Carlo Rosselli

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Carlo Rosselli (con gli occhiali) e Filippo Turati

Carlo Rosselli (Roma, 16 novembre 1899 – Bagnoles-de-l'Orne, Francia, 9 giugno 1937) è stato un "socialista liberale", uno storico e un antifascista italiano.

Biografia

Carlo Rosselli nasce a Roma il 16 novembre 1899 presso una famiglia in cui sia il padre (Giuseppe Emanuele Rosselli) che la madre (Amelia Pincherle) vantavano una lunga tradizione familiare repubblicana e con partecipazioni ai moti risorgimentali (Giuseppe Mazzini morì in una casa dei Rosselli a Pisa e un parente di Amelia Pincherle fu ministro durante il breve periodo di potere repubblicano) [1]. In famiglia, Carlo è il secondo di tre figli: Aldo (1895-1916) è il primogenito, mentre l'anno seguente nascerà Nello (19001937).

Dopo il divorzio dei genitori, i figli seguono la madre, Amelia, a Firenze, dove Carlo non si dimostra studente molto diligente. Morto Aldo durante il primo conflitto mondiale, nel giugno del 1917 Carlo va a svolgere il servizio militare, congedandosi come tenente senza però aver mai partecipato ad un combattimento. Il servizio militare è però importante per la sua vita perché lo mette in condizione di conoscere la povertà di alcuni suoi commilitoni provenienti dalle classi meno agiate.

Laureatosi in Scienze Sociali nel 1921 con una tesi sul sindacalismo, Nello gli presenta Gaetano Salvemini, noto intellettuale antifascista ed in seguito tra i fondatori negli USA della Mazzini Society. Per Salvemini, con cui Carlo partecipa all'intensa attività del "Circolo di cultura fiorentina", la tesi di laurea di Rosselli era un modo di ricercare una forma di socialismo che potesse inglobare le idee liberali. In quel periodo conosce anche Piero Gobetti, Luigi Einaudi, Pasquale Jannacone e Achille Loria.

Dopo il XIX congresso del partito socialista (1922), che decreta l'espulsione dei riformisti di Treves, Turati e Matteotti, Carlo Rosselli si schiera con la corrente riformista che sancirà la nascita del partito socialista unitario, a cui si iscriverà dopo il barbaro assassinio di Matteotti.

Laureatosi anche in legge, con tesi Prime linee di una teoria economica dei sindacati, si trasferisce a Londra qualche mese per approfondire i suoi studi. Nel 1925 Carlo, Nello Rosselli ed Ernesto Rossi fondano il giornale clandestino «Non Mollare», a cui i fascisti rispondono devastandogli la casa materna e aggredendolo fisicamente Carlo.

Bandiera di Giustizia e Libertà, movimento antifascista costituitosi a Parigi nel 1930

Nel 1926 si sposa con l'eterna fidanzata Marion Cave, a luglio abbandona l'insegnamento e subisce la soppressione fascista del giornale socialista Il Quarto Stato, che indurrà Carlo Rosselli, Ferruccio Parri [2] e Riccardo Bauer ad organizzare l'espatrio clandestino di molti uomini socialisti minacciati dai fascisti: es. Treves, Saragat e Turati.

Condannato insieme a Ferruccio Parri nel 1927 a 5 anni di confino a Lipari per aver organizzato l'espatrio di Filippo Turati, riesce ad organizzare la propria fuga insieme ad Emilio Lussu, [3] [4]Francesco Fausto Nitti, futuro comandante nella rivoluzione spagnola della centuria Errico Malatesta, e Gioacchino Dolci. Giunti a Parigi nel luglio 1929, Rosselli riprende la sua attività politica nell'ambito del "fuoriuscitismo" antifascista. [5] Nel novembre 1929 è tra i fondatori del movimento rivoluzionario antifascista Giustizia e Libertà, che unisce democratici, socialisti e repubblicani [6]. Carlo Rosselli, insieme ad Alberto Tarchiani, descrive su «Stampa Libera» il cosiddetto "volo di Bassanesi" [7] ed edita in lingua francese il testo Socialismo liberale. Nel biennio [1930]-32 Carlo e Nello si occupano delle pubblicazioni antifasciste, in particolare dei «Quaderni di Giustizia e Libertà».

Disciolta nel 1934 la Concentrazione antifascista parigina a causa di dissidi anche con Giustizia e Libertà, denuncia le occupazioni coloniali italiane (Perché siamo contro la guerra d'Africa?, 1935) e poi parte volontario in Spagna per combattere nelle fila del fronte rivoluzionario antifranchista.

L'opera dei fratelli Rosselli evidentemente infastidisce non poco il regime fascista: Carlo e Nello Rosselli vengono assassinati il 9 giugno 1937 a Bagnoles-de-l'Orne (Francia) da affiliati dell'organizzazione terroristica di destra "La Cagoule" (vedere paragrafo seguente).

I fratelli Rosselli sono inizialmente sepolti nel cimitero monumentale parigino di Père Lachaise, ma i familiari nel 1951 ne traslarono le salme al cimitero di Trespiano (Firenze).

L'assassinio dei fratelli Rosselli e sviluppi conseguenti

I fratelli Rosselli (Nello e Carlo) sono assassinati a Bagnoles-de-l'Orne (risiedevano in quel momento presso l'istituto delle cure termali) da un gruppo di fuoco del gruppo di estrema destra "La Cagoule" [8] il 9 giugno del 1937, ma dal processo conseguente messo in piedi nel dopoguerra risulterà che i mandanti furono il servizio segreto fascista in accordo con Galeazzo Ciano che era sia genero che ministro di Mussolini [9].

