Benjamin Tucker: differenze tra le versioni

Da Anarcopedia.
Jump to navigation Jump to search
m (Sostituzione testo - "[à][\s\s]" con "à ")
m (Sostituzione testo - "[à][\s][,]" con "à,")
Riga 42: Riga 42:


===Anarchico o anarco-capitalista?===
===Anarchico o anarco-capitalista?===
I ragionamenti di Tucker sono stati a volte fraintesi in senso [[liberismo|liberistico]] o addirittura [[anarco-capitalismo|anarco-capitalistico]]. In realtà , come tutti gli [[anarco-individualismo |anarco-individualisti]], egli è profondamente [[anti-capitalismo|anticapitalista]], contro lo sfruttamento del lavoro, contro tutte le forme di reddito non-lavorativo (profitto, gli interessi, l'affitto ecc.) e contro le grandi concentrazioni di [[La proprietà |proprietà ]], che lui imputava al monopolio statale dell'emissione dei diritti di [[La proprietà |proprietà ]], più che all'idea di proprietà  individuale in sé e per sé.
I ragionamenti di Tucker sono stati a volte fraintesi in senso [[liberismo|liberistico]] o addirittura [[anarco-capitalismo|anarco-capitalistico]]. In realtà, come tutti gli [[anarco-individualismo |anarco-individualisti]], egli è profondamente [[anti-capitalismo|anticapitalista]], contro lo sfruttamento del lavoro, contro tutte le forme di reddito non-lavorativo (profitto, gli interessi, l'affitto ecc.) e contro le grandi concentrazioni di [[La proprietà |proprietà ]], che lui imputava al monopolio statale dell'emissione dei diritti di [[La proprietà |proprietà ]], più che all'idea di proprietà  individuale in sé e per sé.


La società  ideale di Tucker è formata da piccoli imprenditori e lavoratori esterni, ipotizzando tra loro una relazione non fondata sullo sfruttamento e l'oppressione ma sull'equilibrio di mercato, in cui il valore aggiunto sarebbe distribuito equamente tra di loro. Per aumentare il potere contrattuale dei lavoratori, Tucker propone l'accesso al credito mutuale, quindi non imponendo direttamente il controllo dei lavoratori delle aziende, ma promuovendolo proprio attraverso una crescita del loro potere contrattuale. In questo modo egli intendeva contrastare le storture tipiche del [[capitalismo]], in particolare contrastare la società  gerarchica.
La società  ideale di Tucker è formata da piccoli imprenditori e lavoratori esterni, ipotizzando tra loro una relazione non fondata sullo sfruttamento e l'oppressione ma sull'equilibrio di mercato, in cui il valore aggiunto sarebbe distribuito equamente tra di loro. Per aumentare il potere contrattuale dei lavoratori, Tucker propone l'accesso al credito mutuale, quindi non imponendo direttamente il controllo dei lavoratori delle aziende, ma promuovendolo proprio attraverso una crescita del loro potere contrattuale. In questo modo egli intendeva contrastare le storture tipiche del [[capitalismo]], in particolare contrastare la società  gerarchica.

Versione delle 18:59, 1 set 2019

Benjamin R.Tucker

Benjamin Tucker (South Dartmouth, USA, 17 aprile 1854 - Monaco, 22 giugno 1939) è stato un pensatore anarco-individualista americano del XIX secolo.

Biografia

Formazione

Nato a South Dartmouth, Massachusetts (USA), quando è ancora studente del Massachusetts Institute of Technology, Benjamin Tucker nel 1872 partecipa a Boston ad un convegno della Labor Reform League organizzato dall'autore di Mutual Banking (1850) William B. Greene. Al convegno, Tucker acquista diversi libri, tra cui Mutual Banking, True Civilization ed alcuni opuscoli di Ezra Heywood, l'autore di Free Love e Cupid Yokes, due testi che esaltavano l'amore libero e per questo considerati "immorali" dall'opinione pubblica. Sarà proprio Ezra Heywood a presentargli William B. Greene e Josiah Warren, di fatto introducendolo negli ambienti dell'anarchismo. In questo periodo inizia anche una relazione con Victoria Woodhull che durerà circa 3 anni.

L'anarchismo

Testata di Liberty

Divenuto anarchico all'età di 18 anni [1], il suo contributo per lo sviluppo dell'anarco-individualismo americano giunge soprattutto per mezzo della parola e dello scritto. Dopo un viaggio in Europa nel 1875, l'anno segunte fa il suo debutto nei circoli radicali con la pubblicazione della prima traduzione in inglese del celebre saggio di Proudhon intitolato Che cos'è la proprietà . Tucker sarà anche il primo a tradurre in inglese L'unico e la sua proprietà Max Stirner e Dio e lo Stato di Bakunin.[2] Nel corso della sua vita pubblicherà inoltre altre opere, come Che fare? di Nikolaj Gavrilovic Cernysevskij, La Sonata di Kreutzer di Lev Tolstoj ed altri testi di Oscar Wilde, Herbert Spencer, Emile Zola, John Henry Mackay e molti altri.

