Auguste Vaillant

Auguste Vaillant (Mézières, Ardenne, 27 dicembre 1861 - Parigi, 5 febbraio 1894) è stato un anarchico individualista e "propagandista del fatto", condannato a morte per aver lanciato una bomba alla Camera dei Deputati francese.

Auguste Vaillant

Biografia

Abbandonato dai genitori in giovane età, Auguste Vaillant sopravvive da solo a Parigi ricorrendo a mille espedienti. All'età di dodici anni riceve la prima condanna per accattonaggio. A 17 anni viene condannato a sei giorni di prigione perché aveva mangiato in un ristorante senza pagare la consumazione.

L'anarchismo

 
Rappresentazione dell'attentato compiuto da Vaillant

Trova lavoro come apprendista di vari lavori manuali e nel frattempo coltiva la nascente passione per l'astronomia e la filosofia. Indignato per la propria miseria, inizia a frequentare gli ambienti anarchici parigini e a leggere i loro giornali. Si sposa ed ha una figlia, Sidonie, ma le condizioni di vita sono assai miserevoli e per questo in seguito saranno sostenuti da Sébastien Faure.

A questo punto sceglie di emigrare in Argentina, ma non ha particolari fortune e per questo, dopo 3 anni, decide di far rientro in terra francese. Al suo ritorno trova solo lavori occasionali e si ritrova a vivere enormi difficoltà per sbarcare il lunario. In questo periodo viene a contatto con la frange più radicali dell'anarchismo, che avevano abbracciato una violenta interpretazione della propaganda col fatto. Dal 1892, per primo con Ravachol, gli anarchici avevano cominciato ad attaccare gli interessi della borghesia e dei politici, responsabili delle profonde ingiustizie sociali presenti in Francia e nel mondo.

Attentato al Parlamento

Il 9 dicembre 1893, in Francia, Auguste Vaillant lancia un piccolo ordigno esplosivo (riempito di chiodi) nella Camera dei Deputati, al grido di: «Morte alla borghesia! Lunga vita all'anarchia!».

Si tratta di un gesto simbolico, fatto per protestare contro la repressione degli anarchici, ordita dal capo del governo Jean Casimir-Perier, piuttosto che per uccidere (non ci fu alcuna vittima).

Il processo e l'esecuzione

Durante il processo, difeso da Fernand Labori, sostiene che l'obiettivo dell'attacco era il parlamento e non le persone.

«Ho preferito ferire un gran numero di deputati piuttosto che uccidere qualcuno. Se avessi voluto uccidere avrei caricato (la bomba) con dei pallettoni. Ho messo dei chiodi; ho voluto quindi solo ferire. Non posso certo mentire per darvi il piacere di tagliarmi il collo!».

Nonostante la petizione promossa in suo favore dal sacerdote Lemire, che era stato ferito nel'attentato, e la richiesta di perdono della figlia Sidonie direttamente al Presidente Carnot Vaillant viene condannato ugualmente a morte e ghigliottinato il 5 febbraio 1894. Poco prima della morte grida:

«Lunga vita all'anarchia! La mia morte sarà vendicata!»

Il suo boia si chiama Louis Antoine Stanislas Deibler, lo stesso che aveva ghigliottinato Ravachol e qualche mese più avanti userà lo stesso strumento per assassinare Henry e Caserio.

Conseguenze dell'attentato

  Vedi Leggi scellerate.

La conseguenza diretta degli attentati anarchici fu l'incremento della repressione e l'adozione delle cosiddette « Lois scélérates » (Leggi scellerate) nel 1893 e nel 1894.

  • La prima, votata il 12 dicembre 1893, concerneva la sicurezza generale. Prevedeva la creazione di nuovi reati, tra cui l'apologia della propaganda col fatto o del crimine. Questa legge permise alle autorità di ordinare arresti e sanzioni preventive.
  • La seconda, datata 18 dicembre 1893, concerneva le associazioni a delinquere. Essa aveva l'obiettivo di autorizzare la persecuzione dei gruppi accusati di preparare attentati.
  • La terza, adottata il 28 luglio 1894, concerneva la libertà di stampa. Veniva interdetta tutta la propaganda agli anarchici e si tradusse con l'interdizione dei loro giornali.

Le leggi scellerate furono abrogate solamente il 23 dicembre 1992.

Voci correlate