"La Cagoule" si spezzerà in due tronconi durante la Resistenza Francese, in seguito alla quale una parte si schiererà con i partigiani. Con alcuni elementi di spicco de "La Cagoule" (es. Jean Bouvyer) ebbe intimi rapporti di amicizia François Mitterrand, prima partigiano durante l'occupazione nazista e poi futuro presidente della repubblica. Dopo il secondo conflitto mondiale François Mitterrand, divenuto politico socialista (prima ministro e più avanti presidente della repubblica) si interesserà per salvare dal carcere il suo amico d'infanzia Jean Bouvyer e per impedire che saltassero fuori i nomi dei militanti e/o simpatizzanti de La Cagoule [10].

Il pensiero e l'azione

Il "socialismo liberale" e l'influenza di Piero Gobetti

Per comprendere il percorso politico-ideologico di Carlo Rosselli, e di una frangia di Giustizia e Libertà, occorre sottolineare i legami che intercorsero tra la sua formazione politica e la figura di Piero Gobetti [11], giovanissimo intellettuale antifascista, morto a soli 25 anni (1926) a Parigi in seguito alle conseguenze di un pestaggio subito tempo prima dai fascisti.

Rosselli incontra Piero Gobetti nel 1922, quando questi già pubblicava «La Rivoluzione Liberale». Gobetti diviene per Rosselli un'importante figura di riferimento, le cui idee possono essere riassunte, seppur superficialmente, da alcune sue citazioni:

«La borghesia ha perso ogni funzione propositiva, è una classe parassita che si è adagiata e aspetta tutto dallo Stato; si blocca così ogni istanza di rinnovamento: la funzione liberale e libertaria è assunta dal proletariato.»
«O accettare la lotta di classe e chiamare gli operai al mito libertario od accontentarsi del fascismo, palingenesi collaborazionista e morale socialdemocratica.»

Per Carlo Rosselli il risorgimento era terminato in maniera incompleta, con un compromesso fallimentare che non aveva portato a termine il processo veramente democratico auspicato, in cui le maggiori colpe erano attribuite alla casa monarchica dei Savoia. Si trattava quindi di portare avanti questo processo di trasformazione sociale, eliminando innanzitutto la monarchia, che restituisse all'individuo quell'autonomia che il liberalismo borghese e capitalista aveva impedito. La libertà, quindi, come mezzo e come fine. Il suo socialismo era ben distante dai principi partitici e riformistici del PSI, un "socialismo liberale" inteso in senso "attivistico", in cui l'influenza di Gobetti era evidentissima. Per l'uno e l'altro il "liberalismo" era da intendere non come mero individualismo, bensì come iniziativa di individui capace di organizzare e sollevare le masse e di imporre la propria volontà allo status quo. Il socialismo di Rosselli e la "rivoluzione liberale" di Gobetti erano di conseguenza entrambi rivoluzionari e per nulla inclini al compromesso.

Per chiarire meglio le sue idee al riguardo, nel 1930 a Parigi pubblica Socialismo liberale. Attraverso questo saggio egli cerca di superare il marxismo affermando la prevalenza dei fini sui mezzi e proponendo a modello il socialismo del laburismo inglese (antimarxista, antideologico, federativo), come pensiero, e il self-government (autogoverno) americano, come azione. [12]

«Il socialismo non è che lo sviluppo logico, sino alle sue estreme conseguenze, del principio di libertà. Il socialismo è liberalismo in azione, è libertà che si fa per la povera gente.»

Il fascismo: critica agli "aventiniani" e il vero antifascismo

Già sulla presa di posizione che ebbero i partiti democratici con la "fuga" sull'Aventino, in seguito all'assassinio di Giacomo Matteoti (11 giugno 1924) [13] Carlo Rosselli ha posizioni ben nette di critica verso i socialisti riformisti (accusati di codardia), che poi espliciterà ancor meglio dopo la costituzione a Parigi (novembre 1929) di Giustizia e Libertà – movimento antifascista rivoluzionario e apartitico, che riuniva elementi democratici, repubblicani e socialisti. Rosselli e i giellisti (militanti di Giustizia e Libertà ), a proposito degli "aventiniani" scriveranno sui quaderni di «Giustizia e Libertà» dell'8 giugno 1934 [14]:

«L'opposizione diventava per la prima volta opposizione, minoranza; come minoranza, avrebbe potuto darsi una psicologia virile, d'attacco. Ma aveva troppi ex nelle sue file, era troppo appesantita da uomini che avevano gustato le gioie del potere e della popolarità [...] Fu questo il miracolismo dell'Aventino. Credere di poter vincere con le armi legali l'avversario che ha già vinto sul terreno della forza. Pregustare le gioie del trionfo mentre si riceve la botta più dura. Evitare tutti i problemi (Piero Gobetti diceva: "l'Aventino ha un mito, il mito della cautela) sperando che la borghesia dimentichi il '19.»
«Quanto alle masse popolari, che si mostravano nei primi giorni in stato di effervescenza, guai a chi avesse tentato metterle in movimento! Solo i comunisti e le minoranze giovani chiesero lo sciopero generale. Ma le opposizioni non vollero, per non spaventare la borghesia e il sovrano [...] La decisione di ritirarsi dai lavori della Camera non fu un atto volontario diretto a portare battaglia nel paese, ma un atto necessario di chi, non potendone più, si ritira. Ma poiché la retorica vuole la sua parte, così l'Aventino fu presentato alle masse come la decisione energica di gente che passa all'attacco [...] Ma non ci fu verso di fare intendere la realtà ai capi dell'Aventino. Essi, che concepivano la rivoluzione sotto la forma di dimissioni di due ministri militari, giudicarono quel discorso l'ultimo disperato tentativo di salvataggio di un uomo [Matteotti] ormai liquidato di cui non valeva la pena di occuparsi.»