Essendo un pensatore e un divulgatore di idee piuttosto che uomo d'azione, dal 1877 pubblica le proprie idee nella rivista trimestrale Radical Review. Collabora con The Word, la rivista di Heywood di cui cui assumerà la direzione quando quest'ultimo finirà agli arresti per aver pubblicato un articolo in favore della contraccezione.

Il 6 agosto 1881 diffonde il primo numero del suo giornale anarchico Liberty, che, per oltre 25 anni, sarà l'organo portavoce dell'anarchismo individualista, in opposizione al comunismo di Kropotkin e di Johann Most. [3] In questa rivista, oltre ad aver pubblicato alcuni scritti di George Bernard Shaw e Friedrich Nietzsche, Tucker cercherà di conciliare le teorie dei pensatori libertari europei come Pierre Joseph Proudhon, con quelle degli individualisti americani (Lysander Spooner, Stephen Pearl Andrews, Joshua K. Ingalls, Moses e Lillian Harman, H.D.Thoreau e Josiah Warren) e dei partigiani del libero pensiero e dell'amore libero. Questo suo lavoro porterà allo sviluppo di una concezione particolare dell'anarchismo da lui definito Anarchistic-Socialism.

La sua attività ha permesso, negli USA, la diffusione del pensiero stirneriano, causando una spaccatura all'interno dell'Individualismo americano tra gli stirneriani e gli spooneriani (seguaci di Spooner e teorici delle leggi naturali). Nonostante la sua posizione individualista, nel 1887 sostiene apertamente i martiri di Chicago. In questo stesso anno fonda un circolo anarchico a Boston.

L'ultimo periodo

Nel 1906 apre a New York il Tucker's Unique Book Shop, una sorta di infoshop in cui si promuoveva l'«Egoismo in Filosofia, l'Anarchismo in Politica, l'Inconoclastia nelle Arti.». Nel 1908, dopo l'incendio d'origine dolosa che distrugge il suo Book Shop, che gli costa la perdita di tantissimi libri andati in fiamme e una notevole perdita economica visto che l'edificio non era assicurato, decide di abbandonare la pubblicazione di Liberty e lasciare gli Stati Uniti per trasferirsi in Francia con la famiglia. Nel 1913, dopo anni di silenzio, ritorna a pubblicare alcuni articoli per la rivista The New Freewoman, da lui definita «la pubblicazione più importante della mia vita.».

Negli ultimi anni della sua vita diventa assai pessimista circa l'applicazione delle sue idee. Nel 1926, infatti, Vanguard Press pubblica una selezione di suoi scritti intitolati Individual Liberty, in cui in un post-scriptum [4] di State Socialism and Anarchism [5] in cui egli manifesta tutto il suo pessimismo per il futuro vista l'incredibile concentrazione di ricchezza che quarant'anni prima non era minimamente preventivabile.

Tucker muore a Monaco nel 1939, in compagnia della sua famiglia. Sua figlia, Oriole, ha riferito che «l'atteggiamento del padre verso il comunismo e la religione non è mai cambiato di una briciola... Nei suoi ultimi mesi chiamò la governante francese. 'Voglio che sia lei,' ha detto, 'la testimone che sul mio letto di morte non sto ritrattando. Io non credo in Dio!».[6]

Pensiero

Il socialismo anarchico di Tucker

Pur essendo un anarco-individualista Tucker si considerava un socialista, arrivando ad autodefinire la sua teoria Socialismo Anarchico.

Il suo pensiero è profondamente anticapitalista e contro l'autorità dello Stato, da lui visto come lo strumento attraverso cui le classi dominanti si garantiscono ingiusti privilegi. L'idea stessa del profitto capitalistico è paragonato spesso all'usura, perché non permette ai lavoratori di godere del frutto del proprio lavoro.

Le idee di Tucker sono profondamente critiche rispetto al marxismo: la difesa della libertà individuale, del possesso, e del libero scambio rappresentano il punto di partenza del suo pensiero, secondo il quale l'individuo costituisce la «vera e inalienabile fonte d'autorità ».

