Biófilo Panclasta

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Biófilo Panclasta

Vicente Rojas Lizcano, meglio conosciuto come Biofilo Panclasta (Chinácota, Colombia, 26 ottobre 1879 - Pamplona, Colombia, 1° marzo 1943), è stato scrittore, attivista e anarco-individualista colombiano. Nel 1904 cominciò ad utilizzare lo pseudonimo Biófilo: «amante della vita» [1]; Panclasta: «nemico di tutti» [2].

Biografia

Vicente Lizcano nasce il 26 ottobre 1879 a Chinácota da Bernardo Rojas e Simona Lizcano. Cresce in un ambiente in cui la popolazione deve convivere con enormi difficoltà economiche e sociali e dove la ribellione politica è quasi la norma, un obbligo per la sopravvivenza. Dopo aver conseguita il baccellierato [3]a Pamplona, frequenta la Scuola Normale di Bucaramanga nel biennio 1897-98, da cui viene espulso per la sua insofferenza alla disciplina, per i conflitti con gli insegnanti e, soprattutto, per aver diffuso un piccolo periodico ostile alla rielezione del presidente Miguel Antonio Caro.

Il viaggio in Venezuela

Nel 1899, Vicente lascia la scuola e viaggia per il Venezuela, dove, insieme a Eleazar López Contreras [4], fonda la prima scuola pubblica di Capacho Nuevo. In quello stesso anno si arruola nell'esercito venezuelano di Cipriano Castro con l'obiettivo di far cadere il governo di Ignacio Andrade. Ben presto viaggia avvalendosi della compagnia di altri rivoluzionari, come Trujillo, Portuguesa, Cojedes e Carabobo.

Nel gennaio 1900, Vicente Lizcano raggiunge la città di Valencia (Venezuela). Rientrato in Colombia nel 1904, in novembre si ferma nella città di Barranquilla, offrendo le sue competenze militari, in qualità di colonnello dell'esercito di Cipriano Castro, per difendere la Colombia dalle ambizioni colonialiste nord-americane.

L'anarchismo e l'attività rivoluzionaria

Il 1904 è l'anno in cui Vicente Lizcano lascia spazio a Biofilo Panclasta, lo pseudonimo che da quel momento Vicente utilizzerà in sostituzione del suo nome e cognome di nascita. Non si tratta di un semplice cambiamento formale, da quel momento inizia una svolta nella sua vita, che si manifesta, tanto per cominciare, con un intenso biennio (04-06) in cui si distingue per la sua attività di agitatore politico.

Nel 1906 si reca a Buenos Aires, capitale dell'Argentina, dove ha i primi contatti con l'anarchismo e il socialismo. Partecipa a diverse riunioni e pubblica articoli su molte riviste. Nello stesso anno parte per l'Europa come delegato della FORA al congresso di Amsterdam. Nei Paesi Bassi viene invitato dal gruppo Studi Sociali a partecipare alla conferenza di Bestraud intitolata Anarchia contro la vita.

Durante il periodico trascorso in Europa conosce Kropotkin, Ravachol, Maxim Gorky e Lenin [5], partecipando a diversi attentati e rivolte.

Nel 1908 il presidente colombiano Rafael Reyes ne chiede l'estradizione dalla Spagna. Giunto a Puerto Colombia con l'intento di raggiungere Bogotà, Biofilo sceglie di scappare e rifugiarsi a Panama, dove viene nuovamente espulso sempre su ordine di Rafael Reyes. Arrestato su ordine delle autorità colombiane, viene trasferito di carcere in carcere: Cartagena (1909), Barranquilla (1910) e Bogotá (1911). Considerato fomentatore di rivolte e nemico dell'ordine sociale, alcuni gruppi nazionalisti, tra cui Periódico Maquetas, ne chiedono la pena di morte perché considerato un nemico della Colombia.

Ritorno in Venezuela e nuova detenzione

Uscito dal carcere nel 1912, Bioflio nel 1914 fa rientro in Venezuela, a Valencia. Nella città dello Stato di Carabobo, l'anarchico colombiano viene arrestato per aver tenuto un discorso pubblico in piazza. L'accusa formale è quella di aver esaltato la Francia per il suo ingresso nella prima guerra mondiale, ma in realtà era stato imprigionato su ordine dei fedelissimi del presidente Juan Vicente Gómez, succeduto a Cipriano Castro, che era intimo amico di Panclasta, dopo un colpo di stato.

Durante i sette anni trascorsi in carcere, Biofilo patisce i lavori forzati, la fame e gli stenti vari che gli procura la detenzione. Il carcere lo condivide con diversi prigionieri politici venezuelani, molti dei quali moriranno in quella prigione a causa delle sofferenze inumane loro inflitte. Nel 1921, Biofilo viene finalmente trasferito al Castillo Libertador, dove viene trattato con maggior umanità e rispetto. Sarà rilasciato dopo pochi mesi.