Per Rosselli, ma anche per Piero Gobetti, la nascita e lo sviluppo del fascismo era stato possibile dalla mancanza di lotte religiose riformatrici nella storia italiana, da lui ritenute il «lievito essenziale del liberalismo». La maniera in cui Carlo intendesse sconfiggere il fascismo era assai affine ai "mezzi" anarchici, ovvero attraverso l'insurrezione e l'azione diretta:

«[...] oggi non è concepibile condurre la nostra battaglia su una piattaforma di partito [...] Pensare che la fine del fascismo venga dalla metamorfosi e dall'azione dei partiti politici è assurdo» (Foglio n° 10 di Giustizia e Libertà , settembre 1939)

Anarchici e "Giustizia e Libertà "

La centuria Errico Malatesta fu comandata da Francesco Fausto Nitti, che fu anche tra i fondatori di Giustizia e Libertà

Inzialmente socialista, poi "socialista liberale", Carlo Rosselli ebbe ottimi rapporti con gli anarchici durante l'oscuro periodo fascista e quello della rivoluzione spagnola [15].

In ricordo dei rapporti tra Carlo Rosselli e l'anarchico Camillo Berneri, accomunati da una grande amicizia (insieme condivisero i momenti in cui pareva che la Rivoluzione Sagnola e anche dalla morte violenta (Berneri fu ucciso il 5 maggio 1937 dai sicari stalinisti, Rosselli fu colpito a morte da sicari fascisti francesi, su mandato di Galeazzo Ciano, il 9 giugno seguente), il 3 febbraio del 2000 la "Biblioteca Franco Serantini" ha organizzato un convegno intitolato Carlo Rosselli, Camillo Berneri, la Guerra di Spagna e l'anarchismo iberico, in cui è stata rilevata ed evidenziata l'affinità di pensiero e azione tra anarchici e miliziani antifascisti di Giustizia e Libertà [16], soprattutto durante la lotta contro la dittatura fascista in Italia e contro quella franchista in Spagna [15]. Non è un caso che Giustizia e Libertà diverrà un punto di riferimento per gli anarchici, soprattutto sul piano dell'azione diretta, e in particolar modo dopo la pubblicazione su «Giustizia e Libertà» di un articolo di Rosselli intitolato Contro lo Stato, salutato da Camillo Berneri con grande favore.

È bene ricordare inoltre, che tra i fondatori di Giustizia e Libertà ci fu anche Francesco Fausto Nitti, chiamato il "Comandante Rosso", che assunse il comando della "colonna anarchica Malatesta" o "Battaglione della Morte", la quale, assieme alla Colonna Buenaventura Durruti ed ad altre formazioni antifranchiste, fece da copertura ai miliziani antifascisti durante la Retirada [17]

Rosselli durante la rivoluzione spagnola

Quando il governo repubblicano del Fronte Popolare rispose militarmente al golpe del fascista Francisco Franco nella Spagna del 1936, Rosselli si schierò al fianco delle forze antifasciste, criticando duramente le politiche del "non-intervento" dei francesi e degli inglesi, che non si mossero nemmeno di fronte all'appoggio dato dai nazifascisti ai golpisti. Nell'agosto del 1936, Rosselli si partì verso il fronte di Aragona, ove diede il suo contributo militare alla lotta contro Franco; tentò di costituire un battaglione (intitolato a Matteotti) e nel novembre dello stesso anno, attraverso le frequenze di Radio Barcellona, pronunciò uno storico discorso rivolto agli italiani antifascisti:

«È con questa speranza segreta che siamo accorsi in Ispagna. Oggi qui, domani in Italia. Fratelli, compagni italiani, ascoltate. È un volontario italiano che vi parla dalla Radio di Barcellona. Non prestate fede alle notizie bugiarde della stampa fascista, che dipinge i rivoluzionari spagnuoli come orde di pazzi sanguinari alla vigilia della sconfitta» [18].

Nella prima Brigata italiana, che in seguito prenderà il nome “Colonna Italiana Rosselli”, militarono pure gli anarchici Camillo Berneri e Umberto Marzocchi. In Carlo Rosselli e gli anarchici, Marzocchi sottolineò la ripprovazione di Rosselli verso i massacri subiti dagli anarchici, soprattutto per colpa degli stalinisti:

«Infatti Rosselli considerava una barbarie le stragi di anarchici in Catalogna, tra cui l'uccisione di Camillo Berneri, l'anarchico che lo affiancava nella guida della Prima colonna italiana formata da tremila antifascisti, i primi accorsi in Spagna.»

