Boris Vian

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Boris Vian

Boris Vian (Ville d'Avray, 10 marzo 1920 – Parigi, 23 giugno 1959) è stato uno scrittore di thriller, ingegnere, cantautore, trombettista jazz, traduttore e membro della Scuola di Patafisica. Di nazionalità  francese, Boris Vian ha sempre manifestato idee con fortissime affinità  anarchiche.

Biografia

Nato il 10 marzo 1920 a Ville d'Avray, in Francia, da Paul Vian e Yvonne Ravenez, Boris Vian ha tre fratelli: Lelio (il primogenito nato nel 1918), Alain (nato nel 1921) e Ninon (nato nel 1924). La sua famiglia economicamente se la passa assai bene, il padre li sostiene grazie alle sue rendite, mentre la madre può dedicarsi esclusivamente ai figli e alla sua passione principale: la musica. Yvonne Ravenez è infatti un'apprezzata pianista ed arpista dilettante.

Quando però l'economia mondiale implode nel 1929, Paul Vian non può più vivere di rendita ed è obbligato a cercarsi un nuovo lavoro, che trova come dipendente in un laboratorio omeopatico.

Gli studi e il Jazz

Boris fa gli studi primari e liceali a Sèvres (1927-1932), poi al liceo Hoche di Versailles (1932-1936) ed infine in quello di Condorcet. Nonostante sia spesso costretto ad interrompere gli studi per problemi di salute (a dodici anni fu colpito da una forma di reumatismo articolare acuto che gli causò un'insufficienza aortica. Di questo suo problema ne farà  riferimento in molte sue canzoni), riesce a diplomarsi e ad entrare nel 1939 all'"École Centrale di arti e manufatterie" di Parigi. [1]

Negli anni precedenti aveva cominciato ad interessarsi al jazz insieme ai fratelli, approfondendo in particolare lo studio della tromba (Leilo studia chitarra, Alain la batteria). Dopo aver aderito all'Hot Club di Francia nel 1937, i fratelli Vian avevano anche cominciato a organizzare serate jazz in cui si esibivano come gruppo denominato Accord Jazz.

Dopo essersi sposato nel 1941 con Michelle Léglise, inizia la stesura dei Cent Sonnets e, con la moglie, di un romanzo poliziesco e un'opera teatrale [2]. L'anno seguente è quello dell'ottenimento di una laurea in ingegneria e dell'assunzione presso l'Associazione francese di normalizzazione (AFNOR) in qualità  proprio di ingegnere. Boris Vian approfitta di ogni momento libero per coltivare le sue grandi passioni: la scrittura e lo studio della musica jazz. Frequenta con assiduità  i "caffè" parigini, dove nel tempo entrerà  in contatto con numerosi artisti ed intellettuali di sinistra: Jean-Paul Sartre, Raymond Queneau, Simone de Beauvoir, Juliette Greco, Marcel Mouloudji, Miles Davis, Duke Ellington ed altri. [1]

Eclettismo letterario e musicale

Tutta l'opera di Vian ha spaziato dalla letteratura hardboiled [3] (spesso utilizzando lo pseudonimo di Vernon Sullivan per sfuggire alla censura) alla critica jazz (scriveva per varie riviste tematiche), dall'opera teatrale al jazz suonato in prima persona, per finire alle poesie alle canzonette.

L'attività  letteraria e musicale di Boris Vian è incredibilmente prolifica e si interseca con la sua vita, altrettanto intensa e vissuta pienamente. Ecco alcuni esempi dei fatti più significativi degli anni '40: nei primi anni '40 scrive molte canzoni, tra cui Composition de Conte de fées à  l'usage des moyennes personnes e Trouble dans les andains, si interessa di cinema e scrive delle novelle che saranno riunite nella raccolta Les Fourmis. Sembra andar tutto per il meglio nella sua vita, ma il 22 novembre 1945 giunge a ciel sereno la notizia dell'assassinio del padre.

Nel 1946, sotto lo pseudonimo di Vernon Sullivan, pubblica il primo romanzo, J'irai cracher sur vos tombes («Sputerò sulle vostre trombe»), che affronta temi forti quali razzismo, sesso, pedofilia. Sarà  così anche per tutti gli altri suoi romanzi e racconti, d'altronde le sue idee sono state sempre ben esplicite:

«La stampa francese dà  prova d'una parzialità  rivoltante e non si occupa che degli stessi argomenti: gli uomini politici e gli altri criminali del genere;
Sopprimete il condizionale e avrete distrutto Dio;
Se il lavoro è l'oppio dei popoli, allora io non voglio essere drogato...» [4].

