Aristide Lapeyre

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Aristide Lapeyre

Justin Aristide Lapeyre (Monguilhem, Gers 31 gennaio 1899 - Bordeaux, Gironda 23 marzo 1974) è stato un militante libertario, anarco-sindacalista, libero pensatore, anticlericale, pacifista e antimilitarista.

Sostenitore del controllo della procreazione, fu condannato nel 1973 a cinque anni di prigione per aver praticato aborti volontari.

Era il fratello di Paul Lapeyre e Laurent Lapeyre.

Biografia

Figlio di un contadino diventato postino, Aristide Lapeyre parte per Bordeaux e poi per Parigi dove incontra un attivista anarchico che gli fa frequentare La Ruche, la scuola libertaria fondata da Sébastien Faure.

Antimilitarista, anarco-sindacalista, anticlericale ed enciclopedista

Chiamato alle armi a 18 anni, l'armistizio del 1918 riesce per un soffio a salvarlo dal fronte. In tre anni di servizio, allinea un totale di 560 giorni di punizione per aver distribuito volantini o giornali anarchici in caserma, per aver incitato alla disobbedienza, per falsi permessi per andare a Parigi e parlare in incontri anarchici, per il furto dell'auto di un colonnello per portare amici a Parigi in una manifestazione pacifista.

Con i suoi fratelli Paul Lapeyre e Laurent Lapeyre costituisce nel 1926 la CGT-SR.

Contribuisce all'Encyclopédie anarchiste avviata da Sébastien Faure, per la quale scrive definizioni come «Casta», «Enciclica», «Schiavitù», «Esplosivo», «Forza», «Fratellanza», «Confine», «Disuguaglianza».

Dal marzo 1929, pubblica la rivista anticlericale Lucifer, «organo di libero pensiero e cultura individuale», fonda una casa editrice con lo stesso nome e cura il giornale La Révolte, «organo anarchico del sud-ovest».

Dopo essere diventato un parrucchiere, nel 1931 apre un "salone" in rue de La Fusterie 44, nella vecchia Bordeaux, un punto di incontro in cui diffonde la stampa libertaria.

L'«affaire des stérilisés de Bordeaux»

Lapeyre viene arrestato alla fine di marzo 1935 con il neomalthusiano dottor Norbert Bartosek, André Prévôtel e sua moglie Andrée, accusato di "complicità nella castrazione" (ma è solo vasectomia, che la legge non vieta). Viene rilasciato il 6 luglio.

Rivoluzione spagnola e occupazione tedesca

Dal luglio 1936, fa la spola tra la Catalogna, l'Aragona e la Francia. Contribuisce a sostenere efficacemente i combattenti della CNT e della FAI e promuove, in Francia, la rivoluzione spagnola e il lavoro delle comunità agricole e industriali, in particolare pubblicando L'Espagne nouvelle.

Dall'inizio dell'occupazione tedesca, organizza in Dordogna e nel Lot-et-Garonne due varchi nella «ligne de démarcation» (confine tra la zona occupata e la zona non occupata dall'esercito tedesco) per ebrei e refrattari.

Nell'ottobre del 1941, a seguito di un attacco a un ufficiale tedesco, è arrestato dalla polizia e detenuto come ostaggio nel campo di Pichey-Beaudésert, vicino a Bordeaux. Se non è nella lista dei primi cinquanta ostaggi fucilati, è perché è un anarchico, ma non un comunista. Trascorre diversi mesi sotto la minaccia della fucilazione, poi finalmente è rilasciato nel 1943.

Ricostruzione del movimento libertario

Dopo la Seconda guerra mondiale, è tra i fondatori della Fédération anarchiste (Federazione anarchica francese) insieme a Robert Joulin, Henri Bouyé, Maurice Joyeux, Georges Fontenis, Suzy Chevet, Renée Lamberet, Georges Vincey, Paul Lapeyre, Maurice Laisant, Maurice Fayolle, Giliane Berneri, Solange Dumont, Roger Caron, Henri Oriol e Paul Chery.

Prende parte alla ricostruzione del movimento libertario e ricomincia i tour di conferenze per la Fédération anarchiste, la Confédération nationale du travail e la Fédération nationale de la libre pensée (Federazione Nazionale del Libero Pensiero), di cui è stato uno dei relatori nazionali per lungo tempo.

Nel 1953 è tra quelli che ricostituiscono la Fédération anarchiste dopo "l'affare Georges Fontenis" e, per undici anni, è responsabile dell'edizione del suo bollettino interno.

Nel 1968 è tra i delegati della Fédération anarchiste al congresso internazionale di Carrara.

La condanna per aborto

Antireligioso e anticlericale, è anche un attivista neomalthusiano di lunga data. Combatte per il diritto all'aborto, non esitando a praticarlo da solo. Addestra anche altri a farlo, come Hellyette Bess.

Viene condannato il 19 giugno 1973 a cinque anni di prigione in seguito alla morte accidentale di un paziente, appena due anni prima della promulgazione della legge che autorizza l'interruzione volontaria della gravidanza.

A seguito di un attacco di emiplegia, riceve la grazia medica. Consumato da una vita militante estenuante, muore il 23 marzo 1974.

Bibliografia

Opere di Lapeyre

  • L'Église veut-elle la paix ou la guerre?, Parigi, Gruppo di propaganda per la brochure, 1934
  • Libres opinions sur Pierre-Joseph Proudhon, Tolosa, Edizioni Cenit, 1965
  • Le Problème espagnol, Ce qu'il faut dire, n° 2, 15 settembre 1946
  • Prefazione de La fin douloureuse de Sebastien Faure: apôtre libertaire de la paix, La Ruche ouvrière, 1957

Opere su Lapeyre

  • Sylvie Knoerr-Saulière, Francis Kaigre, Jean-René Saulière dit André Arru, un individualiste solidaire (1911 – 1999), Gli amici di André Arru, Libero pensiero autonomo, Centro internazionale di ricerca sull'anarchismo (Losanna), 2004, pp. 30 e ss.
  • Cédric Guérin, Anarchisme français de 1950 à 1970, Tesi di laurea specialistica in Storia contemporanea sotto la supervisione di Mr Vandenbussche, Villeneuve d'Ascq, Università di Lille III, 2000
  • Les Cahiers des amis d'Aristide Lapeyre, Associazione degli amici di Aristide Lapeyre, semestrale, n° 1, septtembre 1985

Fonti

Voci correlate