Note

  1. Albero genealogico della famiglia Rosselli
  2. Antifascista integerrimo ed uno dei più significativi leader di Giustizia e Libertà verrà messo politicamente fuori gioco ben presto dal duopolio DC-PCI un pò dopo la Liberazione
  3. «Emilio Lussu inizialmente considerò di scarsa importanza i fascisti, ma ben presto cambiò idea [...] fu sempre consapevole che la vittoria sarebbe stata raggiunta (come in effetti fu) soltanto militarmente: da qui l'organizzazione degli Arditi del Popolo contro gli squadristi fascisti; la progettazione di un'insurrezione antifascista e repubblicana in Sardegna; l'intervento nella rivoluzione di Spagna con le Brigate internazionali e la partecipazione alla lotta di liberazione nel Partito_d'azione.» (Centro Studi Emilio Lussu)
  4. Emilio Lussu scriveva che gli ex combattenti erano tutti dei socialisti potenziali: avevano maturato una concezione internazionalista in trincea... «Per capire la contraddittorietà, ma anche la sincerità di quelle tensioni ideali, pensa alle simpatie che la rivoluzione Russa riscuote tra molti legionari Fiumani!... Si tratta di una pagina di storia che poi è stata “accomodata” e nascosta, ma fa pensare... Perché per il fascismo era importante appropriarsi anche dell'esperienza Fiumana? È semplice: perché il fascismo non aveva la storia del partito socialista, non aveva dietro di sé la cultura cattolica del partito popolare, non aveva neppure le vecchie tradizioni risorgimentali dei liberali; si trattava di un movimento nuovo, che si muoveva solo nella logica della presa del potere, privo di solide radici ideologiche o simboliche, che cercava di “mettere il cappello” ad un'ampia fetta di popolazione in cui era percepibile un disagio istintivo... Il fascismo aveva, insomma, l'esigenza di appropriarsi di una “storia” altrui, non avendone una propria...» (Intervista di Ivan Tagiaferri, autore di Morte alla morte e profondo conoscitore della storia degli Arditi del Popolo
  5. recensione di Mimmo Franzinelli, Il delitto Rosselli, 9 giugno 1937. Anatomia di un omicidio politico
  6. Nascita di GL
  7. L'11 luglio 1930 Giovanni Bassanesi volò su Milano lanciando volantini inneggianti alla rivolta contro il regime. Fonte: [1]
  8. «A Montecarlo, quattro giorni dopo, lunedì 22 marzo 1937, il maggiore dei reali carabinieri Roberto Navale, comandante del Sim di Torino, incontra un dirigente della più feroce organizzazione fascista francese: la Cagoule, e gli commissiona il delitto di Carlo Rosselli. Per metterlo a punto, gli uomini della Cagoule si vedranno con gli agenti del Servizio Informazione Militare e con il responsabile del controspionaggio Italiano colonnello Santo Emanuele altre due volte, a Torino ed a San Remo. Una di queste volte era presente anche Filippo Anfuso, il capo di Gabinetto del Ministero degli Esteri.» (Il Delitto Rosselli)
    Filippo Anfuso Venne condannato a morte in contumacia a Roma nel 1945 dall'Alta Corte di Giustizia per collaborazionismo con i nazisti e per crimini fascisti. Dopo la guerra, si rifugiò in Francia, dove venne arrestato, detenuto ed indagato per due anni. La Giustizia francese lo rilasciò nel 1948 con un non luogo a procedere nei suoi confronti. Si rifugiò in Spagna. In Italia venne assolto con una sentenza della Corte d'Appello di Perugia nel 1949. Tornato in Italia nel 1950, aderì al Movimento Sociale Italiano e nel 1953 venne eletto deputato per tre legislature.Sostenitore della NATO in funzione anticomunista nel 1963, mentre concionava alla Camera, venne colto da malore e crepò sul posto.
  9. Giuseppe Fiori, Casa Rosselli, Einaudi, 1999, pp. 202 e segg.
  10. Il passato di Mitterand
  11. centro studi Piero Gobetti
  12. Socialismo liberale
  13. Il delitto matteoti e l'Aventino
  14. Rosselli e l'Aventino: l'eredità di Giacomo Matteotti, «Il movimento di liberazione in Italia», a. XX, n. 92, luglio-Settembre 1968, pp. 3-34. Cfr. il n.8.
  15. 15,0 15,1 I rapporti tra Berneri e Rosselli sono oggetto di approfonditi studi da parte di Massimo Ortalli, storico del movimento anarchico. Si veda Camillo Berneri e Carlo Rosselli, vite parallele contro il totalitarismo: i percorsi dell'anarchico e del liberalsocialista morti in Spagna nel '37
  16. Tra i fondatori di Giustizia e Libertà di Roma si segnala anche Vincenzo Baldazzi, uno dei più noti comandanti degli Arditi del Popolo
  17. Pietro Ramella, La Retirada. L'odissea di 500.000 repubblicani spagnoli esuli dopo la guerra civile (1939/1945)
  18. Il discorso di Rosselli Oggi in Spagna, domani in Italia