Dopo aver pubblicato, nella prima parte del 1947, Vercoquin et le plancton e L'écume des jours, termina la sua prima opera teatrale, L'équarrissage pour tous, e lascia il lavoro di ingegnere per dedicarsi anima e corpo alla sua prolifica attività  letteraria e musicale. Nel 1948 pubblica la prima raccolta di poesie, Barnum's Digest, gli nasce la prima figlia, Carole, poi compare anche l'adattamento teatrale di J'irai cracher sur vos tombes [2].

Antiautoritario e antimilitarista

Instancabile, Vian porta avanti una variegatissima e validissma attività  artistica: nel 1952 inizia a collaborare con il colleggio di Patafisica, nel 1954 scrive 19 canzoni per un opera teatrale sulla vita dell'anarchico illegalista Jules Bonnot, vissuto in Francia a cavallo del Novecento. L'opera però viene censurata e se ne perderanno persino i dialoghi.

Ciò che però renderà  Boris Vian conosciuto in tutto il mondo è la canzone antimilitarista del 1954 intitolata Le déserteur (esistono molte versioni in italiano, l'ultima delle quali è di Ivano Fossati [5]:

«Mendicherò la vita sulle strade di Francia
dalla Bretagna alla Provenza e dirò alla gente
“Rifiutate d'obbedire, non fatelo
non andate in guerra, rifiutate di morire”.
Se si deve versare sangue vada a versare il Suo
caro “buon apostolo”, signor Presidente.
Se mi fa perseguire avverta i suoi gendarmi
che non ho armi e che possono sparare.» [6][7]

Dopo aver divorziato da Michelle Léglise, nel 1954 si sposa con Ursula Kubler. Una peculiarità  di Vian è quella di riuscire a portare avanti contemporaneamente diverse attività : es. nel 1956 diventa direttore artistico per il jazz alla Philips e contemporaneamente, dietro lo pseudonimo Henry Cording, canta alcuni pezzi di rock'n'roll in francese composti insieme ad Henri Salvador e Michel Legrand. Nel 1958, oltre ad innumerevoli altre attività , scrive ben 140 canzoni.

La prematura scomparsa

«L'essenziale, nella vita, è dare giudizi a priori su tutto. In effetti, sembra che le masse stiano sempre dalla parte del torto, e che gli individui abbiano sempre ragione. Bisogna tuttavia stare attenti a non dedurre nessuna regola di condotta da questa constatazione: certe regole non hanno bisogno di essere formulate per essere eseguite. Sono solo due le cose che contano: l'amore, in tutte le sue forme, con belle ragazze, e la musica di New Orleans e di Duke Ellington. Tutto il resto è da buttar via, perché è brutto...» (dalla prefazione di L'Ecume des Jours).

Divenuto oramai conosciuto ed apprezzato artista a tutto tondo, tra il 1958 e il 1959 Boris Vian si occupa di cinema, ottenendo qualche piccolo ruolo cinematografico e collaborando alla realizzazione del film J'irai cracher sur vos tombes (naturalmente non si dedica "solamente" a queste attività : continua la collaborazione con il collegio di Patafisica, diventa direttore artistico di Barclay, collabora a varie riviste, ecc.). Proprio durante la prima di questo film, il 23 giugno 1959, l'artista francese muore improvvisamente per un attacco cardiaco. Secondo alcuni testimoni dopo qualche minuto dalla proiezione avrebbe sbottato: «Questi tizi dovrebbero essere americani? Col cazzo!» [8]. Sarebbero queste le sue ultime parole pronunciate.

Note

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Opere

Letteratura

Con il nome Boris Vian:

  • Conte de fées à  l'usage des moyennes personnes (1943) (Favole per gente comune, tr. di Leonardo Boero, Nuovi Equilibri 2007)
  • Trouble dans les Andains (1947, pubblicato postumo nel 1966)
  • Vercoquin et le plancton (1947) (Vercoquin e il plancton, tr. di Fabio Ragghianti, Dall'Oglio 1980)
  • L'écume des jours (1947) (La schiuma dei giorni, tr. di Gianni Turchetta, Marcos y Marcos 1992)
  • L'automne à  Pékin (1947) (L'autunno a Pechino, tr. di Massimo Binazzi e Michele Maglia, Rizzoli 1969; Autunno a Pechino, tr. di D. Comerlati, Sellerio 1999)
  • Les Fourmis (1949, racconti) (Le formiche, tr. di Giulia Colace e Olga Parano, Marcos y Marcos 2000)
  • L'herbe rouge (1950) (L'erba rossa, tr. di Giulia Colace, Marcos y Marcos 1999)
  • L'arrache-coeur (1953) (Lo strappacuore, tr. di Augusto Donaudy, Rizzoli 1965; Lo strappacuore, tr. di Gianni Turchetta, Marcos y Marcos 2003; Mondadori 2005)
  • Le loup garou (racconti, pubblicati postumi nel 1970) (Il lupo mannaro, tr. di Giulia Colace, Marcos y Marcos 1994)
  • Écrits pornographiques (1947-1958) (raccolta postuma 1980; it. Scritti pornografici, :duepunti 2007)
  • Le rathicon baigneur (1981) (Il prete bagnante e altri racconti inediti, tr. di Leonardo Boero, Stampa Alternativa 2006)

