Anarchismo e urbanistica

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Carlo Doglio, sociologo ed urbanista anarchico

L'urbanistica, attraverso la coordinazione di diversi saperi derivanti da diverse ma correlate discipline (architettura, ingegneria, ecologia, sociologia, diritto, economia, ecc.), è una disciplina che si occupa di studiare la progettazione e lo sviluppo delle città  e degli insediamenti urbani.

L'anarchismo, essendo un pensiero rivoluzionario che coinvolge tutti gli aspetti della vita umana, si è da sempre interessato alle problematiche urbanistiche, promovendo critiche alla concezione attuale delle città  e proponendo la progettazione e realizzazione di un nuovo sviluppo urbanistico che promuova la libertà  e l'autonomia individuale e collettiva.

Un pò di storia ...

Exquisite-kfind.png Vedi Fourier.

Via via che storicamente è cresciuta l'antropizzazione del territorio (non solo le città  ma in generale tutto il territorio urbanizzato), a causa della migrazione delle masse dalle campagne verso le città , nacquero e si svilupparono in seno all'urbanistica forti critiche alla concezione che le autorità  avevano degli agglomerati urbani e, contemporaneamente, furono proposti modelli alternativi di urbanizzazione. Eccone alcuni:

  • I Falansteri[1] sono state unità  agricolo-industriali autonome concepite dal socialista utopistico Charles Fourier, «dove le abitazioni sono alberghi e non caserme, e dove ciascuno trova occasioni svariate per soddisfare le sue inclinazioni.» [2]. Nell'idea di Fourier nel Falansterio sarebbe dovuta vigere la libertà  sessuale e nessuno sarebbe stato vincolato ad uno specifico lavoro. In tal modo si sarebbe dovuto liberare le passioni e rendere il lavoro attrattivo. L'organizzazione specifica a rendere possibile tutto ciò era la “Falange”, ovvero un'unità  del “Falansterio” formato da circa 1600 persone.
  • Durante la metà  del XIX secolo in Inghilterra trovarono accoglimento le proposte sviluppate qualche decennio prima dall'urbanista Ebenezer Howard, il quale aveva affrontato il problema del sovraffollamento delle città , e il conseguente spopolamento delle campagne, a seguito della rivoluzione industriale. Il suo saggio A Peaceful Path to Real Reform (1898) teorizzava la costruzione di città  utopiche attraverso l'idea di Garden City o città -giardino, nella quale la popolazione veniva organizzata e distribuita in maniera equilibrata tanto nelle città  quanto nelle campagne. Le sue idee furono per la prima volta messe in pratica da Raymond Unwin nel 1903 con la realizzazione di Letchworth Garden City. Come detto negli anni '50 le città -giardino si diffusero in molte zone d'Europa, ma nella maggior parte delle volte l'idea originaria risultò stravolta e i risultati furono di conseguenza molto deludenti.
  • Nella prima metà  del XX secolo Frank Lloyd Wright propose una 'città  ideale' denominata Broadacre City (anche Usonia) il cui progetto prevedeva un piano urbano al di fuori di ciò che comunemente definiamo città , nel tentativo di coniugare città  ed ecologismo. L'aspetto più importante non era la collettività  ma l'individuo: ogni cittadino di questa ipotetica città  avrebbe avuto una particella di terra (acre, appunto) per installarsi e viverci. A parte pochi edifici di grandi dimensioni (sviluppati in altezza) per i servizi comuni, Broadacre City non avrebbe avuto un nucleo centrale: Il vero nucleo della democrazia usoniana lo costituisce l'individuo con la sua casa usoniana monofamiliare. In questo modo ogni famiglia vivrebbe nella sua sfera privata in armonia con la natura, all'interno di una cittadina 'verde', utilizzando futuristi mezzi di trasporto individuale (la città  occuperebbe, nel totale, una superficie molto maggiore di quella occupata dalle città  attuali).

Critiche all'urbanistica occidentale

Alcuni dei principali critici dello sviluppo urbanistico occidentale sono stati architetti anarchici come Lewis Mumford, Carlo Doglio e Giancarlo De Carlo. Oltre a loro hanno sviluppato critiche e proposto alternative al modello occidentale dominante anche altri celebri architetti od urbanisti - come per esempio Yona Friedman, Gilles Clément, Le Corbusier, Walter Segal, Michael Reynolds (inventore degli Earthship), ecc.-, oltre ad anarchici come Colin Ward e filosofi del calibro di Michel Foucault.

La lista delle critiche alle città  è molto lunga :

  • separazione campagna/città , luoghi di produzione\luoghi di consumazione;
  • città  incentrata sull'automobile, marciapiedi troppo stretti, poche piste ciclabili...;
  • separazione sociale della città  e gentrificazione : quartieri ricchi, turistici, residenziali, poveri, ghetti, bidonvilles, zone industriali, quartieri d'affari, ...;
  • architettura e urbanistica esteticamente deprimente (cemento, asfalto, edifici rettilinei, ...);
  • concezione della strada come un luogo di passaggio e non è più come posto dove vivere;
  • marciapiedi freddi d'inverno (aria fredda creata dal freddo della strada e dal calore delle pareti delle case);
  • grattacieli totalmente inadatti per la vita degli individui; abitazioni concepite per separare gli individui anziché favorirne l'incontro;
  • scomparsa della natura sotto il cemento e l'asfalto della città ;

Anarchitettura

Exquisite-kfind.png Vedi Anarchittetura.