Bibliografia

Opere di Carlo Rosselli

  • Oggi in Spagna, domani in Italia, prefazione di Gaetano Salvemini, Edizioni di «Giustizia e libertà», Parigi, 1938; seconda edizione, introduzione di Aldo Garosci, Einaudi, Torino, 1967.
  • Scritti politici e autobiografici, prefazione Gaetano Salvemini, Polis editrice, Napoli, 1944; seconda edizione a cura di Zeffiro Ciuffoletti e Vincenzo Caciulli, Lacaita, Manduria 1992.
  • Lettere di Carlo e Nello Rosselli a Gaetano Salvemini (1925), a cura di Nicola Tranfaglia, «Annali della Fondazione Luigi Einaudi», I (1967, Torino).
  • Socialismo liberale, 1973, Einaudi.
  • Pietro Nenni e Carlo Rosselli, Il Quarto Stato, a cura di Domenico Zucaro, SugarCo, Milano, 1977.
  • Epistolario familiare (1914-1937), introduzione Leo Valiani, prefazione di Zeffiro Ciuffoletti, SugarCo, Milano, 1979.
  • Socialismo liberale, a cura di John Rosselli, introduzione Norberto Bobbio, Einaudi, Torino, 1979.
  • Attualità del socialismo liberale e Tradizione ed eredità del liberalsocialismo, seconda edizione Einaudi Tascabili. Saggi, 1997, pp. 164.
  • Scritti dell'esilio I. «Giustizia e libertà» e la concentrazione antifascista (1929-1934), a cura di Costanzo Casucci, Einaudi, Torino, 1988 (Opere scelte di Carlo Rosselli, volume secondo), è riportata cronologia della vita e una bibliografia di Carlo Rosselli dal 1929 al 1934.
  • Scritti politici, a cura di Zeffiro Ciuffoletti e Paolo Bagnoli, Guida, Napoli, 1988. [1]
  • Scritti dell'esilio II. Dallo scioglimento della concentrazione antifascista alla guerra di Spagna (1934-1937), a cura di Costanzo Casucci, Einaudi, Torino, 1992, è riportata cronologia della vita e una bibliografia di Carlo Rosselli dal 1934 al 1937.
  • Liberalismo socialista e socialismo liberale, a cura di Nicola Terraciano, Galzerano Editore, Casalvelino Scalo (Salerno), 1992.
  • Carlo e Nello Rosselli, Giustizia e libertà , a cura di Giuliana Limiti e Mario di Napoli, prefazione di Pietro Larizza, Roma, 1993, con la tesi di laurea di Carlo Rosselli sul «sindacalismo» (Firenze, 1921).
  • Liberalsocialism, edito da Nadia Urbinati, tradotto da Williams McCuaig, Princenton University Press, Princenton, 1994.