Con lo pseudonimo Vernon Sullivan:

  • J'irai cracher sur vos tombes (1946) ((Sputerò sulle vostre tombe, tr. di Stefano Del Re, Savelli 1979; Interno Giallo 1992; Marcos y Marcos 1998; Mondadori 2006)
  • Les morts ont tous la même peau (1947) (Tutti i morti hanno la stessa pelle, tr. di Giulia Colace, Marcos y Marcos 1999)
  • Et on tuera tous les affreux (1948) (E uccideremo tutti i racchioni, tr. di Clara Zanon, Contra 1966; Uccidete i mostri, tr. di Enzo Mastrorilli, De Carlo 1969, E i mostri saranno uccisi, De Carlo 1978; E tutti i mostri saranno uccisi, tr. di Giulia Colace, Marcos y Marcos 1993)
  • Elles se rendent pas compte (1950) (Esse non si rendono conto, tr- di Clara Zanon, Contra 1966; Perché non sanno quello che fanno, tr. di Eileen Romano, Marcos y Marcos 1992)

Teatro

  • L'equarrissage pour tous (1950)
  • Le dernier des metiers (1950)
  • Tete de Meduse (1951)
  • Le goûter des généraux (1951) (pubblicato postumo nel 1962)
  • Paris varie ou fluctuat nec mergitur (1952)
  • Le chevalier de neige (1953)
  • Les batisseurs d'empire (1959)

(Teatro, tr. di Massimo Castri e Mari Grazia Tapognani, Einaudi 1978)

Canzoni

  • Le déserteur (1954) (It. Il disertore; incisa per la prima volta in Italia nella versione originale in francese da Margot, tradotta per la prima volta da Luigi Tenco, il quale la intitolò Padroni della terra, ma rimase inedita; tradotta poi da Giorgio Calabrese ed incisa in questa versione da Ornella Vanoni e Ivano Fossati).
  • Berrò
  • Tango dei macellai
  • Valzer del sole
  • Java delle bombe atomiche
  • Les joyeux bouchers
  • Il piccolo commercio
  • Cinematografo
  • On n'est pas là  pour se faire engueuler
  • Complainte du progrés "Les arts ménagers
  • Bourrée des complexes
  • J'suis snob
  • Alabama song
  • Musique mécanique
  • Ses baisers me grisaient
  • A' Cannes c'est été
  • Mon oncle Célestin
  • Le tango interminable des perceurs de coffres-forts (Les Frères Jacques)
  • La complainte de Mackie
  • Nous avions vingt ans
  • Blouse du dentiste
  • C'est le Be-Bop
  • Fais-moi mal Johnny
  • Ne vous mariez pas le filles

Poesie

  • Barnum's Digest (1948, raccolta di 10 opere)
  • Cantilenes en gelee (1949)
  • Je voudrais pas crever (pubblicato postumo nel 1962) (Non vorrei crepare, tr. di Gian Antonio Cibotto, TEN 1999)

Traduzioni

Voci correlate

Collegamenti esterni

  1. 1,0 1,1 Biografia Boris Vian (in francese)
  2. 2,0 2,1 Le petit chaier du grand Boris Vian
  3. Il genere letterario hardboiled
  4. Citazioni
  5. Le deserteur, Il disertore nella versione cantata da Ivano Fossati
  6. L'antimilitarismo di Boris Vian
  7. Occorre precisare che i due versi finali del manoscritto originale, datato 15 febbraio 1954, dicono esattamente l'opposto: "Prévenez vos gendarmes, que je serai en arme et que je sais tirer" ("E dica pure ai suoi, se vengono a cercarmi, che io sono armato e che sparare so."). Però la canzone viene subito cantata con gli ultimi versi modificati in senso più pacifista, anche se la canzone resta chiaramente antimilitarista. A cantarla è Marcel Mouloudji il 7 maggio del 1954, anniversario della sconfitta francese in Indocina di Dien Bien Phu, alla storica radio di Europe 1. In Italia è stata incisa per la prima volta nel 1964 (nella versione francese originale) da Margot, ovvero Margherita Galante Garrone (figlia di Alessandro Galante Garrone, moglie di Sergio Liberovici e madre di Andrea) nel periodo dei Cantacronache (1958-1962) [ Fonte: [1] ].
  8. Morte di Boris Vian