 1937 comparve il 7° della CNT, l'"Internacional" o "Riserva".

Fronte Sud

  • Intorno a Granada operò la Columna Maroto. Da Malaga giunse la Columna CEFA (Confederación Española de Federaciones Anarquistas).
  • A Malaga operarono inizialmente 5 centurie anarchiche. Dopo la militarizzazione, la CNT controllò 4 battaglioni.
  • In Extremadura operò la Columna Andalucía-Extremadura. Il processo di militarizzazione avenne in due fasi: inizialmente si formarono due reggimenti, il primo comandato dai comunisti e il secondo diviso tra comunisti, repubblicani, socialisti e anarchici, determinando una lotta politica per il suo controllo. In quest'ultima la CNT aveva un battaglione, il "Pio Sopena". Nella seconda fase i reggimenti si convertirono in Brigate Miste. Il secondo reggimento divenne la 91° Brigata Mista, guidata inizialmente dal comandante Pina e successivamente dal libertario Olegario Pachon.

Fronte del Centro

  • Difesa di Madrid:

Durante le prime settimane la CNT giocò, senza dubbio, un ruolo importante nella difesa di Madrid e nella formazione di unità militarizzate, contribuendo alla riconquista di numerosi luoghi caduti in mano ai nazionalisti. Gli anarchici furono decisivi nella riconquista del quartiere Montaña di Madrid, grazie alla capacità di raggruppare velocemente centinaia di miliziani. Molti anarchici si opposero alla militarizzazione, ma alla fine prevalsero le tesi autoritarie peraltro appoggiate anche da anarchici come Cipriano Mera. Infine si costituì la 14° Divisione, anche se molti anarchici preferirono non farsi inquadrare cercando libertà d'azione in unità senza controllo.

Al termine del 1936, su 85 mila miliziani impegnati nella difesa di Madrid e dei dintorni, ben 30 mila erano anarchici. Le colonne confederali implicate nella difesa della capitale erano:

  1. Colonna Palacios-Mera: altro non è che una parte della Columna del Rosal (impegnata nel fronte di Teruel) che converse a Madrid nel novembre del 1936 per difendere la capitale dall'aggressione nazionalista.
  2. Colonna Durruti: durante l'autunno del 1936 fu chiesto alla colonna di Buenaventura Durruti di spostarsi dal fronte di Aragona per andare a combattere a Madrid dove i franchisti con l'appoggio dell'aviazione tedesca e italiana avevano sferrato un massiccio attacco per prendere la città.
  3. Colonna Tierra y Libertad: subito dopo la Colonna catalano "Libertad" legata al PSUC, che raggiunse Madrid a metà ottobre 1936, fu la colonna anarchica di Tierra y Libertad, forte di 1500 miliziani, a raggiungere la capitale spagnola. Organizzata da Federica Montseny e Diego Abad de Santillán, con delegato il portoghese Germinal de Sousa, la colonna fu costituita da volontari della sfortunata spedizione a Maiorca. Secondo la testimonianza di Garcia Oliver, decisivo fu il ruolo avuto dal Comitato Centrale delle Milizie Antifasciste di Catalogna, entro il quale si svolsero aspri conflitti tra i vari leader anarchici. .
  4. Colonna España Libre: si costituisce in ottobre ed inizialmente fu conosciuta come "Batallón España Libre" legata alla Colonna CNT di Cipriano Mera, che presto si quadruplicò in 4 battaglioni CNT di Alicante e Murcia nelle colonne del colonnello Mena. In seguito assunse il nome di Columna España Libre ed assegnata alla Colonna Prada nella difesa di Madrid. Durruti morì a Madrid il 20 novembre 1936, mentre il governo centrale portava avanti il processo di militarizzazione delle colonne antifasciste.

Altri nomi dei battaglioni confederali: Juvenil Libertario, Orobón Fernández, Sigüenza, Espartacus, Toledo, Pestaña...Allo stesso modo, centinaia di libertari combatterono in altre unità sotto il controllo repubblicano, socialista o comunista. Per esempio, circa cento cenetisti combatterono nella colonna Mangada. Sul fronte di Toledo operò la columna Amor y Libertad, comandata da Amor Nuño della FIJL.