Opere su Carlo e Nello Rosselli e su Giustizia e Libertà

  • Gaetano Salvemini, Carlo e Nello Rosselli, Edizioni di «Giustizia e libertà», Parigi, 1938; ora in Scritti Vari, a cura di Giorgio Agosti e Alessandro Galante Garrone, Feltrinelli, Milano, 1978 («Opere scelte di Gaetano Salvemini», volume VIII, pp. 673-718). [2]
  • Aldo Garosci, Vita di Carlo Rosselli, Edizioni UN, Roma-Firenze-Milano s.d., 1945, 2 voll., pp. 274 e 298 («Collezione Giustizia e Libertà»); nuova edizione Vallecchi, Firenze, 1973.
  • Alessandro Levi, Ricordi dei fratelli Rosselli, La Nuova Italia, Firenze, 1947 («Quaderni del Ponte», 2).
  • Stefano Merli, Il dibattito socialista sotto il fascismo. Lettere di Rodolfo Morandi e Carlo Rosselli (1928-1931), «Rivista storica del socialismo», a. VI, n. 19. Maggio-Agosto 1963. Parzialmente ricompreso in Id., Fronte antifascista e politica di classe. Socialisti e comunisti in Italia 1923-1929, De Donato, Bari, 1975 («Movimento operaio», 28).
  • Nicola Tranfaglia, Carlo Rosselli dall'interventismo all'antifascismo, «Dialoghi del XX», a. I, n. 2, giugno 1967. Cfr. il n. 8. [3]
  • Rosselli e l'Aventino: l'eredità di Giacomo Matteotti, Il movimento di liberazione in Italia, a. XX, n. 92, luglio-Settembre 1968, pp. 3-34. Cfr. il n.8.
  • Carlo Rosselli dall'interventismo a «Giustizia e Libertà», Laterza, Bari, 1968, («Biblioteca di cultura moderna»); in appendice: scritti di Carlo Rosselli (1919-1926) e Lettera di Carlo Rosselli a Pietro Nenni. Cfr. i nn. 6 e 7.
  • Carlo Rosselli dal processo di Savona alla fondazione di GL (1927-1929). Le fonti di «Socialismo liberale», «Il movimento di liberazione in Italia», a. XXIV, n. 106, gennaio-Marzo 1972.
  • Mirella Larizza Lolli, Alcuni appunti per una lettura del «Socialismo liberale» di Rosselli, Il pensiero politico, a. VII, n. 2, 1974, pp. 283-92.
  • Santi Fedele, Lo «Schema di programma» di «Giustizia e Libertà», 1932, «Belfagor», a. XXIX, n. 4, 31 luglio 1974, pp. 437-54.
  • Paolo Bagnoli, L'esperienza liberale di Carlo Rosselli (1919-1924), Italia Contemporanea, XXVIII, n. 125, ottobre-Dicembre 1976, pp. 29-42. Poi compreso in n. 36, pp. 37-61.
  • L'antifascismo rivoluzionario dei «Quaderni di Giustizia e Libertà», «Ricerche Storiche», a. VI, n. 1 (Nuova serie), gennaio-Giugno 1976, pp. 167-89. Poi compreso in n. 36, pp. 143-69.
  • Santi Fedele, Storia della concentrazione antifascista 1927/1934, prefazione di Nicola Tranfaglia, Feltrinelli, Milano, 1976.
  • Garbari Maria, I «vinti» della Resistenza. Nel quarantesimo del sacrificio di Carlo e Nello Rosselli, «Studi Trentini di Scienze Storiche», a. LVI, n. 3, 1977, pp. 281-94.
  • «Quarto Stato» di Pietro Nenni e Rosselli, Tavola rotonda fra Riccardo Bauer, Ugo Alfassio Grimaldi, Giovanni Spadolini, Domenico Zucaro, «Critica Sociale», a. LXIX, n. 8, 22 luglio 1977, pp. 44-48.
  • Leo Valiani, Il pensiero e l'azione di Carlo e Nello Rosselli, «Nuova Antologia», anno 112°, Vol. 530°, Fasc. 2118-2120, giugno-Luglio-Agosto 1977, pp. 24-40. Poi compreso in n. 22, pp. 3-22.
  • Nicola Tranfaglia, Carlo Rosselli e l'antifascismo, «Mondo Operaio», a. XXX, nn. 7-8, luglio/Agosto 1977, pp. 71-81. Poi compreso in n. 22, pp. 181-204 e in n. 34, pag. 186-211.
  • Roberto Vivarelli, Carlo Rosselli e Gaetano Salvemini, «Il pensiero politico», a. X, n. 2, 1977, pp. 225-52. Poi compreso in n. 22, pp. 69-97.
  • Giovanni Spadolini, Carlo Rosselli nella lotta per la libertà, con lettere tra Egidio Reale e Carlo Rosselli, «Nuova Antologia», anno 112°, Vol. 532°, Fasc. 2121-2124, settembre-Ottobre-Novembre-Dicembre 1977, pp. 3-16.
  • Arturo Colombo, Carlo Rosselli e il «Quarto Stato», «Nord e Sud», a. XXIV, Terza serie, nn. 34-35, novembre-Dicembre 1977, pp. 108-120. Cfr. n. 29, pp. 55-66.
  • Giustizia e Libertà nella lotta antifascista e nella storia d'Italia. Atti del convegno internazionale organizzato a Firenze il 10-12 giugno 1977 dall'Istituto storico della Resistenza in Toscana, dalla Giunta regionale toscana, dal Comune di Firenze, dalla Provincia di Firenze, La Nuova Italia, Firenze, 1978.
  • Riccardo Bauer, Carlo Rosselli e la nascita di GL in Italia.
  • Jan Petersen, Giustizia e Libertà in Germania.
  • Pierre Guillen, La risonanza in Francia dell'azione di GL e dell'assassinio dei fratelli Rosselli.
  • Frank Rosengarten, Carlo Rosselli e Silvio Trentin, teorici della rivoluzione italiana.
  • Max Salvadori, Giellisti e loro amici degli Stati Uniti durante la Seconda guerra mondiale.
  • Santi Fedele, Giellisti e socialisti dalla fondazione di GL (1929) alla politica dei fronti popolari.
  • Pier Giorgio Zunino, Giustizia e Libertà e i cattolici.
  • Aldo Agosti, Il PCI di fronte al movimento di GL (1929-1937).
  • Aldo Garosci, Le diverse fasi dell'intervento di Giustizia e Libertà nella guerra civile di Spagna.
  • Umberto Marzocchi, Carlo Rosselli e gli anarchici. [4]
  • Umberto Tommasini, Testimonianza su Carlo Rosselli; Parte IV- L'eredità di Giustizia e Libertà.
  • Mario Delle Piane, Rapporti tra socialismo liberale e liberalsocialismo.
  • Tristano Codignola, GL e Partito d'azione.
