Alexei Borovoi: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
== Biografia ==
Alexei Borovoi nasce a Mosca ([[Russia]]) il [[30 ottobre]] [[1875]]. Figlio di un ufficiale dell'esercito zarista, rifiuta la carriera militare e si laurea all'Università  di Mosca. Si interessa di storia, [[filosofia]], [[economia politica]], [[pedagogia]], [[musica]] e [[letteratura]]. Nutre inizialmente anche un vago interesse per il [[marxismo]] ma dopo un viaggio a Parigi, nel [[1904]], comincia ad interessarsi all'[[anarchismo]].  
Alexei Borovoi nasce a Mosca ([[Russia]]) il [[30 ottobre]] [[1875]]. Figlio di un ufficiale dell'esercito zarista, rifiuta la carriera militare e si laurea all'Università  di Mosca. Si interessa di storia, [[filosofia]], [[economia politica]], [[pedagogia]], [[musica]] e [[letteratura]]. Nutre inizialmente anche un vago interesse per il [[marxismo]] ma dopo un viaggio a Parigi, nel [[1904]], comincia ad interessarsi all'[[anarchismo]].  


Racconterà  di essersi come improvvisamente illuminato e di aver quasi di colpo abbracciato le idee [[anarchia|anarchiche]]. Vicino alla corrente [[anarco-individualista]], si manterrà  sempre distante da alcune estremizzazioni di [[Stirner]], [[Nietzsche]] e da ogni [[dogma]]. Dal [[1906]] la sua presenza è segnalata in diverse città  russe, dove ha tenuto molti convegni e comizi sull'[[anarchismo]].  
Racconterà  di essersi come improvvisamente illuminato e di aver quasi di colpo abbracciato le idee [[anarchia|anarchiche]]. Vicino alla corrente [[anarco-individualista]], si manterrà  sempre distante da alcune estremizzazioni di [[Stirner]], [[Nietzsche]] e da ogni [[dogma]]. Dal [[1906]] la sua presenza è segnalata in diverse città  russe, dove ha tenuto molti convegni e comizi sull'[[anarchismo]].  


Rifugiatosi in [[Francia]] nel [[1910]] per sfuggire alla [[repressione]] zarista che lo accusava di propaganda contro lo [[Stato]], rientra in [[Russia]] dopo qualche anno. Riprende ad insegnare economia politica e storia all'Università  popolare di Russia e nella Scuola Libera di Scienze Sociali, che era stata fondata dagli anarchici francesi, e comincia ad interessarsi al [[sindacalismo]] francese.
Rifugiatosi in [[Francia]] nel [[1910]] per sfuggire alla [[repressione]] zarista che lo accusava di propaganda contro lo [[Stato]], rientra in [[Russia]] dopo qualche anno. Riprende ad insegnare economia politica e storia all'Università  popolare di Russia e nella Scuola Libera di Scienze Sociali, che era stata fondata dagli anarchici francesi, e comincia ad interessarsi al [[sindacalismo]] francese.


Il [[1917]] è anno per lui molto intenso: pubblica il saggio ''La creatività  rivoluzionaria e il parlamento'', la rivista ''Klich'' (La Chiamata) e ad aprile partecipa alla fondazione della Federazione dell'"Unione dei Lavoratori del lavoro Intellettuale" a cui aderiranno insegnanti, medici, ecc. Nel [[1918]] pubblica ''[[Anarchismo e Diritto|L'anarchismo]]'', dove afferma che «l'importanza principale non la si dà  all'anarchismo come fine, ma all'anarchia come ricerca costante di questo obiettivo». Scrive anche che «nessun ideale sociale dal punto di vista dell'anarchismo può essere riferito come assoluto, nel senso che rappresenta l'apice della sapienza umana, il fine della ricerca sociale ed etica dell'uomo.».
Il [[1917]] è anno per lui molto intenso: pubblica il saggio ''La creatività  rivoluzionaria e il parlamento'', la rivista ''Klich'' (La Chiamata) e ad aprile partecipa alla fondazione della Federazione dell'"Unione dei Lavoratori del lavoro Intellettuale" a cui aderiranno insegnanti, medici, ecc. Nel [[1918]] pubblica ''[[Anarchismo e Diritto|L'anarchismo]]'', dove afferma che «l'importanza principale non la si dà  all'anarchismo come fine, ma all'anarchia come ricerca costante di questo obiettivo». Scrive anche che «nessun ideale sociale dal punto di vista dell'anarchismo può essere riferito come assoluto, nel senso che rappresenta l'apice della sapienza umana, il fine della ricerca sociale ed etica dell'uomo.».


Sempre nello [[1918|stesso anno]] fonda l'Unione della propaganda Ideologica dell'Anarchismo e anche la rivista ''Zhzn'' (Vita). Il [[stampa libertaria|giornale]] viene chiuso dalle [[autorità ]] bolsceviche nell'estate del [[1918]], identica sorte toccherà  anche ad altri organi di propaganda anarchica. Fino al [[1922]] s'è reso protagonista nell'organizzazione di convegni sulla storia e la teoria dell'[[anarchismo]], partecipando inoltre alla pubblicazione di [[letteratura|letteratura anarchica classica]].  
Sempre nello [[1918|stesso anno]] fonda l'Unione della propaganda Ideologica dell'Anarchismo e anche la rivista ''Zhzn'' (Vita). Il [[stampa libertaria|giornale]] viene chiuso dalle [[autorità ]] bolsceviche nell'estate del [[1918]], identica sorte toccherà  anche ad altri organi di propaganda anarchica. Fino al [[1922]] s'è reso protagonista nell'organizzazione di convegni sulla storia e la teoria dell'[[anarchismo]], partecipando inoltre alla pubblicazione di [[letteratura|letteratura anarchica classica]].  


