Édouard Carouy: differenze tra le versioni

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Denunciato da un altro anarchico conosciuto occasionalmente, decide di fuggire dalla comunità ([[Jean Huc]] sarà più avanti condannato per emissione di moneta falsa e sarà condannato il [[5 aprile]] [[1912]] a cinque anni di lavori forzati). Carouy, insieme alla [[Jeanne Bélardie| compagna]] e alla loro piccola figlioletta, si fermano a Thibault-des-vignes (paese nei pressi di Parigi) dove stabilisce solidi rapporti fino al [[1911]] con [[Louis Rimbault]].
Denunciato da un altro anarchico conosciuto occasionalmente, decide di fuggire dalla comunità ([[Jean Huc]] sarà più avanti condannato per emissione di moneta falsa e sarà condannato il [[5 aprile]] [[1912]] a cinque anni di lavori forzati). Carouy, insieme alla [[Jeanne Bélardie| compagna]] e alla loro piccola figlioletta, si fermano a Thibault-des-vignes (paese nei pressi di Parigi) dove stabilisce solidi rapporti fino al [[1911]] con [[Louis Rimbault]].
[[File:Band a bonnot desenho.jpg|thumb|left|200 px|La [[Banda Bonnot]] in un'illustrazione di «Le Figaro»]]
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In seguito all'arrivo del carismatico [[Jules Bonnot]], conosciuto anche per essere stato uno die primi autisti della storia, le [[illegalismo|azioni illegaliste]] di quella che viene chiamata [[Banda Bonnot]], prendono una piega maggiormente violenta. Carouy, che saltuariamente risiede a Bobigny dal garagista Dettweiler, si rende protagonista di numerosi furti (automobili ed altro), alcuni dei quali comporteranno anche la morte di persone. Carouy e [[Marius Metge]] saranno accusati dell'assassinio di un'anziana a Thiais la notte tra il [[2 gennaio|2]] e [[3 gennaio]] [[1912]]. Denunciata da un delatore, [[Jeanne Bélardie]] cade nella trappola della [[polizia]]. Carouy (che non era presente alla [[banda_Bonnot#Azioni_della_Banda_Bonnot|rapina di rue Ordener]]) <ref name="cacucci">Il [[21 dicembre]] [[1911]], alle 9:00 della mattina, gli stessi tre uomini assaltarono in automobile i portavalori della banca Société Générale, in via Ordener a Parigi. Fu quella la prima volta che un'automobile venne utilizzata per una rapina bancaria; ne scaturì un conflitto a fuoco, [[Octave Garnier]] ferì gravemente un addetto al servizio del portavalori, '''Ernest Caby''', ma il totale del bottino ammontò solo a 5000 franchi e a titoli vari difficilmente smerciabili. [[Raymond Callemin|Callemin]] portò parte dei titoli all'anarchico belga [[Jean de Boë|de Boë]] nella speranza che questi riuscisse a convertirli in denaro contante. In seguito [[David Bélonie]] e [[Léon Rodriguez]] provarono a smerciarne un'altra parte ad un usuraio parigino, che però li "ringraziò" spifferando tutto alla polizia. L'aver aiutato la banda Bonnot costò a [[Jean de Boë|de Boë]], [[David Bélonie|Bélonie]] e [[Léon Rodriguez|Rodriguez]] una successiva incriminazione per complicità e il processo insieme agli esponenti principali della banda. Ne fa riferimento Pino Cacucci nel suo ''In ogni caso nessun rimorso'', edizioni Feltrinelli.</ref>, è uno degli obiettivi principali della [[giustizia]] francese. Fermatosi a casa del meccanico [[Antoine Gauzy]] ad Ivry ed in seguito a Lozère, viene arrestato il [[4 aprile]] [[1912]]. Più volte in [[carcere]], tenterà in varie occasioni di togliersi la vita:
In seguito all'arrivo del carismatico [[Jules Bonnot]], conosciuto anche per essere stato uno die primi autisti della storia, le [[illegalismo|azioni illegaliste]] di quella che viene chiamata [[Banda Bonnot]], prendono una piega maggiormente violenta. Carouy, che saltuariamente risiede a Bobigny dal garagista Dettweiler, si rende protagonista di numerosi furti (automobili ed altro), alcuni dei quali comporteranno anche la morte di persone. Carouy e [[Marius Metge]] saranno accusati dell'assassinio di un'anziana a Thiais la notte tra il [[2 gennaio|2]] e [[3 gennaio]] [[1912]]. Denunciata da un delatore, [[Jeanne Bélardie]] cade nella trappola della [[polizia]]. Carouy (che non era presente alla [[banda_Bonnot#Azioni_della_Banda_Bonnot|rapina di rue Ordener]]) <ref name="cacucci">Il [[21 dicembre]] [[1911]], alle 9:00 della mattina, gli stessi tre uomini assaltarono in automobile i portavalori della banca Société Générale, in via Ordener a Parigi. Fu quella la prima volta che un'automobile venne utilizzata per una rapina bancaria; ne scaturì un conflitto a fuoco, [[Octave Garnier]] ferì gravemente un addetto al servizio del portavalori, '''Ernest Caby''', ma il totale del bottino ammontò solo a 5000 franchi e a titoli vari difficilmente smerciabili. [[Raymond Callemin|Callemin]] portò parte dei titoli all'anarchico belga [[Jean de Boë|de Boë]] nella speranza che questi riuscisse a convertirli in denaro contante. In seguito [[David Béllonie]] e [[Léon Rodriguez]] provarono a smerciarne un'altra parte ad un usuraio parigino, che però li "ringraziò" spifferando tutto alla polizia. L'aver aiutato la banda Bonnot costò a [[Jean de Boë|de Boë]], [[David Béllonie|Béllonie]] e [[Léon Rodriguez|Rodriguez]] una successiva incriminazione per complicità e il processo insieme agli esponenti principali della banda. Ne fa riferimento Pino Cacucci nel suo ''In ogni caso nessun rimorso'', edizioni Feltrinelli.</ref>, è uno degli obiettivi principali della [[giustizia]] francese. Fermatosi a casa del meccanico [[Antoine Gauzy]] ad Ivry ed in seguito a Lozère, viene arrestato il [[4 aprile]] [[1912]]. Più volte in [[carcere]], tenterà in varie occasioni di togliersi la vita:
: «L'inazione e la mancanza d'affetto mi rende la prigione insopportabile»
: «L'inazione e la mancanza d'affetto mi rende la prigione insopportabile»