  • Parte V- Nello Rosselli storico militante.
  • Zeffiro Ciuffoletti, Nello Rosselli storico e politico.
  • Bruno Di Porto, Tre lettere inedite di Nello Rosselli a Giulio Andrea Belloni.
  • Il problema ebraico in Nello Rosselli.
  • Nicola Tranfaglia, Carlo Rosselli, in Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico - IV, a cura di Franco Andreucci e Tommaso Detti, Editori Riuniti, Roma, 1978, pp. 392-99.
  • Arturo Colombo, Carlo Rosselli e il socialismo liberale, «Il Politico», a. XLIII, n. 4, dicembre 1978, pp. 628-48. Poi compreso in n. 37, pp. 249-73.
  • Paolo Bagnoli, Di un dissidio in «Giustizia e Libertà». Lettere inedite di Mario Levi, Renzo Giua, Nicola Chiaromonte, Carlo Rosselli, Aldo Garosci (1934-1935), «Mezzosecolo», n. 3, Centro studi Piero Gobetti, Istituto Storico della Resistenza in Piemonte, Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, Annali 1978-1979, Torino, 1982, pp. 5-54.
  • Nello Rosselli: uno storico sotto il fascismo. Lettere e scritti vari (1924-1937), a cura di Zeffiro Ciuffoletti, La Nuova Italia, Firenze, 1979, pp. 197 («Biblioteca di Storia», 27).
  • Luigi Cirillo, Il socialismo di Carlo Rosselli, Fasano, Cosenza, 1979.
  • Emilio Lussu, Lettere a Carlo Rosselli e altri scritti di «Giustizia e Libertà», a cura di Manlio Brigaglia, Editrice Libreria Dessì, Sassari 1979, pp. 301. [5]
  • Le componenti mazziniana e cattaneanea in Salvemini e nei Rosselli. La figura e l'opera di Giulio Andrea Belloni, Atti del Convegno di studi nel venticinquesimo anniversario della fondazione della Domus Mazziniana tenutosi a Pisa il 4-6 novembre 1977, Arti Grafiche Pacini & Mariotti, Pisa, 1979, pp. 257. Comprende:
    • Arturo Colombo, Carlo Rosselli e il «Quarto Stato», pp. 55-66 (cfr. il n. 21).
    • Angelo Varni, Derivazioni mazziniane nella concezione sindacalista di Carlo Rosselli, pp. 67-78.
    • Giuseppe Tramarollo, Nello Rosselli tra mazzinianesimo e socialismo, pp. 79-84.
    • Lucio Ceva, Aspetti politici dell'azione di Carlo Rosselli in Spagna, pp. 109-26.
    • Giuseppe Tramarollo, Rosselli e la gioventù del regime, pp. 127-130.
  • Paolo Bagnoli, Il revisionismo rosselliano, in Guida alla storia del PSI. La ripresa del pensiero socialista tra eresia e tradizione, a cura di Francesca Taddei e Marco Talluri, «Quaderni del Circolo Rosselli», a. I, n. 3, luglio-Settembre 1981, pp. 95-108.
  • Giovanni Belardelli, Nello Rosselli. Uno storico antifascista, prefazione di Norberto Bobbio, introduzione di Paolo Alatri, con un ricordo di Ezio Tagliacozzo, Passigli, Firenze, 1982, pp. 221 («Il filo rosso»).
  • Giuseppe Galasso, La democrazia da Cattaneo a Rosselli, Le Monnier, Firenze, 1982, pp. 331, («Quaderni di storia», LVII).
  • Aldo Rosselli, La famiglia Rosselli. Una tragedia italiana, presentazione di Sandro Pertini, prefazione di Alberto Moravia, Bompiani, Milano, 1983, pp. 184.
  • Francesco Kostner, Carlo Rosselli e il suo socialismo liberale, Lalli, Poggibonsi, 1984, pp. 91 («Linee politiche»).
  • Paolo Bagnoli, Carlo Rosselli tra pensiero politico e azione, prefazione di Giovanni Spadolini, con uno scritto di Alessandro Galante Garrone, Passigli, Firenze, 1985, pp. 190.
  • Arturo Colombo, Carlo Rosselli e il socialismo liberale, in Padri della patria. Protagonisti e testimoni di un'altra Italia, Franco Angeli, Milano, 1985, pp. 249-73 («Ricerche storiche», 64).
  • Franco Invernici, L'alternativa di «Giustizia e Libertà». Economia e politica nei progetti del gruppo di Carlo Rosselli, presentazione di Arturo Colombo, Franco Angeli, Milano, 1987, pp. 196 («Studi e ricerche storiche», 96).
  • Leo Valiani, Carlo e Nello Rosselli da Mazzini alla lotta di liberazione, «Nuova Antologia», anno 122°, Vol. 558°, Fasc. 2163, luglio-Settembre 1987, pp. 45-59.
  • Diego Scacchi, Arturo Colombo, Per Carlo e Nello Rosselli, presentazione di Giovanni Spadolini, Casagrande, Lugano, 1988, pp. 71 («Quaderni europei», I).
  • Vivarelli Roberto, Le ragioni di un comune impegno. Ricordando Gaetano Salvemini, Carlo e Nello Rosselli, Ernesto Rossi, «Rivista Storica Italiana», a. c, Fasc. III, dicembre 1988, pp. 669-78.
  • Giovanni Spadolini, Carlo e Nello Rosselli. Le radici mazziniane del loro pensiero, Passigli, Firenze, 1990, pp. 61 («Letture Rosselli», 2).
  • Corrado Malandrino, Socialismo e libertà. Autonomie, federalismo, Europa da Rosselli a Silone, Franco Angeli, Milano, 1990, pp. 247 (Collana «Gioele Solari». Dipartimento di Studi politici dell'Università di Torino, 6).
  • Franco Bandini, Il cono d'ombra. Chi armò la mano degli assassini dei fratelli Rosselli, SugarCo, Milano, 1990, pp. 527.
  • Arturo Colombo, I Rosselli, due guardiani per l'albero della libertà , in Id., Voci e volti della democrazia. Cultura e impegno civile da Gobetti a Bauer, Le Monnier, Firenze, 1990, pp. 115-145 («Quaderni di storia»).
  • AA. VV., Nel nome dei Rosselli. 1920-1990, «Quaderni del Circolo Rosselli», a. XI, n. 1, 1991, Franco Angeli, Milano, pp. 177. Con una bibliografia sui fratelli Rosselli di Giuseppe Muzzi.