Attività rivoluzionaria nel mondo

Due anni dopo il rilascio, nel 1923, arriva in Messico, dove viene accolto dalla Asociación Anarquista Mexicana (Associazione Anarchica Messicana) e inviato in qualità di delegato al Congresso di Barcellona, dove propone un progetto denominato Operazione Europa, che consiste in:

«[...] la formazione di un comitato internazionale incaricato di ordinare, pianificare e eseguire nello stesso giorno l'assassinio dello zar della Bulgaria, dell'imperatore d'Inghilterra, del re d'Italia, del re d'Egitto, dell'arcivescovo del Messico, del presidente della Francia, del cardinale di Toledo e di León Daudet [6][7]

Viaggia in tutto il Sud America ed è coinvolto nell'organizzazione di uno sciopero dei lavoratori del caffè di Sao Paulo (Brasile). Nel 1924 il governo brasiliano, dopo averlo arrestato, lo deporta nella Guyana francese per via delle sue attività rivoluzionarie. Riuscito a fuggire dalla detenzione, grazie anche alla Liga de lo Derechos del Hombre che l'aveva fatto trasferire in Martinica, fa rientro in Colombia; Biofilo, nel suo vagabondaggio rivoluzionario, aveva visitato sino ad allora almeno 52 paesi. In Colombia viene fermato nella città di San Gil insieme al sindacalista Raúl Mahecha. Nel 1927 ritorna a metter piede a Bogotá, dove fonda il gruppo rivoluzionario denominato Centro de Acción Revolucionario (CAR, Centro di Azione Rivoluzionario), pubblicando anche il suo testo più famoso: Mis Prisiones, Mis Destierros y Mi Vida (Le mie prigioni, i miei esili e la mia Vita).

Nel 1934, si lega a Julia Ruiz. In quel periodo Biofilo si concentra soprattutto sulla scrittura, concede interviste a diversi giornali e invia lettere a diversi presidenti dell'America Latina. Nel gennaio 1939 la sua compagna muore. Un anno dopo, disperato, tenterà di togliersi la vita a Barranquilla.

Nel dicembre dello stesso anno, la polizia di Bucaramanga decreta la sua espulsione dalla città. Vaga allora senza fissa dimora, prima di farsi ricoverare a Pamplona (Colombia), dove muore il 1° marzo 1943 vittima di un attacco cardiaco.

Pensiero: l'anarchismo societario di B. Panclasta

Biofilo Panclasta inizialmente fu particolarmente influenzato dal superuomo di Nietzsche, suo filosofo preferito, dichiarando in più di un'occasione il suo disprezzo per le masse:

«La mia anima neopagana e di artista, il mio temperamento ribelle ed individualista, il mio orrore verso le moltitudini non poteva manifestare ammirazione verso questa grande folla (massa)...» [8]

Quando si avvicina all'anarchismo (1904-06), sviluppa un'idea particolare, che non può essere strettamente catalogabile nell'ambito dell'anarco-individualismo, pur essendo fortemente influenzata da pensatori come Max Stirner. Il suo pensiero è chiamato « anarchismo societario », riconoscibile e definibile da una serie di lettere inviate dal carcere di Barranquilla nel 1910.

Per Panclasta, la lotta sociale non deve essere realizzata per liberare qualcun altro, ma per se stessi, anche solo per sentirsi vivi. Entrambe le correnti principali dell'anarchismo (comunismo-anarchico e anarco-individualismo), hanno affinità e divergenze con il suo modo di pensare, poiché egli riteneva che l'uomo non fosse un essere totalmente sociale o individuale; professava il distacco da qualsiasi forma di militanza politica, anche se in Colombia costituì un'organizzazione anarchica (Centro de Acción Revolucionaria). In una conversazione con Kropotkin, scrisse:

«Io non sono un anarchico, ho detto a Kropotkin, io sono io. Non lasciare una religione per un'altra, un partito per un altro, un sacrificio per un altro. Io sono uno spirito libero, egoista. Io agisco come mi sento, non ho altra causa che la mia.» [8]

Il modo di pensare di Biófilo Panclasta è incentrato fondamentalmente sull'azione, egli infatti fu questo piuttosto che un uomo di pensiero. L'organizzazione per lui potrebbe andare bene solo se non finalizzata alla programmazione, bensì all'azione e al conseguimento di quelli che chiamava "interessi di situazione".

Opere di Biofilo Panclasta

  • Mis prisiones, mis destierros y mi vida, Bogotà, Águila Negra Editorial, 1929
  • Siete años enterrado vivo en una de las mazmorras de Gomezuela: Horripilante relato de un resucitado, Bogotá, Tipografía La Libertad, 1932

Note

  1. Biofilo: dal greco BIO = vita e FILIA: amore
  2. Panclasta: dal greco PAN = tutto e KLASTO = distruggo
  3. Il bachelor (in lingua italiana Baccellierato) è, nel sistema universitario anglosassone, il titolo accademico rilasciato dalle università a seguito di un corso di studi della convenzionale durata di tre anni (talvolta estesi a quattro) ed il conseguimento di almeno 180 ECTS. Si tratta di una sorte di laurea di primo livello.
  4. Eleazar López Contreras (Queniquea, 5 maggio 1883 – Caracas, 2 gennaio 1973) è stato un politico venezuelano, noto soprattutto per essere stato presidente del proprio paese fra il 1935 e il 1941.
  5. Recuerdo y olvido de un anarquista colombiano.
  6. Léon Daudet (Parigi, 16 novembre 1867 – Saint-Rémy-de-Provence, 30 giugno 1942) è stato uno scrittore e politico nazionalista francese.
  7. PERIÓDICO EL DEBER. Bucaramanga. Nº 4830, 31 gennaio 1940, pag. 1.
  8. 8,0 8,1 PANCLASTA, Biófilo (1910): Datos autobiográficos de Panclasta. Pubblicato nel periodico El Pueblo, N° 219

Citazioni

  • «Io non voglio che nessuno mi presenti: Biofilo presenta Panclasta»
  • «Io non sono anarchico, io sono io. Io non lascio una religione per un'altra, un partito per un altro, un sacrificio per un altro. Io sono uno spirito liberato, egoista. Non ho altra causa che la mia.»
  • «Mi ripugna sia governare che esser governato; ogni uomo scelga il suo cammino, non seguo nessuno e non voglio che nessuno mi segua.»
  • «La grandezza non è nelle cose, ma nell'individuo.»
  • «La rivoluzione sono io.»

Voci correlate

Collegamenti esterni