Antiamericanismo

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Teheran, Iran, 2004

Il termine Antiamericanismo é un usato spesso da politici e giornalisti per indicare un pregiudizio contro gli Stati Uniti d'America, la sua gente, la sua storia, le sue alleanze o le scelte politiche interventiste del suo governo. Il termine stesso é improprio visto che gli Stati Uniti comprendono solo una parte delle Americhe.

Comunemente nell'ambito antagonista con questo termine s'intende definire una posizione critica nei confronti del ruolo egemone degli USA.

Nascita dell'antiamericanismo

In realtà  l’antiamericanismo nasce negli Stati Uniti agli inizi degli anni '60 con la protesta degli hippies, movimento di giovani libertari appartenenti alle benestanti e ipocrite famiglie borghesi americane, depositarie dell’intramontabile e ambiguo sogno americano del “self made man”, un ideale che seppur nato con intenti di uguali opportunità  sociali tra gli uomini, di fatto però diventava il motore della società  capitalistica e consumistica, andando ad aumentare le disuguaglianze sociali. Gli hippies, consapevoli di ciò, contestavano i falsi valori del moralismo della corrotta società  tradizionale e la politica imperialista americana che in quel momento si manifestava con la guerra in Vietnam. Rivendicavano inoltre la parità  dei diritti e l’uguaglianza tra neri e bianchi attraverso la pratica dell’amore libero e dei liberi costumi; denigravano la violenza in tutte le sue forme e l’uso delle armi il cui possesso privato ancora oggi è consentito dal 2° emendamento della Costituzione degli USA.

Differenze tra i vari antiamericanismi

Noam Chomsky, anarchico statunitense, ha più volte denunciato gli orrori compiuti dagli USA nel corso della loro storia
«Il vero antiamericanismo sta in realtà  nello sfatare i miti dell'America come Terra della Libertà  e del Benessere. La maggioranza degli Americani vive infatti sotto una rigida oligarchia che impone una vita grama, fatta di lavoro senza garanzie, licenziamenti e disoccupazione; una vita in cui è un sogno impossibile una casa costruita coi mattoni, ed anche la diffusa obesità  è dovuta all'alto livello di ormoni nel cibo, e non all'abbondanza di esso.» [1]

Gli "antiamericanismi" hanno diverse origini e svariate motivazioni: l'antiamericanismo in cui i libertari si riconoscono, seppur la definizione possa risultare inesatta o interpretabile in una maniera impropria, intende distinguersi da quell’antiamericanismo che vorrebbe sostituire la potenza americana con un’altra potenza o che esalta sanguinari come Bin Laden o che mitizza militari come Zoltán Dani [2].

L’"antiamericanismo genericamente definibile di “sinistra” nulla ha a che vedere con il becero antiamericanismo fascista, che invece si oppone all’imperialismo americano semplicemente perché visto come un pericolo per tutti i nazionalismi, nazionalismo che è alla base della dottrina fascista. Inoltre essi non dimenticano che gli “americani” (inteso come statunitensi) sono stati tra i principali responsabili della sconfitta del regime mussoliniano, il quale da sempre definì gli USA come una plutocrazia [3]; di non minor importanza per l'antiamericanismo fascista, è la critica agli USA in quanto paese multirazziale. Assolutamente nulla in comune si ha anche con il fanatismo islamico che definisce gli USA «il grande satana», per via sia della sua cultura che dei suoi costumi morali, ritenuti in antitesi all’Islam.

Gli anarchici non hanno nulla contro gli Stati Uniti in quanto Stato nazionale, visto che auspicano la scomparsa di tutti gli Stati, e nemmeno odiano i cittadini americani, poiché non possono negare il contributo da essi dato allo sviluppo delle tematiche libertarie (Voltairine de Cleyre, Lucy Parsons, Emma Goldman, i martiri di Chicago, i sindacalisti dell’IWW, Brad Will, Noam Chomsky, ecc.). In linea di massima gli anarchici si definiscono antiamericani nella misura in cui questo termine significa critica e denuncia degli USA quale Stato egemone nello sviluppo delle politiche capitalistiche, colonialiste, guerrafondaie, razziste e classiste, che ebbero origine sin dalla scoperta dell’America con il genocidio dei nativi.

La tradizione antiamericana negli USA

Negli Stati Uniti esiste una lunga tradizione di antiamericanismo (intendendo con questo termine la critica alle politiche imperialistiche e guerrafondaie americane), che va dall'American Anti-Imperialist League (di cui fece parte il celebre scrittore Mark Twain) del 1898 e arriva ai giorni nostri con Noam Chomsky e Gore Vidal, passando per Paul Goodman, Abbie Hoffman, Allen Ginsberg, Lawrence Ferlinghetti e tutta la beat generation. L'antiamericanismo degli americani non è quasi per nulla legato al marxismo o, ancor meno, al marxismo-leninismo; in parte è invece relazionato con le sue tradizioni anarco-individualistiche e liberali e, in misura maggiore, con quelle pacifiste e religiose.

Note

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Bibliografia

  • Noam Chomsky, La fabbrica del consenso, Marco Tropea Editore, 1998.
  • Noam Chomsky, Anno 501, la conquista continua. L'epopea dell'imperialismo dal genocidio coloniale ai giorni nostri, prefazione di Lucio Manisco, Gamberetti Editrice, 1993.
  • Gore Vidal, La fine della libertà : verso un nuovo totalitarismo?, Fazi Editore, 2001
  • Noam Chomsky, Egemonia americana e «stati fuorilegge», prefazione di Salvo Vaccaro, Bari: Edizioni Dedalo, 2001
  • Gore Vidal, L'invenzione degli Stati Uniti. I padri: Washington, Adams, Jefferson (Inventing a Nation: Washington, Adams, Jefferson, 2003), Fazi Editore, 2005
  • Noam Chomsky, Egemonia o sopravvivenza. I rischi del dominio globale americano, Marco Tropea Editore, 2005
  • Gore Vidal, E domani ancora guerra: la crisi dell'impero USA, Datanews, 2007

Voci correlate

Collegamenti esterni

  1. da "comidad.org"
  2. Zoltán Dani, di etnia ungherese, è un ex colonnello dell'esercito jugoslavo e fu il comandante della III batteria (composta da 200 uomini) della 250.ma Brigata Missilistica (antiaerea), che durante la Guerra del Kosovo riuscì ad abbattere un F-117 Nighthawk americano della USAF (vicino al villaggio di BuÄ‘anovci, il 27 marzo 1999) divenendo una sorta di "eroe nazionale".
  3. Il termine plutocrazia (dal greco πλουτοκρατία, "πλούτος", ricchezza, e κρατείν "kratòs" potere) indica il predominio nella vita pubblica di individui o gruppi finanziari che, grazie all'ampia disponibilità  di capitali, sono in grado d'influenzare in maniera determinante gli indirizzi politici dei rispettivi governi. Il termine fu spesso usato in senso spregiativo, per esempio, dal fascismo, per indicare le potenze industrialmente avanzate: Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia, soggiogate all'usurocrazia di banchieri internazionali. (da Wikipedia)