Arte e anarchia

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Il gruppo de Les Automatistes intorno a un'opera di Maurice Perron. Da sinistra a destra: Claude Gauvreau, Mme Gauvreau, Pierre Gauvreau, Marcel Barbeau, Madeleine Arbour, Paul-Émile Borduas, Madeleine Lalonde, Bruno Cormier, Jean-Paul Mousseau.

L'arte comprende ogni attività umana in cui si realizza una forma espressiva, attività che può essere veicolo di pensieri, critiche, proteste, stati d'animo.

Mentre altri movimenti politici (comunismo e fascismo in primis), utilizzano l'arte a fini meramente propagandistici, l'anarchismo vede nel gesto creativo anzitutto una manifestazione della libertà individuale, un'esperienza che, come si evince dalla radice greca del termine "estetica" (αἴσθησις [aisthesis]: sensazione, sentimento), si lega al "sentire" e che induce quindi il fruitore a una reazione empatica e/o a recepire un messaggio.

Arte e anarchismo

« Il pittore anarchico non è colui che esegue opere anarchiche, bensì colui che, senza curarsi del denaro e senza chiedere ricompense, lotta con tutta la sua individualità contro le convenzioni borghesi. »

~ Paul Signac
Artiste et bourgeois, la prima raccolta di disegni a carattere satirico di Jossot del 1894.

William Godwin, consiederato da molti il primo filosofo anarchico, fu anche un innovatore in campo letterario e influenzò Percy Shelley, probabilmente il primo poeta anarchico. Altri letterati anarchici furono H. D. Thoreau, Lev Tolstoj, Octave Mirbeau, Gustav Landauer (romanziere e rivoluzionario tedesco). Pur se non propriamente anarchici, sono stati notevolmente influenzati dal pensiero anarchico William Morris, Oscar Wilde, Eugene O'Neil (che mandò a Emma Goldman, in carcere per propaganda contro la guerra, un volume con le sue commedie), William Blake, Franz Kafka (che fu arrestato a Praga per aver partecipato a riunioni anarchiche) e molti altri, tra cui alcuni poeti dada, alcuni simbolisti, alcuni surrealisti.

In campo musicale, Richard Wagner, amico e commilitone di Michail Bakunin, esercitò una forte influenza sulle idee anarchiche riguardanti l'integrazione sociale dell'arte e la cultura rivoluzionaria. Nel XX secolo, però, gli anarchici ripudiarono l'autoritarismo wagneriano. Fu così che John Cage divenne il massimo esponente della concezione anarchica in campo musicale.

Oltre alla musica e alla letteratura, il pensiero libertario si è manifestato anche nell'arte figurativa (nella pittura l'anarchismo ebbe un'influenza dominante in Russia dal 1880 fino alla conquista del potere da parte dei bolscevichi), nel cinema (a partire dal cinema espressionistico tedesco), nel teatro (si veda, ad esempio, il Living Theatre) e, molto più recentemente, nel movimento della mail art (utilizzo di elementi postali in maniera artistica), delle fanzines (tra questi merita una citazione l'italiano Bad Trip), dei manifesti, dell'arte graffitara ecc.

L'esperienza americana

Il rapporto "arte-anarchia" è stato ed è di tipo "transnazionale", tuttavia gli ambienti artistici statunitensi del XX secolo sono stati influenzati più di altri dal pensiero anarchico (forse a causa del continuo mescolamento di popoli e razze): numerosi sono stati gli artisti americani che hanno dichiarato la propria militanza anarchica.

La tendenza della Aschan School, del realismo americano, ha incluso molti artisti intrisi di un forte spirito libertario, tra cui i pittori statunitensi Rockell Kent e Gorge Bellows. Verso la fine del XX secolo, l'anarchismo e l'arte sono stati associati soprattutto per i lavori di collage di James Kehnline, Freddie Baer, Johan Humyn Being e altri, che trovarono spazio nei giornali «Anarchy: A Journal of Desire Armed» e «Fifth Estate». Anche il Living Theatre, una compagnia fondata nel 1947 a New York da Judith Malina e Julian Beck, si definiva fondato su principi anarchici e spesso i temi libertari erano presenti nelle loro performance teatrali.

