Brigata Osoppo

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La Brigata Osoppo, brigata partigiana, si costituì presso la sede del Seminario Arcivescovile di Udine il 24 dicembre 1943 su iniziativa di alcuni partigiani laici, liberali, socialisti e cattolici del CLN provinciale Udine [1], tutti comunque caratterizzati da una forte matrice anticomunista.

Nell'inverno 1944-45 gli osovani aprirono una trattativa con il comando della Decima Mas: quest'ultima voleva loro proporre di organizzare comunemente la difesa del confine orientale italiano contro le formazioni partigiane jugoslave. Proprio in quest'ambito va inquadrato il cosiddetto Eccidio di Porzus, quando il 7 febbraio 1945 diversi partigiani della «Osoppo» furono arrestati e poi giustiziati da membri dei G.A.P.

Premessa

Dopo l'8 settembre 1943 le difficoltà italiane per il mantenimento del confine prebellico furono notevoli; in questo contesto si inseriscono le attività dei servizi inglesi e statunitensi, della X MAS e dei partigiani della Brigata Osoppo, tutti intenti a limitare la forza dei partigiani comunisti. In particolare un momento drammatico della storia della resistenza è stato il cosiddetto "Eccidio di Porzus", in cui alcuni militanti della Osoppo furono giustiziati da altri partigiani comunisti della brigata Garibaldi.

L'Eccidio di Porzus

Con l'"Eccidio di Porzus" (le malghe di Porzûs si trovano presso il comune di Attimis, nel Friuli orientale) si intende denominare l'esecuzione (7 febbraio 1945) di alcuni componenti della Brigata Osoppo, da parte di alcuni partigiani comunisti appartenenti ai GAP di una delle Brigate Garibaldi. L'accusa loro mossa fu quella di osteggiare la collaborazione con i partigiani jugoslavi di Tito, la non redistribuzione agli altri gruppi partigiani delle armi fornite dagli angloamericani e soprattutto quello di trattare con i fascisti republichini della X MAS (considerato alto tradimento secondo le “leggi” partigiane, al di là di che generi di accordi si trattasse) e di aver dato rifugio a Elda Turchetti, indicata da Radio Londra come spia dei tedeschi.

A questo riguardo esistono numerose testimonianze e scritti che provano a ricostruire questi eventi legati alla Osoppo:

  • Testimonianza di Sergio Mauri, storico ed esperto del periodo:
«Diciamolo subito e a scanso di equivoci: i fatti di guerra di Porzus avvennero in ottemperanza all'accusa di osteggiare la politica di alleanza della resistenza italiana con la resistenza jugoslava di Tito e di trattare con i tedeschi (cioè nazisti) e con i fascisti della X Mas di Borghese. Ricordate, inoltre, che all'interno della Divisione Osoppo, da cui dipendeva anche la brigata Osoppo-Friuli, vi erano personaggi come Giuliano Dell'Antonio (nome di battaglia "Guidi") noto per essere un "gladiatore", nonché un faccendiere anti-comunista in contatto con membri della X Mas e della Guardia Civica (corpo collaborazionista) e della Marina Repubblicana» [2].
  • Scrive lo storico Goradzd Bajc, storico e autore di Operacija Julijska krajina:
«Nel volume analizzo, tra l'altro, soprattutto con documenti angloamericani, come le formazioni partigiane della Osoppo avessero cercato insieme alla X MAS di costituire un fronte unico per difendere il confine prebellico e dare un supporto agli angloamericani per farli arrivare nella Venezia Giulia prima delle truppe di Tito [...] Oggi è possibile comprendere più a fondo il ruolo degli osovani nei loro rapporti con il governo del Sud, il cosiddetto "piano De Courten", e gli angloamericani, intenzionati a loro volta, con il progetto "antiscorch", a prevenire eventuali disordini sociali di cui avrebbero potuto avvantaggiarsi i comunisti alla fine del conflitto» [3].

Le affermazioni di Bajc sono da comparare con la testimonianza del "partigiano Lino", ovvero monsignor Aldo Moretti, che dimostra come i rapporti tra i servizi angloamericani e i fascisti della X Mas siano di antica data e risalgano ben prima all'eccidio di Portella delle Ginestra [4]. Il partigiano Lino ha, in particolare, fornito un pò di luce sui "fatti di Porzus", intimamente legati all'intervento dei servizi segreti stranieri in Italia durante la Seconda guerra mondiale, che proseguiranno anche dopo il 1945, soprattutto con l'intervento della CIA in Sicilia:

«Secondo le direttive del Comando generale del Corpo volontari della libertà del Nord Italia, emanate nell'ottobre 1944, ogni tentativo di trattativa con i nazifascisti era da considerarsi tradimento e quindi, essendo in tempo di guerra, da punire con la condanna a morte per fucilazione, tuttavia nessuno dei supposti contatti della Osoppo con i fascisti e la Decima Mas di Borghese si concluse con un accordo e le direttive così estreme furono raramente applicate alla lettera».

(I contatti ci furono e il comportamento dei fascisti della X Mas, attuato per screditare e provocare scontri all'interno del movimento partigiano, è ormai cosa nota e seguiva una direttiva di Rodolfo Graziani, il macellaio delle guerra coloniali fasciste in Africa. Un esempio: i fascisti della X MAS, che in seguito furono presi e fucilati, formarono nel Nord Est la "banda Steffè", dal nome del capo di quella autodefinitasi "banda partigiana" che buttavano civili e disgraziati presi a caso nelle foibe per far ricadere la colpa sui partigiani "comunisti" e sulle Brigate Partigiane Slave".)

