Anarco-sindacalismo
L'anarcosindacalismo è una corrente dell'anarchismo legata al movimento operaio attraverso il sindacalismo. È un metodo di organizzazione e di lotta dei lavoratori perpetrata attraverso i sindacati che si differenzia dagli altri movimenti anarchici poiché spesso instaura alleanze con altre organizzazioni ideologicamente affini, anche se non anarchiche, per il conseguimento dei propri obiettivi.
L'Anarco-sindacalismo
L'anarco-sindacalismo è una delle correnti dell'anarchismo socialista, che pone la lotta di classe al centro delle problematiche del cambiamento sociale. In altri termini, i militanti anarco-sindacalisti definiscono il sindacato come una forma naturale d'organizzazione delle classi lavoratrici, in funzione emancipatrice, antiautoritaria e rivoluzionaria; rifiutano quindi il principio dei partiti, delle associazioni o dei raggruppamenti corporativisti. Il sindacato è quindi, secondo i sindacalisti anarchici, una struttura che permette alle classi subalterne di organizzare la lotta secondo le scelte individuali raggruppati in collettivi e non secondo scelte dettate dal potere politico (in altri termini, «dal basso verso l'alto e non dall'alto verso il basso»).
Storia dell'anarco-sindacalismo paese per paese
Le prime tracce dell'anarco-sindacalismo possono ritrovarsi nei pensieri rivoluzionari bakuniani, gli stessi che ispirarono successivamente Lenin, che riservavano ad una minoranza rivoluzionaria il ruolo di guida del movimento operaio (è chiaro che l'avanguardia rivoluzionaria, da punto di vista anarchico, è ben diversa da quella d'ispirazione leninista; l'avanguardia anarchica funge da punto di riferimento e da stimolo per le masse, non elevandosi, come classe privilegiata, al di sopra delle stesse, ma diventandone parte integrante). L'anarcosindacalismo trovò inizialmente terreno fertile soprattutto in Francia e poi nel resto d'Europa e dell'America. Tra le prime lotte anarco-sindacaliste (non solo anarchiche a dire il vero) bisogna ricordare quelle riguardanti le otto ore lavorative, che vide nel Primo Maggio il simbolo di quelle lotte.
Il sindacalismo anarchico non ha più ritrovato l'influenza ideologica di cui godeva all'inizio del XX secolo (inizialmente fu il marxismo a "soppiantarlo", attualmente prevale la corrente riformista e concertativa) anche se in questi ultimi anni si assiste ad un ritorno in forza dei pensieri autogestionari, antiautoritari e anticapitalisti.
In Italia
Il movimento sindacalista si diffuse in Italia con l'affievolirsi della spinta rivoluzionaria del Partito Socialista e del sindacato della CGL. Molti anarchici operavano all'interno del sindacato unitario, ma già nel "Congresso del 1906" la frazione di minoranza rivoluzionaria venne estromessa da qualsiasi rappresentanza nelle cariche della CGL. Questo fatto provocò l'abbandono del Congresso da parte dei sindacalisti rivoluzionari, i quali si costituirono in un Comitato di Azione diretta.
Nel 1912, dopo un intenso periodo di lotte, il movimento anarco-sindacalista partecipò attivamente alla fondazione del sindacato rivoluzionario dell'USI (Armando Borghi, Attilio Sassi, Virgilia D'Andrea ecc. sono solo alcuni dei militanti storici più conosciuti), che entrò ben presto in crisi sulla questione dell'interventismo nella Prima guerra mondiale. Nel primo dopoguerra l'USI si trovò a dover fronteggiare la repressione fascista, che sciolse l'organizzazione nel 1926.
Nel secondo dopoguerra, con l'avvento della repubblica, coloro che avevano militato nell'USI rinunciarono, inizialmente, a riorganizzarla, per partecipare invece alla realizzazione del sindacato unitario C.G.I.L. Solo nel 1950, con la rottura dell'unità sindacale, alcuni di loro ricostituirono l'U.S.I.-A.I.T. che però, fino alla fine degli anni sessanta, fu realmente attiva solo in poche regioni italiane.
In Africa
Vedi Anarchismo in Africa. |
In centro e Sud Africa i primi piccoli movimenti rivoluzionari anarchico-sindacali si hanno a partire dall'inizio del 20° secolo, coinvolgendo soprattutto il Sudafrica ed il Mozambico. In centro e Sudafrica il movimento è sempre stato forte e ben strutturato sul territorio a partire dall'inizio del ‘900, quando si costituirono diversi gruppi di matrice libertaria e/o rivoluzionaria come il «Socialist Club, fondato in Sud Africa da Henry Glasse nel 1900 [...] la Revolutionary League, fondata in Mozambico da Jose Estevam nel primo '900, la International Socialist League, fonadata in Sud Africa nel 1915, la Industrial Socialist League, fondata nel 1918, e il Partito Comunista del Sud Africa antiparlamentare, fondato nel 1920» [1]. La più celebre organizzazione africana è Zabalaza Anarchist Communist Front, che è un gruppo di tendenza piattaformista ma si occupa anche di sindacalismo. Per lungo tempo, in Nigeria, è stata invece attiva una sezione dell'AIT, la Awareness League. Attualmente quest'organizzazione non fa più parte dell'Associazione ma è ugualmente attiva nell'ambito anarco-sindacalista.
In Argentina
Il movimiento obrero (movimento operaio) si sviluppò in Argentina grazie all'attivismo degli immigrati europei (soprattutto italiani) giunti sin là dalla fine dell'800.
L'anarco-sindacalismo ebbe un forte impulso di vitalità quando, nel 1885, Errico Malatesta giunse in Argentina, collaborando alla fondazione del primo sindacato dei panettieri. Tra la fine dell'800 e l'inizio del 900 grazie anche all'attivismo di Pietro Gori, si sviluppò l'idea di riunire i vari sindacati (anche non anarchici) in un'unica federazione denominata Federacion regional obrera (FOA), che effettivamente si costituì nel 1901. In essa convivevano socialisti e anarchici, ma la “pace” durò ben poco. Da una serie di scissioni si costituì nel 1903, l'Unión General de Trabajadores (di matrice socialista), e nel 1904 l'organizzazione anarchica operaia denominata Federación Obrera Regional Argentina (FORA), che ebbe un ruolo fondamentale nella storia dell'anarchismo e del sindacalismo argentino.
Nel 1905, in occasione del V Congresso, la FORA stabilì chiaramente la sua adesione ai principi del comunismo anarchico, anche se continuò a mantenere al suo interno alcune correnti ideologiche non propriamente anarchiche. Nel 1915, il "IX Congreso della FORA", decise di eliminare dal suo statuto ogni riferimento all'ideologia anarchica, producendo una rottura che determinò la nascita di due FORA distinte:
- la FORA del V Congresso, anarchica;
- la FORA del IX Congreso, con maggioranza dei sindacalisti rivoluzionari e la minoranza socialista e comunista.
La FORA del V Congresso (quella anarchica), pur non accettando la violenza come metodo di lotta politica, non rifiutò mai la propria solidarietà ai compagni anarchici espropriatori o a quelli che prediligevano l'azione diretta.
Gli eventi caratterizzanti la storia argentina (dittature, governi più o meno autoritari ecc.) determinarono un calo degli attivisti anarco-sindacalisti (per colpa della repressione e per l'influenza crescente dei marxisti), tuttavia riuscirono a mantenersi sempre attivi e efficaci nell'organizzazione e nei metodi di lotta e ancora oggi, nonostante le difficoltà, rimane pienamente attiva.
In Francia
In Francia il movimento anarco-sindacalista nacque intorno al 1884; le correnti anarco-sindacaliste e sindacaliste rivoluzionarie dominarono per lungo tempo nella CGT, in particolare dalla fine del XIX secolo all'inizio del XX secolo. Fu soprattutto grazie all'attivismo di Emile Pouget, Fernand Pelloutier e Pierre Monatte ecc. che la CGT divenne una delle correnti più importanti del sindacalismo francese sino agli anni 1930 quando i marxisti, attraverso il Partito Comunista Francese, ne presero il controllo quasi totale.
I sindacalisti di matrice anarchica (anarco-sindacalisti e sindacalisti rivoluzionari), visto il predominio autoritario dei marxisti, si staccarono dalla CGT e fondarono la CGT-SR (sindacalismo rivoluzionario), arrivando ad avere nel 1936 più di un milione di aderenti. La CGT-SR non sopravvisse alla Seconda guerra mondiale e dalle sue ceneri venne fondata, ispirandosi ai sindacati spagnoli, la Confédération Nationale du Travail (in seguito la CNT francese subì una scissione dalla quale nacque la CNT-Vignoles o CNT-f).
In Gran Bretagna
Le prime spontanee tracce di anarcosindacalismo britannico risalgono al 1894, i cui primi leader furono Tom Mann e John Turner. Quest'ultimo nel 1907 costituì il gruppo d'azione diretta "Direct Actionist and Anarchist Groups", che si ritagliò ampi spazi di visibilità durante gli scioperi di Liverpool del 1911 e quello dei trasporti dello stesso anno. Nel Dicembre del 1910 venne fondata anche l'"Industrial Syndicalist Education League" (ISEL). Nel periodo della Prima guerra mondiale si formarono organizzazioni a carattere sindacale e antimilitaristico come la "Building Workers Industrial Union". L'organizzazione Anarchist Federation of Britain (AFB), anche se non specificamente legata all'anarco-sindacalismo, cominciò a praticare l'azione diretta a partire dal 1945; lavorò alacramente anche all'opportunità di riunire tutti i lavoratori nell'AIT. Nel 1950 alcuni esponenti dell'AFB costituirono la "Syndicalist Workers Federation" (SWF), mentre più avanti, durante gli scioperi dei minatori (1984-85), fu invece attivissimo il Direct Action Movement (DAM).
Nel 1994 il movimento anarcosindacalista britannico ritrovò la sua unitarietà per merito del sindacato, antigerarchico e antiautoritario, Solidarity Federation [2], definito come una «federazione di gruppi Locals dell'Inghilterra, della Scozia e del Galles» e divenuto anche la sezione britannica dell'AIT.
In Spagna
Nel 1936, in seguito all'insurrezione militare franchista e delle milizie d'estrema destra (vedi la Rivoluzione spagnola), la CNT spagnola, confederazione anarco-sindacalista fondata nel 1910 e che allora era forte di due milioni di aderenti, lanciò un movimento di collettivizzazione delle terre e delle industrie nelle zone dove aveva un forte seguito (soprattutto in Catalogna). I militanti della CNT furono fra i primi a presentarsi volontariamente al fronte e a cercare d'arrestare l'avanzata franchista, fianco a fianco dei soldati fedeli alla repubblica e dei militanti marxisti. In seguito alla guerra la CNT perse l'egemonia nel movimento operaio, a vantaggio del marxismo di stampo stalinista. Molti sindacalisti libertari, repressi prima dalla violenza marxista e poi da quella franchista, furono costretti a ritirarsi nel "sud Francia", dove formarono una base anarchica e fondarono la CNT francese (1945).
Nel 1977 una parte dei militanti si distaccò dalla CNT per fondare la CGT. Anche questo nuovo sindacato, nel 1990, conobbe una scissione interna che determinò la fuoriuscita di una parte dei suoi militanti per fondare la Solidaridad Obrera.
In Sud America
La FORA argentina influenzò, fungendo da modello, il movimento anarco-sindacalista sudamericano. In Uruguay, grazie anche all'attivismo degli anarchici italiani, tra cui Luigi Fabbri, venne fondata la FORU (Federación Obrera Regional Uruguaya), simile alla FORA argentina (in contrapposizione ad essa e al suo antibolscevismo venne fondata l'organizzazione sindacalista e marxista dell'USU-Union Sindical Uruguaya). In Brasile attualmente è attiva la Federação Operária do Rio Grande do Sul - Confederação Operária Brasileira (sezione dell'AIT); in Colombia agisce l'organizzazione anarcosindacalista Amigos de la AIT; in Venezuela persiste nella propria attività il Colectivo Editor de El Libertario, cioè la ex-Comisión de Relaciones Anarquistas [3], un tempo facente parte dei cosiddetti "Amici dell'AIT"; in Cile opera il Grupo Germinal [4].
Negli Stati Uniti
Negli USA della seconda metà del XIX secolo, le condizioni di lavoro degli operai erano assai difficili. Alcuni lavoratori cercarono di organizzare gli operai per rivendicare norme che li tutelassero dallo sfruttamento selvaggio a cui erano sottoposti. All'inizio si organizzarono soltanto gli operai qualificati, ma, dopo il 1869, si costituì il primo sindacato di tutti i lavoratori (arrivò ad avere circa 750.000 aderenti) senza distinzione di razza, di sesso o di competenze: il Knights of Labor (i Knights portarono avanti le loro istanze sino al 1900) .
Una delle rivendicazioni più importanti del decennio 1880-90 riguardò la rivendicazione delle 8 ore lavorative. Nel 1886 accadde una tragedia in seguito alla tristemente nota manifestazione di Haymarket Square, a Chicago (in seguito agli scontri verificatisi alcuni sindacalisti anarchici furono condannati a morte).
Il sindacato americano storicamente più importante, l'IWW, fu costituito in quel clima di lotta, il 27 giugno 1905, quando anarchici, socialisti e sindacalisti trovarono l'unità intorno a interessi comuni. L'IWW fu ben presto riconosciuto per la sua adesione a un ideale anarco-sindacalista e lottò attivamente sulla scena pubblica.
All'IWW deve essere attribuita anche l'invenzione del gatto nero come simbolo di lotta contro l'oppressione del padronato capitalista.
Nell'ex-Unione Sovietica
In tutta l'ex-URSS il movimento anarcosindacalista ha sempre avuto solide basi, che partono dalla storica organizzazione ucraina Nabat e arrivano via via sino ai giorni nostri con diversi gruppi attivi principalmente in Russia - (KPAC-MAT, Confederazione Rivoluzionaria degli Anarco-Sindacalisti) - in Ucraina e in Bielorussia. Sul finire degli anni 80 furono attive nell'ex-URSS diverse organizzazioni anarco-sindacaliste, la cui più importante fu la Confederazione Anarco-sindacalista (KAC) dal quale si costituì il 5 agosto 1995 la KPAC-MAT.
La KPAC-MAT oggi aderisce all'AIT a partire dal 1996, sia a livello programmatico che organizzativo. L'organizzazione e l'azione diretta sono i mezzi attraverso cui fa valere le proprie richieste. Rifiuta inoltre alleanze con altre organizzazioni politiche, ma non la cooperazione con alcuni movimenti affini ideologicamente.
Pratiche e ideologia dell'anarco-sindacalismo
Il sindacalismo anarchico ritiene che lo Stato sia un comitato esecutivo degli interessi della borghesia, conseguentemente auspica una sua abolizione (senza nessuna forma di “transitorietà” come invece auspicano i marxisti), rifiutando ogni rappresentanza politica parlamentare e non riponendo alcuna fiducia nelle leggi e nelle istituzioni. In base a queste premesse i militanti anarco-sindacalisti hanno teorizzato diverse metodologie di lotta: lo sciopero generale, considerato il mezzo più efficace a disposizione della classe operaia, per riappropriarsi degli strumenti di produzione; l'azione diretta (occupazione, picchetti ecc.), il boicottaggio e il sabotaggio (rifiuto di produzione di determinate merci e boicottaggio da parte del proletariato dei prodotti in questione).
L'anarcosindacalismo concede unicamente fiducia all'individuo singolo, immesso però nella collettività del sindacato, invogliandolo a portare avanti un'azione economica contro il padronato, spingendolo a riappropriarsi delle libertà perdute e professando ideali antiautoritari.