L'arte come contestazione della società capitalistica

A partire dagli anni '50 e '60 si è sviluppato quel tipo di società capitalistica definita "di massa", di cui le peculiarità principali sono il consumismo, la pubblicità, l'omologazione e l'omogeneizzazione dei "gusti", la mercificazione di qualsiasi valore. Da questa situazione è derivato l'affermarsi di quei "sottoprodotti pseudoartistici" che danno al consumatore l'illusione di avere a che fare con l'arte, ma che in realtà altro non sono che volgare banalizzazione della stessa. In questa chiave va interpretato il lavoro del "sistema" industriale, oramai "impadronitosi" di buona parte dei prodotti artistici e volto alla "costruzione" di elementi mercificabili. Tale situazione è stata descritta dai situazionisti attraverso l'utilizzo del termine «récupération» («recupero»), con riferimento, per esempio, al punk rock. [1]

Contro la progressiva mercificazione dei "prodotti" d'arte gli artisti d'ispirazione libertaria (ma non solo questi) hanno assunto atteggiamenti di forte contestazione attraverso una varietà di modi (rifiuto dei normali canali di comunicazione, rifiuto di creare immagini o prodotti commerciabili, nuove tendenze artistiche ecc.) volti a scardinare le fondamenta del "sistema capitalistico".

L'artista libertario

« La forma di governo che si addice maggiormente all'artista è l'assenza di ogni governo. »

~ Oscar Wilde

Le grandi epoche di risveglio culturale ed artistico hanno visto il prevalere dell'autonomia delle città e la loro riorganizzazione secondo metodologie federaliste. Per esempio, l'arte nelle città greche e in quelle medioevali nasce dal rifiorire della libertà dell'individuo, inserito in un contesto comunitario di "dimensioni più umane".

Al contrario, le epoche "tiranneggiate" dal pensiero e dall'azione politica autoritaria vedono spesso un decadimento culturale o comunque una concentrazione dell'arte entro poche mani privilegiate (spesso al servizio dell'autorità).

Figlia e madre della libertà, l'arte è il simbolo della creatività illimitata dell'uomo e, nelle epoche tiranniche, della sua parte inalienabile e dei suoi sentimenti di amore e fratellanza: l'artista libertario rifiuta gli schemi preconcetti ritenendosi l'unico artefice delle proprie creazioni e alimentando lo spirito di rottura, l'emancipazione dell'essere umano e della sua libera immaginazione.

I movimenti artistici

Nei prossimi paragrafi verranno brevemente esaminati i movimenti artistici in cui l'influenza anarchica è stata maggiormente rilevante.

Simbolismo

« Non conosco altre bombe che un libro. »

~ Stéphane Mallarmé

Il simbolismo è un movimento artistico sviluppatosi in seno al decadentismo europeo, che non ha rappresentato un periodo di decadenza dell'arte, bensì l'arte di un periodo di profonda crisi della società.

I simbolisti, in cui è evidente l'influenza esercitata dall'anarchismo ottocentesco (in particolar modo da quello anarco-individualista), si sentivano gli eredi di Charles Baudelaire, da cui presero le mosse Paul Verlaine, Arthur Rimbaud e Stéphane Mallarmé. Essi usavano l'arte come mezzo di contestazione al sistema borghese, esaltando lo spirito anticonformista dell'artista, rifiutando la morale dominante, le leggi e tutti i valori imposti della società costituita. In sostanza, il simbolismo esalta gli aspetti meramente individualistici, celebrando l'individuo rispetto al gregge dei propri simili.

Surrealismo

Copertina del manifesto Refus Global, pubblicato nel 1948.

« Un mondo anarchico, un mondo surrealista: è la stessa cosa. »

~ André Breton

Il surrealismo si è sviluppato nel primo dopoguerra in terra di Francia, in particolar modo per merito di André Breton, il quale inizialmente simpatizzava per il comunismo di stampo autoritario ma poi, a partire anche dall'amicizia con Lev Trotzkij, si avvicinò a un comunismo più libertario, finendo per simpatizzare fortemente con l'anarchismo e collaborare con riviste di quest'area politica.

L'anarchismo tradizionale mette l'accento sulla liberazione dell'immaginazione e la soggettività in contrapposizione all'ordine sociale. Per questo non sorprende che molti surrealisti abbiano trovato notevoli affinità con il pensiero anarchico, avvicinandosi ad esso. Il surrealismo è un movimento al tempso stesso artistico e politico, che guarda alla liberazione dell'essere umano dalle contraddizioni capitalistiche, dallo Stato e dalle forze culturali che limitano l'immaginazione umana.