  • Prosegue ancora il "partigiano Lino"":
«Lavorare per dividerci, anzi di sacrificarci per gettare l'ombra del discredito sulle formazioni comuniste, alle dipendenze di un esercito, quello jugoslavo, che ormai era visto come conquistatore e non più come alleato. Insomma gli Alleati erano preoccupati del loro futuro governo nella zona. Le denuncie di Radio Londra contro Elda Turchetti, fatte in base alle notizie raccolte dagli agenti inglesi, che saranno la motivazione scatenante della strage, rientrerebbero quindi in questa strategia atta alla creazione di attriti tra le formazioni comuniste e quelle cattoliche [...] Gli inglesi conoscevano bene la forte collaborazione che c'era all'inizio tra partigiani cattolici e partigiani comunisti. Al punto da esserne preoccupati; al punto di lavorare per dividerci, anzi di sacrificarci per gettare l'ombra del discredito sulle formazioni comuniste, alle dipendenze di un esercito, quello jugoslavo, che ormai era visto come conquistatore e non più come alleato. Insomma gli Alleati erano preoccupati del loro futuro governo nella zona».
  • Un'altra conferma viene dall'articola della storica Marina Rossi:
«Oggi - precisa la studiosa - molti indizi possono indurre ad ipotizzare una macchinazione dei Servizi Segreti americani, tesi avanzata a suo tempo (nel 1997) dal giudice Carlo Mastelloni» [5].

Ci furono altri "incontri" fra partigiani cattolici e nazifascisti, che però terminarono in un nulla di fatto, e quindi, la vicenda della Osoppo è quella che chiarisce meglio l'intromissione dei servizi britannici allo scopo di impedire una eventuale unità politica catto-comunista. Ancora da rilevare è quanto scrive Mimmo Franzinelli, storico noto e rispettato, autore di un importantissimo testo sulla storia dell'Ovra (la polizia segreta dell'Italia fascista), in un "Quaderno" della Fondazione Micheletti del 1995, in cui descrive una vicenda (Un dramma partigiano. Il "caso Menici") che coinvolge i "verdi", cioè le formazioni autonome: un colonnello partigiano della Valcamonica, Menici, il quale fu addirittura dalle Fiamme Verdi consegnato ai tedeschi, e da questi giustiziato, perché considerato un pericolo (perché troppo a sinistra) per l'egemonia cattolica sul movimento partigiano della zona [6].

Note

  1. Questo CLN agiva spesso autonomamente rispetto alle posizioni ufficiali del CLNAI (Comitato Liberazione Nazionale Alta Italia), caratterizzandosi per posizioni assai ambigue, spesso volte da un lato a combattere i nazisti ma dall'altro a cercarne il contatto in chiave anticomunista e antislava.
  2. Tratto da Pane-rose.it
  3. da Il Piccolo di Trieste del 28 dicembre 2007
  4. È bene aggiungere come postilla ai fatti che due noti e valorosi comandanti partigiani anarchici, tra cui Emilio Canzi, morirono immediatamente dopo la Liberazione in strani incidenti assai simili fra loro, entrambi causati "casualmente" e "incredibilmente" da militari angloamericani.
  5. Osoppo e Decima MAS, di Marina Rossi C'è da aggiungere che il giudice Carlo Mastelloni è assai conosciuto come esperto di trame nere e di servizi segreti deviati. Egli si occupò anche dello smascheramento del "Piano Solo", un progetto golpista con il quale si sarebbe potuto assegnare all'Arma dei Carabinieri il controllo dello Stato nel 1964. Secondo questo "piano", la base di Capo Marrargiu (Sardegna) avrebbe dovuto ospitare ben 731 "enucleandi", cioè prigionieri politici, comprendenti esponenti del mondo della politica e del sindacato considerati pericolosi e quindi da detenere sino ad emergenza cessata. La lista dei prigionieri politici era stata redatta dagli elenchi degli schedati presenti nei fascicoli del SIFAR, in cui vi erano rapporti dettagliati inerenti circa 157.000 persone; il committente fu Giovanni De Lorenzo al tempo generale dell'arma dei carabinieri, vero e proprio "stratega" del "Piano Solo". Tra i primi comandanti del Centro ci furono il maggiore Mario Accasto dei paracadutisti e il capitano medico di vascello Decimo Garau, ex comandante di COMSUBIN dal 1959 al 1960. Nel 1986 l'esistenza della base di Capo Marrargiu fu per la prima volta resa pubblica proprio dall'inchiesta del giudice veneziano Carlo Mastelloni, che indagava sul presunto sabotaggio dell'aereo C-47 Dakota dell'Aeronautica Militare Argo 16, che si schiantò a Marghera nel 1973 e che operava segretamente per il traporto del C.A.G di personale in addestramento nella base sarda. La base, dopo un periodo apparente di tranquillità operativa, dal 2006 ritornò in piena funzione come centro addestramento per i reparti speciali delle forze armate, della NATO o di paesi "amici".
  6. Si legga anche la Relazione del Prof. Paolo Pezzino a Sarzana (16 marzo 2007), della presentazione, in prima nazionale, del volume Il piombo e l'argento di Carlo Spartaco Capogreco

Voci correlate

Collegamenti esterni