Dopo aver pubblicato ''L'individuo e la società  dal punto di vista anarchico'' nel [[1921]], nell'autunno dell'anno [[1922|seguente]] viene rimosso dalla cattedra universitaria e gli si proibisce di esercitare l'insegnamento. Ma Alexei Borovi non è uomo che si lasci abbattere dalle persecuzioni politiche ed insieme ad altri anarchici, tra cui l'italiano [[Francesco Ghezzi]], si dedica alla cura del museo [[Kropotkin]] sino al [[1928]], quando le [[autorità ]] bolsceviche lo chiuderanno definitivamente. Nel maggio dell'[[1929|anno seguente]], Borovoi viene arrestato dalla [[GPU]] e il [[12 luglio]] subisce la condanna a tre anni di esilio da scontare a Vyatka.  
Dopo aver pubblicato ''L'individuo e la società  dal punto di vista anarchico'' nel [[1921]], nell'autunno dell'anno [[1922|seguente]] viene rimosso dalla cattedra universitaria e gli si proibisce di esercitare l'insegnamento. Ma Alexei Borovi non è uomo che si lasci abbattere dalle persecuzioni politiche ed insieme ad altri anarchici, tra cui l'italiano [[Francesco Ghezzi]], si dedica alla cura del museo [[Kropotkin]] sino al [[1928]], quando le [[autorità ]] bolsceviche lo chiuderanno definitivamente. Nel maggio dell'[[1929|anno seguente]], Borovoi viene arrestato dalla [[GPU]] e il [[12 luglio]] subisce la condanna a tre anni di esilio da scontare a Vyatka.  


Trascorsi gli ultimi anni della sua vita lavorando come contabile a Vladimir, in quasi totale isolamento e povertà , Alexei Borovoi muore il [[21 novembre]] [[1935]].
Trascorsi gli ultimi anni della sua vita lavorando come contabile a Vladimir, in quasi totale isolamento e povertà , Alexei Borovoi muore il [[21 novembre]] [[1935]].


== Opere ==
== Opere ==

Versione delle 11:16, 31 ago 2019

Alexei Borovoi

Alexei Borovoi (Mosca, 30 ottobre 1875 - Vladimir, Russia, 21 novembre 1935) è stato un anarco-individualista russo, uno scrittore, un insegnante e un abile propagandista anarchico.

Biografia

Alexei Borovoi nasce a Mosca (Russia) il 30 ottobre 1875. Figlio di un ufficiale dell'esercito zarista, rifiuta la carriera militare e si laurea all'Università di Mosca. Si interessa di storia, filosofia, economia politica, pedagogia, musica e letteratura. Nutre inizialmente anche un vago interesse per il marxismo ma dopo un viaggio a Parigi, nel 1904, comincia ad interessarsi all'anarchismo.

Racconterà di essersi come improvvisamente illuminato e di aver quasi di colpo abbracciato le idee anarchiche. Vicino alla corrente anarco-individualista, si manterrà sempre distante da alcune estremizzazioni di Stirner, Nietzsche e da ogni dogma. Dal 1906 la sua presenza è segnalata in diverse città russe, dove ha tenuto molti convegni e comizi sull'anarchismo.

Rifugiatosi in Francia nel 1910 per sfuggire alla repressione zarista che lo accusava di propaganda contro lo Stato, rientra in Russia dopo qualche anno. Riprende ad insegnare economia politica e storia all'Università popolare di Russia e nella Scuola Libera di Scienze Sociali, che era stata fondata dagli anarchici francesi, e comincia ad interessarsi al sindacalismo francese.

Il 1917 è anno per lui molto intenso: pubblica il saggio La creatività rivoluzionaria e il parlamento, la rivista Klich (La Chiamata) e ad aprile partecipa alla fondazione della Federazione dell'"Unione dei Lavoratori del lavoro Intellettuale" a cui aderiranno insegnanti, medici, ecc. Nel 1918 pubblica L'anarchismo, dove afferma che «l'importanza principale non la si dà all'anarchismo come fine, ma all'anarchia come ricerca costante di questo obiettivo». Scrive anche che «nessun ideale sociale dal punto di vista dell'anarchismo può essere riferito come assoluto, nel senso che rappresenta l'apice della sapienza umana, il fine della ricerca sociale ed etica dell'uomo.».

Sempre nello stesso anno fonda l'Unione della propaganda Ideologica dell'Anarchismo e anche la rivista Zhzn (Vita). Il giornale viene chiuso dalle autorità bolsceviche nell'estate del 1918, identica sorte toccherà anche ad altri organi di propaganda anarchica. Fino al 1922 s'è reso protagonista nell'organizzazione di convegni sulla storia e la teoria dell'anarchismo, partecipando inoltre alla pubblicazione di letteratura anarchica classica.

Dopo aver pubblicato L'individuo e la società dal punto di vista anarchico nel 1921, nell'autunno dell'anno seguente viene rimosso dalla cattedra universitaria e gli si proibisce di esercitare l'insegnamento. Ma Alexei Borovi non è uomo che si lasci abbattere dalle persecuzioni politiche ed insieme ad altri anarchici, tra cui l'italiano Francesco Ghezzi, si dedica alla cura del museo Kropotkin sino al 1928, quando le autorità bolsceviche lo chiuderanno definitivamente. Nel maggio dell'anno seguente, Borovoi viene arrestato dalla GPU e il 12 luglio subisce la condanna a tre anni di esilio da scontare a Vyatka.

Trascorsi gli ultimi anni della sua vita lavorando come contabile a Vladimir, in quasi totale isolamento e povertà , Alexei Borovoi muore il 21 novembre 1935.

Opere

Voci correlate