Versione delle 20:56, 6 giu 2020

Edouard Carouy

Edouard Carouy (Montignies-Lez-Lens, Belgio, 28 gennaio 1883 - Francia, 27 febbraio 1913) è stato un anarchico belga membro della Banda Bonnot.

Biografia

Nato a Montignies-Lez-Lens, in Belgio, il 28 gennaio 1883, Edouard Carouy è figlio di un oste e di una cameriera. Orfano di madre all'età di 3 anni, viene allevato da diversi parenti. La sua infanzia è molto difficile, svolge diversi lavori sin da ragazzo, ma è l'attività di operaio di stampa a Bruxelles, dove veniva editato il giornale « Le Révolté », a cambiargli la vita. La lettura del giornale lo influenzerà notevolmente, così come l'incontro con Raymond Callemin, Jean de Boë ed altri. [1] La sua conversione all'anarchismo risale al 1906, quando inizia a frequentare il Gruppo rivoluzionario belga (Groupe révolutionnaire belge) e la comunità di Emile Chapeliers a Boitsfort. Nel 1908 si trova a Ginevra, dove per l prima volta incontra Jules Bonnot.

Nel dicembre del 1909 arriva a Parigi e prende a frequentare la comunità di Romainville, dove incontra molti vecchi compagni belgi (Raymond Callemin, Jean de Boë, ecc.) ed altri collaboratori de l'Anarchie, giornale per il quale s'incaricherà della stampa insieme a Octave Garnier. Assoggettato alla dieta scientifica («[Edouard e Callemin erano] assoggettati a discipline alimentari (vegetarianesimo assoluto, né vino né caffè, né tè né menta... ), ed esponevano di continuo i misfatti del sentimento, invocando soltanto la “ragione scientifica” e “l'egoismo cosciente”» [2]) dominante nella comunità di Romainville, insieme alla sua compagna Jeanne Belardie, all'anarchico Jean Huc e alla compagna Marie Bader, che risiedono tutti a Romainville, si dedica alla vendita di oggettivistica varia nei mercati parigini, senza disdegnare con i suoi compagni il compimento di azioni illegali ed espropri vari.