Col termine anarchitettura si definisce quella corrente dell'architettura sviluppata intorno agli anni Settanta del sec. XX a New York da un gruppo variegato di artisti (non solo architteti ma anche fotografi, scultori, ecc.). Joan Jonas, Lucio Pozzi, Trisha Brown, Laurie Anderson e Gordon Matta Clark sono stati alcuni di coloro che maggiormente contribuirono all'elaborazione di questa visione dell'architettura.

Ecovillaggi e comunità  libere

Exquisite-kfind.png Vedi Ecovillaggio e Squat.
  • L'ecovillaggio viene definito come «uno spazio ecologico libero dalle influenze e dalle regole della società  capitalistica». Secondo l'ecologo ed agronomo australiano David Holmgren le caratteristiche degli ecovillagi sono le seguenti:
  • adesione volontaria dei partecipanti e condivisione dei principi fondanti;
  • nuclei abitativi progettati per ridurre al minimo l'impatto ambientale;
  • uso di energie rinnovabili;
  • autosufficienza alimentare basata su permacultura o altre forme di agricoltura biologica.
  • Con il termine squat s'intende quell'azione volta ad occupare una proprietà  pubblica o privata. Gli occupanti o squatters compiono queste azioni per due ragioni principali: motivazioni economiche e\o politiche.

L'urbanismo unitario dei situazionisti

L'Internazionale Situazionista sviluppò numerose critiche anche alla concezione urbanistica moderna attraverso una dottrina chiamata urbanismo unitario, pensata appositamente per la realizzazione del suo programma, volto a «creare situazioni, definite come momenti di vita concretamente e deliberatamente costruiti mediante l'organizzazione collettiva di un ambiente unitario e di un gioco di eventi». Lo scopo era quindi quello di creare un nuovo ambiente spaziale di attività  dove l'arte integrale e una nuova architettura potessero concretizzarsi.

L'urbanistica unitaria fu sviluppata in due direzioni diverse da Constant Anton Nieuwenhuys e da Guy Debord. Il primo nel 1956 propose l'idea di New Babylon, un progetto di «una città  per l'homo ludens» e di un «campo nomade su scala planetaria». Il progetto avrebbe dovuto concretizzarsi nell'accampamento dei sinti piemontesi accolti dal pittore Pinot Gallizio sui suoi terreni. New Babylon era stata pensata come ad un'abitazione collettiva estesa a tutto l'abitato, separata dalla circolazione che sarebbe dovuta passare sopra o sotto. Debord al contrario riteneva che l'urbanismo unitario non potesse essere propositivo e doveva quindi svilupparsi solo ed esclusivamente in senso radicalmente critico dell'urbanistica. Egli concepiva l'urbanismo unitario non come una dottrina dell' urbanistica ma come una critica radicale della stessa.

Nella brochure Programme Élémentaire du bureau d'urbanisme unitaire [3] Raoul Vaneigem, altro noto situazionista, riporta che «l'urbanistica non esiste: essa non è che un'ideologia, nel senso di Marx. L'architettura esiste realmente, come la Coca-cola : è una produzione rivestita di ideologia vera e propria, ma in grado di soddisfare un bisogno distorto. Invece l'urbanistica è comparabile alla pubblicità  intorno alla coca-cola, pura ideologia spettacolare. Il capitalismo moderno, che organizza la riduzione di tutta la vita sociale in spettacolo, è incapace di dare un altro spettacolo oltre quello della propria alienazione...Qualsiasi pianificazione urbana ha senso solo come l'ambito della pubblicità , la propaganda di una società , vale a dire l'organizzazione della partecipazione in qualcosa a cui è impossibile partecipare.».

Note

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Bibliografia

  • Leonardo Lippolis, Viaggio al termine della città . La metropoli e le arti nell'autunno postmoderno (1972-2001), Eleuthera, 2009
  • Lamberto Boghi, La città  e la scuola, Eleuthera, 2008
  • Carlo Cellamare, Fare città . Pratiche urbane e storie di luoghi, Eleuthera, 2008
  • Michel Foucault, Sicurezza, territorio, popolazione (1977-1978), a cura di François Ewald, Alessandro Fontana e Michel Senellart, trad. Paolo Napoli, Feltrinelli, Milano, 2005.
  • Paolo Cottino, La città  imprevista. Il dissenso nell'uso dello spazio urbano, Eleuthera, 2003
  • Raymond Lorenzo, La città  sostenibile. Partecipazione, luogo, comunità , Eleuthera, 2003
  • Colin Ward, Il bambino e la città , Feltrinelli, 1999
  • Pietro M. Toesca, Manuale per fondare una città , Eleuthera, 1994
  • Chiara Mazzoleni, Carlo Doglio. Selezione di scritti 1950-1984, Quaderni didattici,

Voci correlate

Collegamenti esterni

  1. In quest'immagine un falansterio del Nord America nel New Jersey ispirato alle idee di Fourier.
  2. I Falansteri influenzarono notevolmente l'anarchico Giovanni Rossi che diede vita, in Brasile, alla colonia de La Cecilia.
  3. Programme Élémentaire du bureau d'urbanisme unitaire