Scioglimento delle milizie

I gruppi della CNT, che controllavano il Comitato Centrale delle Milizie Antifasciste di Catalogna (CCMA), sin da metà agosto si trovarono in sintonia con gli altri membri del Comitato per considerare terminata la sua esperienza storica e ridar vita ad un governo della Generalitat più forte e stabile. L'annuncio fu dato il 27 settembre ed oltre a prevedere la soppressione del CCMA (avvenuta il 2 ottobre), prevedeva l'ingresso di tutte le forze antifasciste in un nuovo governo catalano. L'idea era quello di migliorare l'efficienza ed evitare la duplicazione dei poteri.

Il nuovo capo del governo Largo Caballero, che aveva ricevuto l'incarico il 4 settembre, dichiarò che il suo primo obiettivo era la difesa della repubblica e la vittoria sui militari ribelli. Per far questo egli riteneva che bisognasse farla finita con le milizie e costruire un vero esercito popolare.

Manifesto della Columna de Hierro, ultima colonna anarchica ad accettare la militarizzazione

Con un primo decreto del 28 settembre si autorizzò l'entrata degli ufficiali della milizia, nominati dai soldati ai loro ordini, nei quadri degli ufficiali di carriera. Con i successivi - 30 settembre e 7 ottobre - il governo ordinò la mobilitazione di tutte le classi 1932-1935. Le nuove reclute venivano assegnate esclusivamente ai ranghi dell'esercito e non più alle milizie. Si ristabilivano i gradi militari, il saluto militare e tante altre misure volte a smantellare le milizie.

Il 10 ottobre nacque ufficialmente il nuovo esercito popolare repubblicano. [4]. Nella sostanza questo significa che ogni GRUPPO' si trasformava in PLOTONÈ; ogni CENTURIA in COMPAGNIA; ogni COLONNA in REGGIMENTO. Il 16 ottobre, Largo Caballero assunse il comando unico dell'Esercito e delle milizie. Con quest'ultimo passò si passò quindi definitivamente al comando unico.

Tutte le milizie che rifiutavano il decreto non avrebbero più ricevuto rifornimenti di alcuni tipo (cibo ed armi). Nonostante la dirigenza della CNT, le truppe accettarono di malavoglia questo passo indietro rispetto ai principi libertari, ma gradualmente le milizie entrarono nei ranghi dell'esercito popolare. L'ultima Colonna anarchica ad accettare la militarizzazione fu la Columna de Hierro di José Pellicer.

Ci furono anarchici come Garcia Oliver e Cipriano Mera che sostennero la militarizzazione, altri come Diego Abad de Santillán che in seguito si pentiranno dell'appoggio dato al decreto:

«Sapevamo che, se non si vinceva la guerra, neanche la rivoluzione poteva vincere. Perciò,, bisognava sacrificare tutto alla guerra. Alla fine, sacrificammo la rivoluzione stessa, senza renderci conto che, in questo modo, sacrificavamo gli scopi della guerra... Il comitato delle milizie aveva garantito l'autonomia della vera Spagna. Ma ci dissero, e ci ripeterono instancabilmente: finché continuerete a sostenere il potere del popolo non manderemo armi in Catalogna; non vi daremo divisa straniera per comprare armi all'estero; non manderemo materie prime alle vostre industrie...Perciò lasciammo cadere il comitato. Ci limitammo ad assicurarci il ministero della difesa ed altri ministeri vitali, per non perdere la guerra e con essa tutto il resto». [5]

Note

  1. Hans Magnus Enzensberger, La breve estate dell'anarchia, Feltrinelli, pag. 235
  2. Tabella tratta da Milicias_anarquistas_y_anarcosindicalistas_en_la_guerra_civil_espanyola.1936-39, pag. 69
  3. Fondato nel 1931 dall'anarchico moderato Angel Pestaña
  4. Decreto de militarización de las Milicias populares
  5. H. M Enzensberger, La breve estate dell'anarchia, Feltrinelli, pag. 219