Alberto Meschi

Da Anarcopedia.
Versione del 28 mar 2019 alle 22:28 di K2 (discussione | contributi) (Sostituzione testo - " c" con " c")
Jump to navigation Jump to search
Alberto Meschi

Alberto Meschi (Fidenza, 27 maggio 1879 – Carrara, 11 dicembre 1958) è stato un anarchico e sindacalista dell'USI italiano.

Biografia

Rimasto orfano di padre in età  giovanissima, Alberto Meschi inizia a lavorare come muratore nei cantieri di La Spezia, Fidenza (allora si chiamava Borgo San Donnino) e Genova. Attivo in varie organizzazioni sindacali (L'Edilizia) o antimilitariste (La Pace), è presente in prima fila alle vivaci lotte sindacali genovesi per la riduzione dell'orario lavorativo.

In Argentina

L'anno seguente emigra in Argentina. Durante i quattro anni di residenza in Sudamaerica milita nella FORA, divenendo uno dei più seguiti dirigenti libertari e sindacali del paese. Autodidatta collabora a diversi giornali anarchici come La Protesta, Luz del Polidado e Organisacion obrera; contemporaneamente è corrispondente dall'Argentina per i giornali italiani L'alleanza libertaria (Roma, 1908-1911), Battaglia (Sao Paulo) e Il Libertario (La Spezia, 1903-1922) pubblicato da Pasquale Binazzi. Il 26 settembre 1909, dopo una serie di dure proteste e scontri con la polizia, Meschi viene espulso dal paese in seguito all'applicazione del decreto antinarchici promulgato dopo l'uccisione del colonello Falcon da parte dell'anarchico Simón Radowitzky.

Rientro in Italia: l'USI

Rientrato in in Italia, dirige la Camera del Lavoro di Carrara, mettendosi alla testa delle lotte dei cavatori apuani e dei lavoratori della Versilia e al contempo operando per far prevalere la tendenza anarco-sindacalista. Tra il dicembre 1911 e maggio 1914, la Camera del lavoro passerà  da 1355 a 12.000 aderenti. Proprio Meschi sarà  all'origine nel 1912 dell'adesione della Camera di Lavoro di Carrare all'Unione Sindacale Italiana, un'organizzazione sindacalista anarchica e rivoluzionaria al cui congresso fondativo di Modena (novembre 1912) aveva lui stesso partecipato. Ugualmente è fondatore dell'organo propagandistico Il Cavatore e uno degli agitatori più importanti degli scioperi dei cavatori di marmo (1911, 1912, 1913, 1914).

Allo scoppio della Prima guerra mondiale partecipa alle lotte antimilitariste, ma decide di non disertare per portare direttamente nel cuore dell'esercito le sue idee antiautoritarie in vista di quella che sembrava una prossima rivoluzione.

Partito al fronte, finisce prigioniero nei Carpazi. Terminato il conflitto fa rientro in Italia e riprende subito il suo posto di lotta a Carrara, affianco degli operai. Nel 1920 guida le lotte sindacali dei minatori di Lumi, ottenendo la riduzione dell'orario di lavoro a 6 ore e mezza. Al contempo riprende la pubblicazione de Il cavatore e collabora al giornale anarco-comunista Il 94 (Carrara, 1911-1920), di cui il gerente è Giuseppe Rosi.

L'avvento del fascismo

Con l'avvento del fascismo subisce diverse aggressioni, così nel maggio del 1922 è costretto a riparare in Francia. Legato a Ugo Treni, come lui aderisce all'Union anarchiste. Meschi a Parigi è membro del gruppo Gori, fondatore del giornale Il Momento e collaboratore de La Voce del profugo (Parigi, 8 numeri, giugno 1923 - gennaio 1924).

Dopo l'assassinio dei fascisti di Giacomo Matteoti il gruppo Gori è all'origine della costituzione nel 1924 del Comitato antifascista italiano di Parigi, i cui rappresentanti italiani erano E. Abate, Armando Borghi e Ugo Fedeli. Meschi collabora allora a Campane a stormo (Parigi, 2 numeri in settembre e ottobre 1924) che era l'organo del Comitato.

Nel 1925-1926 partecipa al complotto catalanista di Francisco Macia ed anche alle legioni garibaldine di Ricciotti Garibaldi, che però si scoprirà  essere nei fatti un agente al servizio di Mussolini. All'inizio degli anni '30 continua ad essere molto attivo nell'emigrazione antifascista e partecipa alla fondazione della sezione italiana della «Lega dei Diritti dell'Uomo» (LIDU).

Allo scoppio della rivoluzione spagnola, nel luglio del 1936, si arruola in Spagna nella Colonna Rosselli. Ben presto ferito, si trasferisce in Francia, dove collabora a Guerra di classe di Camillo Berneri ed è resposansabile, dopo l'assassinio di quest'ultimo e di Francesco Barbieri, della pubblicazione del numero unico di La societa nova (Pairig, 26 maggio 1937). Nel maggio 1938 fa ritorno in Spagna e vi rimane sino alla caduta della Repubblica (aprile 1939). Non potendo far ritorno in patria, come tanti altri esuli repubblicani spagnoli viene esiliato in Francia dove è internato in un campo di concentramento.

Di nuovo in Italia

Rientrato in Italia alla fine del 1943, immediatamente dopo la liberazione viene incaricato dal CLN di dirigere la Camera del lavoro di Carrara, lavoro che eseguirà  sino al 1947. Dal 1° dicembre 1945 riprende la pubblicazione de Il Cavatore. Milita nella Federazione Anarchica Italiana e partecipa alla rinascita del movimento anarchico italiano.

Dopo la sua morte, avvenuta l'11 dicembre 1957, una sottoscrizione popolare permette l'erezione in piazza di un monumento in marmo a lui dedicato per la sua attività  in favore dei cavatori di marmo.

Voci correlate