Denunciato da un altro anarchico conosciuto occasionalmente, decide di fuggire dalla comunità (Jean Huc sarà più avanti condannato per emissione di moneta falsa e sarà condannato il 5 aprile 1912 a cinque anni di lavori forzati). Carouy, insieme alla compagna e alla loro piccola figlioletta, si fermano a Thibault-des-vignes (paese nei pressi di Parigi) dove stabilisce solidi rapporti fino al 1911 con Louis Rimbault.

La Banda Bonnot in un'illustrazione di «Le Figaro»

In seguito all'arrivo del carismatico Jules Bonnot, conosciuto anche per essere stato uno die primi autisti della storia, le azioni illegaliste di quella che viene chiamata Banda Bonnot, prendono una piega maggiormente violenta. Carouy, che saltuariamente risiede a Bobigny dal garagista Dettweiler, si rende protagonista di numerosi furti (automobili ed altro), alcuni dei quali comporteranno anche la morte di persone. Carouy e Marius Metge saranno accusati dell'assassinio di un'anziana a Thiais la notte tra il 2 e 3 gennaio 1912. Denunciata da un delatore, Jeanne Bélardie cade nella trappola della polizia. Carouy (che non era presente alla rapina di rue Ordener) [3], è uno degli obiettivi principali della giustizia francese. Fermatosi a casa del meccanico Antoine Gauzy ad Ivry ed in seguito a Lozère, viene arrestato il 4 aprile 1912. Più volte in carcere, tenterà in varie occasioni di togliersi la vita:

«L'inazione e la mancanza d'affetto mi rende la prigione insopportabile»

Accusato di diversi furti, dell'assalto all'ufficio postale di Romainville e soprattutto del duplice omicidio di Thiais (di cui egli rinnegherà sempre la colpevolezza), il 27 febbraio 1913 la Corte d'Assise della Senna, al termine del processo a carico della Banda Bonnot, lo condanna ai lavori forzati a tempo indeterminato. [4]

Tornato nella sua cella, si avvelena qualche ora dopo il verdetto, assorbendo una pastiglia di cianuro che aveva nascosto nel tacco della scarp:.

«Ho avuto un pò di gioia, un pò di felicità, vi assicuro dal profondo della mia coscienza, posso aver commesso degli errori. Tutti i miei sogni sono decaduti nel momento in cui pensavo potessero divenire realtà. Pertanto, non avendo conosciuto le gioie della vita, io lascio il regno degli atomi senza rimpianti». (Lettera di Carouy pubblicata in Le Temps).

Note

  1. Les membres de la bande à Bonnot
  2. Victor Serge, Memorie di un rivoluzionario, Edizioni e\o, pag. 42
  3. Il 21 dicembre 1911, alle 9:00 della mattina, gli stessi tre uomini assaltarono in automobile i portavalori della banca Société Générale, in via Ordener a Parigi. Fu quella la prima volta che un'automobile venne utilizzata per una rapina bancaria; ne scaturì un conflitto a fuoco, Octave Garnier ferì gravemente un addetto al servizio del portavalori, Ernest Caby, ma il totale del bottino ammontò solo a 5000 franchi e a titoli vari difficilmente smerciabili. Callemin portò parte dei titoli all'anarchico belga de Boë nella speranza che questi riuscisse a convertirli in denaro contante. In seguito David Béllonie e Léon Rodriguez provarono a smerciarne un'altra parte ad un usuraio parigino, che però li "ringraziò" spifferando tutto alla polizia. L'aver aiutato la banda Bonnot costò a de Boë, Béllonie e Rodriguez una successiva incriminazione per complicità e il processo insieme agli esponenti principali della banda. Ne fa riferimento Pino Cacucci nel suo In ogni caso nessun rimorso, edizioni Feltrinelli.
  4. Saranno condannati a morte: Raymond Callemin, Eugene Dieudonné (in seguito graziato e condannato ai lavori forzati, evaderà dalla detenzione in Guiana), Etienne Monier e André Soudy.

Bibliografia

  • Pino Cacucci, In ogni caso nessun rimorso, Feltrinelli, 1994 (romanzo ispirato alla vita di Jules Bonnot).
  • Victor Serge, Memorie di un rivoluzionario, Edizioni e\o, 2001
  • Paolo Valera, I clamorosi rossi dell'automobile grigia. Memorie di Giulio Bonnot, Milano, La Folla, 1921
  • Bernard Thomas, La banda Bonnot, Milano, Forum Editoriale, 1968

Voci correlate