La Donna Libertaria

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Testata de La Donna Libertaria.

La Donna Libertaria è stato un periodico anarcofemminista ante litteram («periodico mensile di educazione del gruppo femminile libertario "Maria Rygier"», poi «periodico mensile di propaganda educativa e libertaria femminile»), pubblicato tra l'ottobre del 1912 e il giugno del 1913 (prima a Parma e poi a Forlì).

Il periodico

Il periodico, nato su iniziativa del Gruppo Femminile Libertario "Maria Rygier" (considerata in quegli anni una sorta di "eroina dell'anarchia") [1], diretto da Amelia Legati e poi (dal febbreio 1913) da Adele Dervisi, Marzia Rossi e Irma Guidaioni, si proponeva di diffondere la consapevolezza nelle donne dei propri diritti, all'epoca ampiamente ignorati, trattando temi quali la prostituzione (figlia della miseria), lo sfruttamento dei bambini, la violenza, il femminicidio, l'educazione e la pedagogia, la scuola, la famiglia, la religione, la chiesa, il governo, la guerra, l'emancipazione femminile, il libero amore (anticipando il tema del divorzio), la maternità non desiderata (anticipando il tema dell'aborto).

Critiche al movimento anarchico

Sul periodico non rare erano le critiche al movimento anarchico, guidato principalmente da figure maschili. Seguono un paio di esempi.

Sul primo numero [2] Amelia Legati, riferendosi al movimento anarchico, dichiarava:

«È doloroso però constatare che perfino gli anarchici in grande maggioranza dimostrano la loro avversione ad ogni elevamento femminile. Ciò è sconfortante per noi che, con tanta fede ci adoperiamo per una causa più che nobile, la quale potrà dar maggior profitto dei pettegolezzi che continuamente si leggono incresciosamente sui periodici libertari».

Ida Mori, sul secondo numero [3], sottolineava le carenze della propaganda anarchica, che trascurava l'importanza anche strategica dell'educazione:

«In Italia, il movimento verso la redenzione anarchica non è coordinato in modo da creare forze potenti, e senza le quali i risultati del movimento stesso diventano quasi nulli. L'anarchico, come lo è in generale, si ammanta nel suo partito, scansa la gente d'idee diverse, cupo, diffidente, rumoreggia saltando in sale appartate ove spesso le opinioni non sono in perfetta armonia fra loro [...] Le scuole per gli anarchici dove sono? Le persone colte del vostro partito che cosa fanno per istruire il popolo? Chi mostra agli anarchici la retta via per progredire verso la meta sognata? [...] la propaganda attuale è mal diretta e non fa che allontanare gl'indecisi, i simpatizzanti che forse con diversa e più abile tattica si potrebbero convertire all'anarchia».

Note

  1. In una lettera del 20 settembre, Rygier, rispondendo dal carcere ad Amelia Legati, ringrazia sentitamente le compagne per avere intitolato a suo nome il gruppo (cfr. La Donna Libertaria, anno I, n° 1, ottobre 1912).
  2. La Donna Libertaria, anno I, n° 1, ottobre 1912.
  3. Ida Mori, Filosofia anarchica, in La Donna Libertaria, anno I, n° 2, novembre 1912.

Collegamenti esterni