Anti-capitalismo

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Ned Ludd, anticapitalista ante-litteram

Con il termine anti-capitalismo si definisce quel movimento che a partire dalla metà del XIX secolo si oppone al capitalismo e all'organizzazione sociale ad esso funzionale.

In generale, alcuni anticapitalisti possono essere a favore di diverse forme di collettivismo o comunismo economico o sociale, anche se non tutti necessariamente auspicano la collettivizzazione dei mezzi di produzione.

Nascita del movimento anticapitalista

Exquisite-kfind.png Vedi Movimento operaio.

La rivoluzione industriale del XVIII e XIX secolo portò come diretta conseguenza tanto al consolidamento del capitalismo quanto alla nascita della classe antagonista al "capitale": la classe operaia (movimento operaio). Questa, a partire dal 1840, anni in cui era in piena esplosione demografica, diede origine allo sviluppo del movimento anti-capitalista più o meno organizzato; col tempo tutte le fazioni anticapitaliste (proudhoniani, anarchici, marxisti ecc.) si riunirono all'interno dell'AIT, il cui risultato più eclatante fu la nascita della Comune di Parigi. Successivamente le divisioni ideologiche tra anarchici e marxisti (frattura ideologica sul concetto di rivoluzione, sulla necessità di una fase transitoria che mantenesse in vita lo Stato e i suoi apparati, sul ruolo dell'avanguardia rivoluzionaria ecc.), determinarono la fuoriuscita degli anarchici dall'AIT.

Il movimento anti-capitalista ha assunto nel tempo diverse sfaccettature ideologiche e pratiche: luddismo, marxismo, anarchismo ecc., ma oggi possiamo distinguere tre correnti:

  • I marxisti (comunisti e socialisti rivoluzionari), molti dei quali partecipano alle elezioni.
  • Gli ecologisti radicali (altermondialisti, ecologisti sociali e fautori della decrescita), che talvolta partecipano alle elezioni al fianco dei marxisti.
  • Gli anarchici, che rifiutano di presentarsi alle elezioni in favore dell'azione diretta.

Idee anticapitaliste

Marxismo

Karl Marx consacrò gran parte della sua vita allo studio dello sviluppo del capitalismo, spiegandone i meccanismi di funzionamento e provando ad ipotizzarne le conseguenze future. Egli riteneva che per sua più intima natura il capitalismo fosse destinato ad implodere, perché obbligato ad allevare, al suo stesso interno, la classe proletaria, ovvero la sua classe antagonista per eccellenza. Per Marx il capitalismo è alienante, portatore di ineguaglianze e contraddizioni destinate inevitabilmente ad esplodere.

Anarchismo

Gli anarchici scampati alla morte e alla violenta repressione della Comune di Parigi del 1871, convogliarono le loro forze inizialmente nell'AIT poi, quando ne furono espulsi, nelle organizzazioni antiautoritarie di matrice anarco-sindacalista e comunista anarchica. Importante fu, tra il 1910 e il 1920, la nascita della CGT francese, dell'Industrial Workers of the World (IWW) e, successivamente, della CNT spagnola, il cui ruolo nella rivoluzione spagnola del 1936 fu di primaria importanza. L'anti-capitalismo anarchico si distingue da quello marxista per il fatto che attribuisce maggiore importanza all'azione diretta degli\delle anarchici\e, piuttosto che alle dottrine ideologiche deterministe come quella marxista.

Altri anticapitalismi

  • Luddismo: Movimento di protesta degli operai inglesi che prese il nome da Ned Ludd, un operaio la cui esistenza non è certa, che sarebbe stato protagonista di una serie di azioni di sabotaggio dei macchinari industriali e che avrebbe poi coinvolto un gran numero di operai. Ancora oggi con questo termine si definisce ogni forma d'azione diretta violenta contro l'invasiva e alienante presenza della tecnologia.
  • Teologia della liberazione: Questa corrente del cristianesimo e del marxismo si sviluppa in America Latina e fu duramente osteggiata dalle gerarchie ecclesiastiche guidate da Giovanni Paolo II. Nonostante ciò numerosi sacerdoti cattolici abbracciarono questa dottrina, provando a coniugare marxismo e cristianesimo e non rinunciando alla lotta violenta contro lo strapotere capitalista.

Lo pseudo-anticapitalismo fascista

Il Fascismo si dichiarò sin da subito nemico del capitalismo, ma le sue posizioni furono sempre alquanto ambigue in particolare per il suo sostegno in favore della proprietà privata e per la mediazione tra classi sociali antagoniste in nome degli interessi superiori dello Stato (vedi corporativismo). Anche i neofascisti si schierano su identiche posizioni, attribuendo talvolta al capitalismo un significato spirituale e non materiale che sembrerebbe servire a giustificare la difesa ad oltranza della proprietà privata, che invece è il cardine su cui si regge il capitalismo.

In sostanza il fascismo manifesta nei confronti del capitalismo tutte le sue tendenze stataliste-dirigiste, in favore della partecipazione statale nell'economia, tendente all'autarchia, sviluppando quindi una sorta di capitalismo di Stato in cui comunque non scompare l'iniziativa privata, il diritto al profitto del proprietario, la divisione classista e gerarchica della società.

Voci correlate

Collegamenti esterni