Il surrealismo ha avuto grande diffusione nel Québec soprattutto per merito dell'attività del gruppo Les Automatistes, che hanno segnato un pezzo della storia libertaria di quel paese: il gruppo comprendeva artisti come Claude Gauvreau e Jean-Paul Riopelle ed il loro manifesto prese il nome di Refus Global (Il Rifiuto Globale).

Futurismo

Virgilio Gozzoli (New York, 1950).
I funerali dell'anarchico Galli di Carlo Carrà (1911).

Il futurismo nasce ufficialmente il 22 febbraio 1909 con la pubblicazione del Manifesto di Tommaso Marinetti. In questo movimento si possono riscontrare due anime: una di sinistra (Futurismo di sinistra), con forti tendenze anarchiche (anarco-futurismo) e una di stampo nazionalista e di destra, che poi prevarrà e verrà fagocitata dal fascismo.

Più che un artista Marinetti fu un agitatore politico che avallò la "bellezza" della guerra, della violenza e del fascismo.

Il futurismo è stato in Italia povero di valori letterari (quello russo invece partorì il grande poeta Vladimir Majakovskij, che disprezzava la guerra e l'oppressione delle masse) - anche se non si può negare la caratura letteraria di Virgilia D'Andrea, Leda Rafanelli e Renzo Novatore - ma ha avuto grande importanza nella pittura (Virgilio Gozzoli, Giovanni Governato ecc.) e nell'architettura.

I funerali dell'anarchico Galli, opera di Carlo Carrà del 1911 (in memoria dell'anarchico Angelo Galli) è tra le opere futuriste più conosciute: comparve in un catalogo del 1912, pubblicato nella prima esposizione parigina dei futuristi.

Umberto Boccioni, pittore e scultore futurista italiano, battezzò le proprie opere come "trascendentalismo fisico". La scultura, secondo Boccioni, doveva far vivere gli oggetti rendendo plastico il loro prolungamento nello spazio: «Un oggetto finisce quando ne comincia un altro».

Secondo Mark Antliff l'estetica futurista era stata creata per ingannare lo spettatore e per distoglierlo dalla realtà politica che poi condusse l'Italia alla Prima guerra mondiale e all'avvento del fascismo.

Espressionismo

« Cos'è l'arte? L'arte nasce dalla gioia e dal dolore, ma soprattutto dal dolore. Cresce dalle vite umane. »

~ Edvard Munch

L'espressionismo nacque in Germania nel 1919 ed interessò tutte le discipline artistiche (pittura, letteratura, musica, cinema, teatro), distinguendosi in varie correnti tutte accomunate da un radicalismo di stampo anarco-individualistico, antipositivistico, umanitario e antiborghese. L'espressionismo astratto ha incluso artisti di tendenza libertaria come i pittori Mark Rothko e Jackson Pollock.

Dadaismo

« Il grande nemico dell'arte è il buon gusto. »

~ Marcel Duchamp

Il dadaismo fu un movimento artistico che si sviluppò a Zurigo tra il 1918 e il 1924 e che espresse forti critiche alla cultura borghese, riducendo l'arte a gioco, a combinazione di parole (dalla quale prese origine lo stesso nome «dada», scegliendo a caso la prima parola di una pagina del dizionario), estremizzando la mercificazione capitalistica dell'arte e presentando ogni merce come oggetto estetico (ad esempio, la Ruota di bicicletta esposta da Marcel Duchamp [2]) o qualunque operazione come attività artistica (ad esempio, Marcel Duchamp [2] dipinge i baffi sulla Gioconda).

Note

  1. Il concetto di «recupero» è stato formulato dai membri dell'Internazionale Situazionista nella sua prima istanza, pubblicata nel 1960. Il termine trasmette una connotazione negativa perché il «recupero» porta generalmente la conseguenza intenzionale (percepita o meno) di alterare fondamentalmente il significato sotteso alle idee radicali attraverso la loro appropriazione o la loro cooptazione nel discorso dominante. Il termine «récupération» è stato originariamente concepito come l'opposto del concetto di «détournement», in cui immagini e altri artefatti culturali sono attinti da fonti tradizionali e riproposti con intenzioni radicali.
  2. 2,0 2,1 Secondo Arturo Schwarz Duchamp «Era anarchico. Come lo sono io. Non a caso si definiva "anartist", in assonanza con "anarchist"» (Il poeta anarchico che trasformò l'orinatoio in feticcio).

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni