Luigi Molinari: differenze tra le versioni

 
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[[Image:Molinari.jpg|thumb|left|200px|Learco Zanardi, copertina della biografia di Luigi Molinari]]
[[Image:Molinari.jpg|thumb|left|200px|Learco Zanardi, copertina della biografia di Luigi Molinari]]
Nato a Crema da da Cesare e da Giuseppa Caldaroli, agiati proprietari terrieri, '''Luigi Molinari''' dopo aver conseguito la licenza liceale si laurea in giurisprudenza a Pisa nel [[1889]]. Nella città toscana conosce [[Pietro Gori]], di cui leggerà i suoi ''Pensieri ribelli'', ed inizia a frequentare gli ambienti anarchici. Durante il III congresso del Partito operaio italiano ([[18 settembre|18]]-[[19 settembre]] 1887), Molinari avanza la proposta di trasformare questo partito in senso anarchico rivoluzionario.
Nato a Crema da da Cesare e da Giuseppa Caldaroli, agiati proprietari terrieri, '''Luigi Molinari''' dopo aver conseguito la licenza liceale si laurea in giurisprudenza a Pisa nel [[1889]]. Nella città toscana conosce [[Pietro Gori]], di cui leggerà i suoi ''Pensieri ribelli'', ed inizia a frequentare gli ambienti anarchici. Durante il III congresso del Partito operaio italiano ([[18 settembre|18]]-[[19 settembre]] 1887), Molinari avanza la proposta di trasformare questo partito in senso anarchico rivoluzionario.
Trasferitosi a Mantova per svolgere la professione di avvocato, dirige ''La Favilla'' (1889) e ''Il grido dell'operaio'' (1891), due giornali anarchici in cui si scaglia contro il [[socialismo]] riformista. Dopo aver svolto importanti conferenze in giro per l'Italia, nel [[1893]] viene condannato per «aver tenuto una pubblica conferenza a S. Giorgio Mantovano senza averne dato avviso» <ref>Francesco Codello, in ''Dizionario biografico degli anarchici'', 2004, p. 201</ref>. Il mese seguente, durante il processo a [[Paolo Schicchi]] tenutosi a Viterbo, subisce un'altra condanna «a tre giorni di reclusione per ingiurie ai magistrati» <ref>Francesco Codello, in ''Dizionario biografico degli anarchici'', 2004, p. 202</ref>. Presente al congresso [[socialista]] internazionale di Zurigo ([[6 agosto|6]]-[[12 agosto]] [[1893]]), viene espulso per la critica rivolta ad [[August Bebel]] sulla sua legalitaria rispetto alla conquista del potere. <ref> [[Pier Carlo Masini]], ''Storia degli anarchici nell'epoca degli attentati'', Milano 1981, p. 13</ref>.
Trasferitosi a Mantova per svolgere la professione di avvocato, dirige ''La Favilla'' (1889) e ''Il grido dell'operaio'' (1891), due giornali anarchici in cui si scaglia contro il [[socialismo]] riformista. Dopo aver svolto importanti conferenze in giro per l'Italia, nel [[1893]] viene condannato per «aver tenuto una pubblica conferenza a S. Giorgio Mantovano senza averne dato avviso». <ref>F. Codello, [https://www.bfscollezionidigitali.org/entita/14244 ''Luigi Molinari''], in ''Dizionario biografico degli anarchici'', Tomo II, Pisa, BFS, 2004, p. 201</ref> Il mese seguente, durante il processo a [[Paolo Schicchi]] tenutosi a Viterbo, subisce un'altra condanna «a tre giorni di reclusione per ingiurie ai magistrati». <ref>F. Codello, [https://www.bfscollezionidigitali.org/entita/14244 ''Luigi Molinari''], in ''Dizionario biografico degli anarchici'', Tomo II, Pisa, BFS, 2004, p. 202</ref> Presente al congresso [[socialista]] internazionale di Zurigo ([[6 agosto|6]]-[[12 agosto]] [[1893]]), viene espulso per la critica rivolta ad [[August Bebel]] sulla sua legalitaria rispetto alla conquista del potere. <ref> [[Pier Carlo Masini]], ''Storia degli anarchici nell'epoca degli attentati'', Milano 1981, p. 13</ref>.


Nel gennaio del [[1894]] Molinari viene arrestato e dichiarato colpevole da una corte militare per aver istigato un'[[insurrezione in Lunigiana]] condotta da bande armate di anarchici che supportavano le vittime siciliane dello "stato d'assedio" (il [[governo]] stava infatti reprimendo le rivolte contro l'aumento del prezzo della farina). Condannato (processo del [[31 gennaio]] [[1894]] a Massa) a 23 anni di [[carcere|prigione]] (ridotti poi a 7 in appello) viene rilasciato il [[20 settembre]] [[1895]] in seguito all'indulto governativo, probabilmente risultato di una protesta massiccia.  
Nel gennaio del [[1894]] Molinari viene arrestato e dichiarato colpevole da una corte militare per aver istigato un'[[insurrezione in Lunigiana]] condotta da bande armate di anarchici che supportavano le vittime siciliane dello "stato d'assedio" (il [[governo]] stava infatti reprimendo le rivolte contro l'aumento del prezzo della farina). Condannato (processo del [[31 gennaio]] [[1894]] a Massa) a 23 anni di [[carcere|prigione]] (ridotti poi a 7 in appello) viene rilasciato il [[20 settembre]] [[1895]] in seguito all'indulto governativo, probabilmente risultato di una protesta massiccia.  
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Nel settembre [[1904]] pubblica a Mantova il saggio ''Il tramonto del diritto penale'', nel quale si scaglia contro il sistema giudiziario e carcerario che definisce «un'assurda vendetta». Molinari ha stretti rapporti con gli ambienti anarco-individualisti milanesi frequentati da [[Carlo Molaschi]], [[Maria Rossi]] e [[Leda Rafanelli]]. Dopo la fucilazione di [[Francisco Ferrer]] (13 ottobre 1909), suo ispiratore e maestro rispetto all'idea pedagogica che aveva maturato, Molinari pubblica ''La vita e le opere di F. Ferrer'', dedicandogli anche altri scritti opuscoli e una serie di conferenze.
Nel settembre [[1904]] pubblica a Mantova il saggio ''Il tramonto del diritto penale'', nel quale si scaglia contro il sistema giudiziario e carcerario che definisce «un'assurda vendetta». Molinari ha stretti rapporti con gli ambienti anarco-individualisti milanesi frequentati da [[Carlo Molaschi]], [[Maria Rossi]] e [[Leda Rafanelli]]. Dopo la fucilazione di [[Francisco Ferrer]] (13 ottobre 1909), suo ispiratore e maestro rispetto all'idea pedagogica che aveva maturato, Molinari pubblica ''La vita e le opere di F. Ferrer'', dedicandogli anche altri scritti opuscoli e una serie di conferenze.


Fedele sino alla morte al pensiero libertario, guardò sempre in maniera intatta alle sue convinzioni [[antimilitarismo|antimilitariste]] sopratutto durante la guerra di Libia (1911) <ref>Si veda l'opuscolo ''Per la pace'' (Romagnano Sesia, 1911)</ref> e la Prima Guerra Mondiale. Molinari, autore anche del celeberrimo [[Inno della rivolta]], muore a Milano il [[12 luglio]] [[1918]].
Fedele sino alla morte al pensiero libertario, guardò sempre in maniera intatta alle sue convinzioni [[antimilitarismo|antimilitariste]] sopratutto durante la guerra di Libia (1911) <ref>Si veda l'opuscolo ''Per la pace'' (Romagnano Sesia, 1911)</ref> e la Prima guerra mondiale. Molinari, autore anche del celeberrimo [[Inno della rivolta]], muore a Milano il [[12 luglio]] [[1918]].


== Studi e ricerche sul pensiero di Molinari ==
== Studi e ricerche sul pensiero di Molinari ==
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== Collegamenti esterni ==
== Collegamenti esterni ==
*[http://www.liberliber.it/mediateca/libri/m/molinari/il_dramma_della_comune/pdf/molinari_il_dramma_della_comune.pdf Il dramma della Comune], e-book di Luigi Molinari
*''[http://www.liberliber.eu/mediateca/libri/m/molinari/il_dramma_della_comune/pdf/molinari_il_dramma_della_comune.pdf Il dramma della Comune]'' di Luigi Molinari


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[[Categoria:Pedagogisti|Molinari, Luigi]]
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