  • A più voci su Carlo Rosselli. Gaetano Arfé, Costanzo Casucci, Aldo Garosci, Francesco Malgeri, Leonardo Rapone, Scritti dell'esilio, «Il Ponte», a. XLVII, n. 6, giugno 1991, pp. 120-150.
  • Il carteggio di Carlo e Nello Rosselli con Carlo Silvestri (1928-1934), a cura di Gloria Gabrielli, «Storia Contemporanea», a. XXII, n. 5, Ottobre 1991, pp. 875-916.
  • Santi Fedele, E verrà un'altra Italia. Politica e cultura nei «Quaderni di Giustizia e Libertà», Franco Angeli, Milano, 1992, pp. 212 Collana di Fondazione di studi storici Filippo Turati», n °7.
  • Zeffiro Ciuffoletti, Carlo Rosselli, il mito della rivoluzione russa e il comunismo, in Socialismo e Comunismo 1892-1992. Vol. I, «Il Ponte», a. XLVIII, n. 5, Maggio 1992, pp. 186-202.
  • Paolo Bagnoli, La lezione rosselliana, La nuova storia. Politica e cultura alla ricerca del socialismo liberale, prefazione di Renato Treves, Festina Lente, Firenze, 1992, pp. 107-34.
  • Nicola Tranfaglia, Sul socialismo liberale di Carlo Rosselli, in I volume "dilemmi del liberalsocialismo", a cura di Michelangelo Bovero, Virgilio Mura, Franco Sbarberi, La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1994, pp. 88-104 («Studi Superiori NIS/201. Scienze Sociali»). Atti del convegno Liberalsocialismo: ossimoro o sintesi? Organizzato ad Alghero il 25-27 aprile 1991, Dipartimento di Economia istituzioni e società dell'Università Sassari. [6]
  • Silvio Suppa, Note su Carlo Rosselli: temi per due tradizioni, in I volume "dilemmi del liberalsocialismo "cit., pp. 189-208.
  • Del Puppo D., «Il Quarto Stato», «Science and Society», a. 58, 1994, n. 2, pp. 136-162.
  • L'attualità di Carlo Rosselli e del socialismo liberale. dialoghi tra: Giancarlo Bosetti, Vittorio Foa, Sebastiano Maffettone, Enzo marzo, Nicola Tranfaglia, Nadia Urbinati, Supplemento al n. I/1995 di «Croce Via», Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1995. Atti del dibattito svoltosi a Napoli il 13 gennaio 1995 in occasione della presentazione italiana del volume Liberal socialism, lavoro di Nadia Urbinati, tradotto da William McCuaig, Princeton University Press, Princenton 1994, pp. 138.
  • Nadia Urbinati, Carlo Rosselli: la democrazia come fede comune, «il Vieusseux», a. VII, n. 21, settembre-Dicembre 1994, pp. 25-42.
  • Paolo Bagnoli, Rosselli, Piero Gobetti e la rivoluzione democratica. Uomini e idee tra liberalismo e socialismo, La Nuova Italia, Firenze, 1996, pp. 258 («Biblioteca di Storia», 55).
  • Costanzo Casucci, La caratteristica di Carlo Rosselli, con un vademecum, «Belfagor», a. LI, n. 2, 31 marzo 1996, pp. 243-248.
  • Pietro Graglia, Unità europea e federalismo. Da «Giustizia e Libertà» ad Altiero Spinelli, il Mulino, Bologna, 1996, pp. 296 («il Mulino-Ricerca»).
  • Il dibattito europeista e federalista in «Giustizia e Libertà», «Storia Contemporanea», a. XXVII, n. 2, aprile 1996, pp. 327-56.
  • Lisetto D., Carlo Rosselli e le élites. Una teoria tra l'elitismo democratico e la democrazia partecipativa, «Scienza & Politica», 16, 1997, pp. 69-86.
  • Salvo Mastellone, Il partito politico nel socialismo liberale di Carlo Rosselli, «Il pensiero politico», a. XXXI, n. 1, 1998, pag. 111-118.
  • Gianbiagio Furlozzi, Carlo Rosselli e Georges Sorel, «Il pensiero politico», a. XXXII, n. 2, 1999, pag. 262-270.
  • Giovanna Angeli, L'eredità democratica da Bignami a Rosselli, Angeli, Milano, 1999.
  • Salvo Mastellone, Carlo Rosselli e «La rivoluzione liberale del socialismo». Con scritti e documenti inediti. Olschki, 1999, pp. 266.Son riportati testi pubblicati da Carlo Rosselli non inseriti nel Vol. I delle «Opere scelte».
  • Rosselli. Dizionario delle idee, a cura di Sergio Bucchi, Editori Riuniti, gennaio 2000, pp.169.
Note bibliografiche
  1. Anteprima del libri consultabile in rete
  2. Cultura e società nella formazione di Gaetano Salvemini, anteprima del pensiero di Salvemini e dei suoi rapporti con Carlo Rosselli
  3. Informazioni su volume
  4. Si ricorda, nell'articolo, anche la ferma presa di posizione delle Brigate partigiane di Giustizia e Libertà quando Emilio Canzi fu rimosso da comandante partigiano unico della XIII zona operante nel piacentino e grazie a questa presa di posizione fu reintegrato dopo un breve arresto: le Brigate partigiane di Giustizia e Libertà erano in gran parte influenzate dal pensiero di Rosselli (Articolo di Ugo Finetti).
  5. Informazioni su questi personaggi si possono trovare in Manlio Brigaglia, Storia della Sardegna
  6. Il 1° gennaio del 1924 fu pubblicato il primo numero di “Libertà”, periodico legato all'ala socialista del movimento antifascista; il sottotitolo fu la frase di Karl Marx e Friedrich Engels «Alla società borghese, con le sue classi e con i suoi antagonismi di classe, subentrerà un'associazione nella quale il libero sviluppo di ciascuno sarà la condizione del libero sviluppo di tutti»; su invito Claudio Treves, Mondolfo e Levi, Rosselli scrisse un articolo, Il partito del lavoro in Inghilterra, che pubblicò sul numero 3 del 1° febbraio 1924 e in cui riaffermò una parte del suo pensiero del periodo.

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