Qualsiasi autorità imposta al singolo senza il suo consenso rappresenta una pura e semplice usurpazione, a prescindere dal fatto che questa «sia esercitata da una persona su un'altra, come avviene nel caso di un delinquente comune, oppure da una persona singola su tutte le altre, come succede nel caso del despota o infine, da tutti contro un singolo, come avviene nelle nostre democrazie moderne», ritenendo inoltre che ad ognuno deve essere garantito «il possesso dei prodotti del proprio lavoro e di quelli altrui acquistati senza frode e senza violenza».

Il suo anarchismo, cioè la sua condanna ad ogni forma di Stato e di dominio, discende dal rifiuto di accettare anche una sola eccezione al divieto d'aggressione dei diritti del prossimo. Lo Stato è infatti un'istituzione fortemente invasiva, poiché si regge su sulle imposte ottenute con la minaccia della forza armata, pretendendo un monopolio che potrebbe essere più giusto ed efficiente se svolto da individui singoli o associati. Lo Stato rappresenta uno strumento di dominio, che permette e garantisce lo sviluppo di monopoli legali, tra i quali Tucker ne individua quattro principali: il "monopolio del credito", della "terra", delle "tariffe", e dei "brevetti". Tali monopoli di Stato tutelano i privilegi che i capitalisti usano per sfruttare i cittadini sia come lavoratori che come consumatori, mettendoli in condizione di scarsità e bisogno per poter estorcergli più risorse possibili.[7][8]

Il suo "socialismo anarchico", vuole estendere ad ogni ambito i principi della libera concorrenza, in modo da abbassare al minimo i prezzi di ogni prodotto o servizio, fin quasi al livello del prezzo di produzione o di costo, come gli insegnò Josiah Warren. Il suo socialismo è da intendere come sinonimo di contrarietà all'accumulo e concentrazione di capitale nelle mani di pochi individui. Se è pur vero che in alcuni articoli inveì contro il socialismo, bisogna comprendere che in questo caso egli si riferiva al socialismo di Stato, cioè all'accezione tipicamente marxista del termine.

Anarchico o anarco-capitalista?

I ragionamenti di Tucker sono stati a volte fraintesi in senso liberistico o addirittura anarco-capitalistico. In realtà, come tutti gli anarco-individualisti, egli è profondamente anticapitalista, contro lo sfruttamento del lavoro, contro tutte le forme di reddito non-lavorativo (profitto, gli interessi, l'affitto ecc.) e contro le grandi concentrazioni di proprietà , che lui imputava al monopolio statale dell'emissione dei diritti di proprietà , più che all'idea di proprietà individuale in sé e per sé.

La società ideale di Tucker è formata da piccoli imprenditori e lavoratori esterni, ipotizzando tra loro una relazione non fondata sullo sfruttamento e l'oppressione ma sull'equilibrio di mercato, in cui il valore aggiunto sarebbe distribuito equamente tra di loro. Per aumentare il potere contrattuale dei lavoratori, Tucker propone l'accesso al credito mutuale, quindi non imponendo direttamente il controllo dei lavoratori delle aziende, ma promuovendolo proprio attraverso una crescita del loro potere contrattuale. In questo modo egli intendeva contrastare le storture tipiche del capitalismo, in particolare contrastare la società gerarchica.

Il sistema di Tucker concepiva alcuni principi del capitalismo, come la concorrenza tra le imprese in un "libero mercato". Tuttavia, i mercati sono solo una condizione necessaria del capitalismo, non una condizione sufficiente. Ci può anche essere un "libero mercato" sotto il socialismo, anche se di natura profondamente diversa. L'obiezione anarchica fondamentale al capitalismo non è il mercato, ma la proprietà privata e la conseguente schiavitù salariale. Egli vorrebbe eliminare entrambi, ed è per questo che si definiva un socialista.

In sostanza, per concludere, nonostante alcune sue idee convergano con quelle anarco-capitaliste, non può essere considerato in nessuno modo un estimatore di questo pensiero reazionario, in particolare non può essere in alcun modo accostato al libertarismo di destra, nonostante questi l'abbiano più volte tirato per la giacchetta. In questo egli si avvicina a quello che oggi verrebbe definito un "socialista di mercato", ma sempre e comunque non-statalista.

Note

  1. Symes, Lillian and Clement, Travers. Rebel America: The Story of Social Revolt in the United States. Harper & Brothers Publishers. 1934. p. 156
  2. God and State
  3. Ephemerides anarchistes
  4. Post-scriptum
  5. State Socialism and Anarchism
  6. Paul Avrich (1996). Oriole Tucker Riché". Anarchist Voices. Princeton University Press. p. 11.
  7. Cinque padri dell'anarchismo
  8. Wikipedia

Opere (in inglese)

Voci correlate

Collegamenti esterni