Gli anarco-sindacalisti sono organizzati oggi a livello internazionale in seno all'AIL.
Sindacalismo rivoluzionario e anarcosindacalismo: differenze e analogie
L'anarco-sindacalismo e il sindacalismo rivoluzionario rifiutano il principio comunista anarchico del dualismo organizzativo, ovvero quell'idea organizzativa che separa l'organizzazione di massa (sindacato) dall'organizzazione specifica (organizzazione politica). Entrambi propongono l'azione diretta come principio fondante dell'organizzazione e per entrambi il sindacato nasce come rivoluzionario e si deve contrapporre al padronato e allo Stato sino allo scontro finale: organizzazione politica e sindacato sono quindi fusi insieme in entrambi i modelli organizzativi.
Gli storici hanno idee differenti su differenze e analogie dei due "sindacalismi": per Edouard Dolléans [5] «il sindacalismo rivoluzionario è una rottura nei confronti tanto dell'anarchismo quanto del socialismo»; storici più attuali invece sostengono che «l'anarcosindacalismo, o sindacalismo rivoluzionario, volle essere una sintesi fra la teoria marxista dell'analisi di classe o della sua concezione del processo storico e la tradizione anarchista della lotta senza intermediari politici».
Anarcopedia propone una semplice differenziazione basata sull'omogeneità dei sindacati, ovvero mentre i militanti anarcosindacalisti sono tutti anarchici, quelli sindacalisti rivoluzionari non è detto lo siano. In altre parole, mentre l'anarco-sindacalismo è per forza di cose rivoluzionario, il sindacalismo rivoluzionario non è necessariamente anarchico.
In tutti i modi oggi sembra universalmente accettata la definizione elaborata da Marcel Van der Linden [6] e Wayne Thorpe [7]:
- «I movimenti rivoluzionari di azione diretta... possono etichettarsi alternativamente come industrialismo rivoluzionario, sindacalismo rivoluzionario, anarcosindacalismo, concilismo o conciliarismo...».
Critiche all'anarco-sindacalismo
Secondo gli anarco-sindacalisti questi metodi di lotta (sabotaggi, sciopero generale ecc.) fungerebbero da polo d'attrazione per la classe degli sfruttati che si coagulerebbero intorno ad esse. La coscienza di classe quindi si formerebbe naturalmente con la condivisione di queste pratiche.
Queste idee sono state sempre avversate dai comunisti-anarchici (sin dai tempi di Luigi Fabbri), i quali ritengono che accanto ad un'organizzazione di massa (sindacato) debba operare un'organizzazione specifica, ossia un organismo che, operando dall'interno delle masse, ne determini la coscienza di classe e orienti le stesse nelle giuste direzioni rivoluzionarie (dualismo organizzativo).
Lo stesso Errico Malatesta ebbe molto a discutere con Pierre Monatte, soprattutto al Congresso di Amsterdam del 1907, sul ruolo dei sindacati nell'ambito dell'anarchismo e sui metodi di lotta praticati dagli anarco-sindacalisti.
Note
- ↑ Estratto dallo statuto dello ZACF
- ↑ SolFed.org
- ↑ Nodo50.org
- ↑ Grupo Germinal
- ↑ Edouard Dolléans (1877-1954) è stato uno storico francese del movimento operaio.
- ↑ Marcel Van der Linden
- ↑ Wayne Thorpe
Bibliografia
- Mathieu Léonard, La Prima Internazionale - L'emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi, Edizioni Alegre, 2013.
- Émile Pouget, Carmine Mangone, Sabotaggio, mon amour, editore Gwynplaine, 2013;
- Franklin Rosemont, Joe Hill. L'IWW e la creazione di una controcultura del proletariato rivoluzionario, Chicago, Charles H. Kerr, 2003.
- T. Marabini, G. Sacchetti, R. Zani, Attilio Sassi detto Bestione, Autobiografia di un sindacalista libertario, Ed. Zero in Condotta
- R. Musto, Gli IWW e il movimento operaio americano, Edizioni Theleme, Napoli